12- Il canto dell'angelo.

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Esco da quel stanzino, scossa, febbricitante.
Che diavolo è successo?
Sta diventando peggio della droga, ed è inutile negarlo, ho sempre l'ansia, "bella" di ritrovarlo, come è sempre stato fin dal principio, fin dal momento che i nostri occhi si sono cercati e ritrovati.

Mi definiscono e mi autodefinisco "secchiona" ma oggi il tempo passa lento e inesorabilmente, sono state le tre ore più lunghe della mia vita.

Penso solo a lui.

Sino ad arrivare all'ora di pranzo.

Non mi viene fame, maggiormente oggi per lo sciame di farfalle nel bassoventre.

Appena, entro in mensa, vedo che la cuoca, ha cucinato più pietanze e i tavoli sono nettamente e numericamente di più di quelli che troviamo giornalmente, per via dei ragazzi dell'istituto penitenziario minorile.

Temo che ci siano ripercussioni o litigi, ma spero di no, intanto sono riuscita con la mia finta "felicità" a far fare amicizia Nad, Silvia e le mie amate twins.

Parliamo di tutto, dai romanzi, alle pop star, alla musica neomelodica, alla danza,al canto e all'arte, riscontrando similitudini tra noi.

Roba da donna.

Il preludio di una grande amicizia!

Insomma, non si possono giudicare le persone dai loro errori, e questo Andrea e Rosita, lo hanno capito su Nadizta e Silvia.

Rapidamente ed improvvisamente, cala un silenzio religioso su tutta la sala, mi giro e noto il motivo per cui tutti si sono incredibilmente ammutoliti.

È Ciro, con la sua banda!
Lui, è quel tipo di persona, che riesce con la sua aurea coinvolgente a captare l'attenzione di tutti i presenti.

I ragazzi, abbastanza intimoriti guardano il loro pranzo nel vassoio, mentre le ragazze, bisbigliano, e lo guardano minuziosamente captando ogni singola sfumatura del boss, come dei falchi, sono estremamente affamate del suo fascino pericoloso.

Guardo, le oche starnazzanti con stizza, mi sto innervosendo.

Infatti, quando cercano di salutarlo con le mani, gliele abbasso, facendole schioccare le dita, per la ferocia, che ho nelle mani e intenzioni.

Lo so, non dovrei essere gelosa, mia madre non sarebbe fiera di me.
Scusa mamma, sogni il principe azzurro, un avvocato o un giudice integerrimo.
Il mio invece, pare un angelo dannato, con una miriade di precedenti penali da scontare.

Per il nervosismo gli passo accanto, lui mi guarda intensamente, vuole chiamarmi ma poi si blocca, non lo so, il motivo, forse perché è un boss, e quindi non vuole mostrare la sua debolezza.

Sì, sono la sua debolezza, perché si siede, con il suo gruppo, e Tano mi passa un biglietto furtivo.

"Sei una debolezza, che non mi posso permettere.
Però non ti capisco.
Che sfaccime, ti turba?
Il progetto, io, la complicità che tenimme o i pregiudizi?
Ciro."

Sento sbuffi, guardo sguardi di intesa tra Nadizta e Silvia, lo sguardo che di solito le "brave madri" rivolgono alle loro figlie, se disobbediscono.

<<Mirì che cazze faje?>> mi chiede nervosa Nad.

<<Io non faccio niente.>> rispondo titubante.

Che ho fatto?
Diamine!

<<Che sono quegli sguardi?
Chill te guard come se fossi roba sua?
Hai capito che è un boss o faje finta?>> mi chiede preoccupata.

𝐃𝐚𝐦𝐦𝐢 𝐮𝐧'𝐨𝐜𝐜𝐚𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞. 𝐂𝐢𝐫𝐨𝐑𝐢𝐜𝐜𝐢.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora