IL COLLARE

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Xander

Il giorno dopo entrai nella mia classe tra il pensieroso ed il frustrato. 

Il giorno prima e io e Zelia avevamo chiacchierato per ore, era curiosa di tutto quello che riguardava la mia vita ed ero più che felice di accontentarla raccontandole tutto, ma il suo corpo era decisamente troppo eccitante e quella luminosità nei suoi occhi anche.

Non ero abituato a fare le cose con calma, ma dovevo riuscirci comunque, per lei. 

La vidi in prima fila, vestita con un vestito lungo fino alle ginocchia celeste con le maniche corte e dei sandali bianchi ai piedi. I suoi splendidi capelli erano raccolti in una mezza coda. 

Aveva davanti a se sul banco un computer, pronta per prendere appunti. 

Spiccava davvero tra la massa di ragazze molto meno vestite che si trovava attorno a lei. 

Appena i nostri sguardi s'incrociarono arrossì vistosamente, forse ricordando il bacio del giorno prima, la guardai negli occhi e le sorrisi malizioso, facendola arrossire ancora di più. 

Notai dei movimenti sotto al banco, alcuni ragazzi e ragazze provavano ad approcciarla, dovevo mettere subito in chiaro a chi appartenesse, per proteggerla, così la guardai negli occhi "Zelia, vieni qui un attimo" ordinai.

Il suo corpo si mosse da solo, con lo sguardo basso mi si avvicinò. 

Tirai fuori un collarino di pizzo bianco con un anello sul davanti "voltami le spalle" fece subito come ordinato, apprezzai con piacere quanto fosse ubbidiente.

Glielo allacciai con tutti che ci guardavano sorpresi "così tutti sapranno che sei di qualcuno" le sussurrai all'orecchio lasciandole un piccolo bacino sul collo per poi rispedirla con una leggera pacca sul sedere al suo posto.

Si risedette senza incrociare lo sguardo di nessuno. 

Con mia grande soddisfazione nessuno osò più toccarla per tutto il resto della lezione

Zelia

Mi aveva letteralmente messo un collare, molto carino, d'accordo, ma pur sempre un collare. 

Chiarì che era per far capire a tutti che ero occupata e ne fui felice, ragazzi e ragazze avevano cercato di provarci con me appena mi ero seduta, cosa che m'infastidiva non poco visto che non mi conoscevano nemmeno. 

Seguii la lezione rossa in viso, sentivo quasi sempre lo sguardo del professore addosso a me e i ricordo del nostro bacio del giorno prima mi affollavano la mente mentre prendevo appunti, facendomi arrossire e spostare sulla sedia. 

Ero innocente perché non avevo mai fatto nulla, ma avevo letto qualche romanzo rosa in passato dove c'erano alcune scene esplicite e mi ero eccitata molto all'idea di provarle. 

Non potei evitare d'immaginare il professore mentre mi faceva certe cose.

Alla fine della lezione scosse la testa guardandomi "non tu Zelia, so che adesso hai tre ore buche, quindi rimarrai qui con me, dobbiamo parlare" sogghignò in modo fin troppo esplicito. 

Gli altri studenti si dileguarono ridacchiando ed io arrossii ancora di più "ma era davvero necessario dirlo in quel tono?" annuì "certo, ieri ti ho solo baciata, ma ti ricordo che anche se la nostra è una cosa esclusiva si tratta comunque di un rapporto BDSM, andrò piano per non metterti troppo a disagio, ma t'insegnerò come fare la brava schiava con me" promise. 

Il suo sguardo era famelico e bramoso, sentii un'ondata di piacere al basso ventre per quella promessa.

Mi guardò severamente "fammi vedere i tuoi appunti" ordinò. 

Ero un po' impaurita perché non avevo la coscienza a posto, ma presi il computer e lo aprii davanti a lui, sullo schermo c'era ancora il file degli appunti. 

Lo scorse in poco e scosse la testa "non va bene signorina, qui ci sono la metà degli argomenti che ho trattato" chiuse il computer, poi mi afferrò per un braccio e mi bloccò piegata sulla scrivania. 

Era accanto a me e la mia faccia era poco più in basso del duo inguine, lo sentii afferrare il vestito che indossavo e tirarlo su scoprendo le mie mutandine. 

Lo accarezzò "a cos'hai pensato mentre spiegavo?" chiese, deglutii, non volevo ammettere i pensieri sconci che avevo fatto.

Poi mi colpì il sedere con la mano, mi sorprese talmente tanto che non riuscii a trattenere un gridolino "rispondi" intimò, deglutii di nuovo "n-nulla" negai.

Il colpo si ripeté di nuovo e poi ancora e ancora, anche se non lo avrei mai creduto possibile ero tremendamente eccitata da quella situazione. 

Alla fine non riuscii più a resistere "e va bene! Stavo immaginando te mentre mettevi in pratica qualcuna delle cose che ho letto nei romanzi rosa! Sei soddisfatto ora?" gridai frustrata in modo molto poco educato, i miei genitori mi avrebbero presa a schiaffi senza esitazione.

Il professore mi sollevò il viso prendendomi per le guance e mi tirò una sculacciata ancora più forte "non ti permettere mai più Zalia! Se ti rivolgi a me dammi del lei, chiamami professore, Signore o Master, sono il tuo padrone, non un tuo amico!" mi sgridò continuando a colpirmi. 

Annuii "c-certo, mi perdoni professore" mi scusai immediatamente. Non sembravo nemmeno io, non ero mai stata così.

Mi voltò e mi mise seduta sulla scrivania, si mise tra le mie gambe "visto che non credo riusciresti a descrivere quello che immaginavi proverò ad indovinare" annuii "certo professore" mi ricordai. 

Il suo dito mi sfiorò le labbra "immaginavi le mie labbra che da qui scendevano" iniziò percorrendo con il dito la mia guancia ed il collo "ti lasciavo dei succhiotti su questo tuo candido collo e poi anche sulle spalle" il suo dito scese e mi sbottonò la parte alta del vestito "poi che giocavo con il tuo seno pieno e delizioso" disse scoprendomelo, togliendomi anche il reggiseno "scendevo ancora e tu non saresti nemmeno riuscita più a dire una parola" inserì la mano sotto al mio vestito per percorrere la pelle della pancia e del basso ventre "per poi finire con le mie labbra qui" concluse.

Il suo dito si era fermato leggero in mezzo alle mie gambe "per poi iniziare a divorarti questa tua fighetta vergine" e il suo dito iniziò davvero a massaggiarmi un punto preciso.

Sentii un calore indescrivibile salirmi dentro ed inarcai la schiena gemendo "sei fradicia bambina" constatò "scommetto che hai iniziato a bagnarti appena ti ho messo il collare" non cessava nemmeno un secondo quella piacevole tortura, nel momento in cui stavo per venire... tolse la mano.

Lo guardai delusa "ma, perché..." ridacchiò "bimba, gli orgasmi te li devi guadagnare, inoltre non ti darò il primo in un posto simile, non preoccuparti, avremo tutto il tempo per farlo" promise, per poi baciarmi la guancia. 

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