- Luna POV
Da quando Theo mi ha raccontato del suo passato con le droghe, una sottile inquietudine non mi ha più abbandonata. Non è che non gli creda, o che non voglia fidarmi di lui, ma qualcosa dentro di me si è spezzato. Una parte di me che era convinta di conoscerlo fino in fondo si è ritrovata improvvisamente immersa in un mondo che non comprendeva del tutto. Ogni volta che penso alla sua confessione, un pensiero mi assilla: e se non potesse mantenere la promessa?
Mi ha giurato che non tornerà mai alle cocaina ma ora, ogni suo movimento, ogni sguardo, sembra nascondere qualcosa di più. Non è che stia facendo qualcosa di esplicitamente sbagliato, ma è come se avessi acquisito una nuova sensibilità, un nuovo modo di percepire il mondo attorno a noi. E quel mondo sembra essere pieno di segnali criptici che non riesco a decifrare.
Da quando siamo in tour, dopo i concerti, Theo e i ragazzi si riuniscono per rilassarsi. Fiks, Plant e Vivi sono sempre con lui, e io mi siedo accanto a loro, ma ultimamente mi sembra di non essere davvero presente. Le conversazioni tra di loro sono sempre più criptiche, spezzoni di frasi che non riesco a comprendere del tutto. Ci sono sguardi che si scambiano, come se ci fosse un linguaggio non detto che io non capisco. E ogni volta che uno di quei sguardi sfugge, sento un brivido lungo la schiena.
Una sera ci ritroviamo tutti in un locale. Theo è in piedi, vicino a Plant, che lo ascolta attentamente mentre ridacchiano tra di loro. Mi avvicino, cercando di entrare nella conversazione, ma appena faccio un passo, Theo mi lancia uno sguardo veloce e cambia argomento. È un gesto quasi impercettibile, ma lo noto. E dentro di me, il sospetto inizia a crescere.
"Perché non posso essere parte di queste conversazioni?" mi chiedo. "Cosa mi sta nascondendo?"
Mi siedo su un divano poco distante, cercando di non farmi notare troppo mentre li osservo. I loro gesti, i sussurri, le risate soffocate. Mi sembra di essere esclusa da un mondo che conoscevo solo superficialmente, e ora mi sembra più lontano che mai.Nei giorni che seguono, questo sentimento si intensifica. Ogni volta che sono vicina a Matteo, mi sembra che ci sia qualcosa che non mi sta dicendo, un pezzo mancante. Quando siamo soli, è tenero e premuroso, come sempre, ma non posso fare a meno di sentire che una parte di lui è altrove. Ci sono momenti in cui mi chiedo se posso davvero fidarmi di lui. Ogni volta che chiude gli occhi, ogni volta che si allontana per fare una telefonata o per parlare con uno dei ragazzi, una parte di me si domanda: "sta mantenendo la promessa?"
Questa incertezza inizia a riflettersi nel mio comportamento. Quando siamo insieme durante i concerti o nei momenti di intimità, mi rendo conto che sto diventando sempre più distante. Non lo faccio apposta, ma è come se ci fosse un muro invisibile tra di noi. La paura di essere tradita o delusa mi sta lentamente allontanando da lui, anche se il mio cuore continua a battere forte ogni volta che lo vedo.
Matteo se ne accorge. Ogni giorno che passa, lo vedo scrutarmi con sguardi sempre più preoccupati. Non mi chiede apertamente cosa stia succedendo, ma so che lo sente. Sente che qualcosa non va. E la distanza tra noi cresce.Durante uno dei concerti, mi rendo conto di quanto mi stia distanziando da lui. Sono lì, nel backstage, a guardarlo esibirsi sul palco, ma per la prima volta da quando abbiamo iniziato questo viaggio insieme, non riesco a sentire l'emozione di prima. Non riesco a connettermi con lui attraverso la musica come facevo una volta. Mentre il pubblico urla e applaude, io mi sento lontana, come se stessi guardando tutto da una finestra chiusa.
Dopo il concerto, mi siedo da sola. La mia testa è un caos, e tutto sembra sfuggirmi di mano. La porta si apre ed entra Matteo. Non abbiamo parlato molto durante la serata, e ora che siamo soli, il silenzio è quasi soffocante. Theo mi guarda, le sopracciglia leggermente aggrottate, come se stesse cercando di decifrare quello che mi passa per la testa. Ma non so nemmeno io come spiegargli cosa sento.
«Tutto ok?» chiede, avvicinandosi con quell'aria di chi pensa di avere tutto sotto controllo.
Vorrei solo dirgli che sì, va tutto bene. Vorrei sorridere e fingere che i miei dubbi siano solo stupide paranoie. Ma non riesco.
«Non lo so,» sussurro, incrociando le braccia in una mossa di difesa. «È solo che... ci sono cose che non mi dici. Sguardi, conversazioni che non mi includono. È come se mi stessi tenendo fuori da qualcosa.»
Lui alza un sopracciglio, sorpreso ma quasi divertito. «Cosa? Luna, non ti sto nascondendo niente.»
«Davvero?» dico, la voce che trema. «Perché a me sembra che ci siano un sacco di cose che accadono quando non ci sono. Sguardi tra te, Fiks e Plant, battute sottovoce. E quando chiedo, cambiate argomento. Come faccio a fidarmi di te se sembra che ci sia sempre qualcosa che mi nascondi?»
Lo vedo cambiare in un istante. La sua sorpresa si trasforma in irritazione. La sua espressione diventa dura, e il distacco che ho sentito tra noi si allarga come un abisso.
«Non ci posso credere,» dice scuotendo la testa, un sorriso amaro che gli si arriccia sulle labbra. «Davvero pensi che ti stia mentendo? Ho fatto di tutto per essere onesto con te, ti ho raccontato del mio passato, ti ho promesso che non avrei più toccato roba pesante. Ma tu non ci credi, vero? Sei convinta che sto ancora giocando sporco.»
«Non è così...» provo a giustificarmi, ma lui mi interrompe, avvicinandosi con uno sguardo penetrante.
«No, è esattamente così.» La sua voce si fa più bassa, quasi un sussurro pericoloso. «Stai solo aspettando il momento in cui fallisco, vero? È questo che pensi di me? Che sono solo un dannato tossico in attesa di ricadere? Ogni volta che mi guardi, vedo la paura nei tuoi occhi, Luna. Ammettilo, non ti fidi di me.»
Le sue parole mi colpiscono come pugni. Cerco di rispondere, ma lui mi blocca di nuovo, avvicinandosi ancora di più, invadendo il mio spazio personale.
«Senti, se ti fa stare meglio, continua pure a pensare che sto nascondendo qualcosa. Forse è così. Forse non ti racconto tutto. Ma sai una cosa? Non devo giustificarmi per ogni fottuto sguardo o parola che non capisci.» Si ferma, fissandomi con uno sguardo intenso. «Perché se non ti fidi di me, allora cosa stiamo facendo qui, Moon?»
Il modo in cui pronuncia il mio soprannome mi fa venire i brividi, ma non in modo piacevole. C'è qualcosa di sfidante nel suo tono, come se stesse mettendo alla prova la mia lealtà. E, per un attimo, non so cosa rispondere.
Le sue parole mi colpiscono come un pugno allo stomaco. Non è quello che intendevo, ma so che ha ragione in parte. La paura che provo, la preoccupazione che non riesco a scacciare, ha contaminato il modo in cui lo guardo. Ma non è per mancanza di amore, è solo che non so come fare a convivere con questa incertezza.
«Matteo, non è che non mi fidi di te...» inizio, cercando di mantenere la calma, anche se sento il nodo in gola. «È solo che... ho paura. Ho paura di perderti. Ho paura che un giorno qualcosa possa succedere e tu non sarai più lo stesso.»
Lui mi fissa, ma il suo sguardo è cambiato, si è indurito. Non c'è più traccia del ragazzo dolce che conoscevo, solo una maschera di frustrazione e distacco. «Sei tu che ti stai facendo problemi inutili, Lulù. Io sono ancora qui, no?» dice, la voce piena di una freddezza che mi spiazza. «Sto cercando di non essere più quella persona, ma sembra che tu non riesca a lasciarmi andare. Forse non sei pronta per questo.»
La sua durezza mi congela, e abbasso lo sguardo, sentendomi piccola e insicura. «Scusa.» mormoro, senza avere la forza di guardarlo negli occhi. «Non volevo...»
«No, certo che non volevi.» sbotta lui, allontanandosi con uno scatto, come se non avesse più la pazienza di ascoltarmi. «Ma queste tue paure... stai rendendo tutto insopportabile. Io non posso stare con qualcuno che mi tiene legato al passato, che non si fida di me.» La sua voce è tagliente, e ogni parola sembra una sentenza.
Quelle parole mi trafiggono. Il modo in cui le ha dette, senza esitazione, con quella sicurezza spietata, mi fa sentire come se fossi io quella sbagliata. Lo guardo, cercando di trovare un modo per rispondere, per fermarlo, ma non esce niente. Vedo che si alza, la sua figura imponente, e senza dire altro, si dirige verso la porta.
«Theo, aspetta...» riesco solo a mormorare, ma lui non si ferma, non si volta nemmeno. La porta si chiude dietro di lui, lasciandomi lì, con la sensazione che tutto sia crollato.
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Note di un amore imperfetto
FanfictionLei è una libraia romantica, con il cuore ferito ma ancora alla ricerca del vero amore. Lui è un cantante di successo, con un passato tormentato e una relazione complicata. Quando i loro mondi si incrociano, la chimica è innegabile. Ma possono due a...