Capitolo 4𝓢𝓯𝓾𝓶𝓪𝓽𝓾𝓻𝓮 𝓭'𝓪𝓾𝓽𝓾𝓷𝓷𝓸

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A chi porta il peso del passato tra le pieghe del presente,
a chi cerca respiro in stanze troppo grandi,
a chi corre per sfuggire agli occhi che lo conoscono troppo bene.Questo è per te,che nonostante tutto, continui a camminare.

La luce filtra attraverso le tende pesanti e finalmente capisco che è mattina. È un giorno nuovo, diverso.

Dopo settimane passate in un torpore di veglia, stanotte ho dormito. Non succede quasi mai, ma oggi mi sono concessa qualche ora in più. Forse il corpo, stremato dalla tensione costante, ha ceduto alla stanchezza.

Ora però mi sveglio, e qualcosa nel mio petto si distende. Forse è solo l'illusione di quiete.

Mi alzo, lenta. La freddezza del pavimento mi ricorda che sono viva. Mi guardo allo specchio, osservando il mio volto pallido, e mi trucco con cura, disegnando su me stessa un'immagine che non mi appartiene del tutto. Mi sistemo i capelli in fretta, quasi con un gesto automatico, come se il mondo intero dipendesse dall'ordine perfetto di una ciocca ribelle. Poi scendo.

La casa sembra respirare attorno a me, grande, opprimente. Le stanze si allungano in corridoi che non finiscono mai, eppure ogni angolo è vuoto, troppo vuoto. C'è troppo spazio qui, troppa eco di silenzio. Mi fa male. Ho già abbastanza vuoto dentro di me, non ne serve altro.

Arrivo finalmente in cucina. È immensa, quasi scintillante, arredata con l'eleganza impeccabile di chi non conosce il disordine. Il marmo bianco brilla sotto la luce del sole mattutino. Ai fornelli, c'è lei: la moglie di mio zio, perfetta come una visione d'altri tempi. Bionda, raffinata, sembra uscita da una rivista patinata. La sua pelle è chiara come porcellana, e ogni movimento, anche il più banale, è fatto con grazia. Mi rivolge un breve sorriso, ma non interrompe ciò che sta facendo, quasi fosse un quadro, e io un dettaglio appena visibile.

Al tavolo, mio zio sorseggia lentamente una tazza di tè. Lo fa con una quiete che mi sembra impossibile da raggiungere. Anche il semplice gesto di portare la tazza alle labbra sembra far parte di un rituale antico, come se ogni cosa in questa casa dovesse rispettare un ordine prestabilito.

Accanto a lui ci sono Alan e Grace. Alan, con i suoi capelli biondi e gli occhi azzurri, sembra un giovane principe delle favole. Indossa una polo Ralph Lauren perfetta, stirata come se fosse uscita in quel momento dal negozio, e mi saluta con un sorriso che trasuda gentilezza. Grace, la sorella, non è da meno. Anche lei impeccabile, i capelli raccolti con cura e un vestito che sembra quello di una principessa moderna, pronta per una colazione regale.

Mio zio alza lo sguardo dalla tazza e mi osserva per un attimo, un piccolo sorriso gli increspa il volto. "Hai dormito bene stanotte, Alya?" mi chiede con un tono di voce basso, quasi preoccupato.

"Abbastanza," rispondo, cercando di non sembrare troppo evasiva, anche se sento che il peso di quella notte non se n'è andato del tutto.

Sua moglie, nel frattempo, si avvicina. "Io sono Isabelle, cara," dice con una voce delicata e suadente, quasi musicale. Il suo sorriso è quello di chi sa come muoversi nel mondo, come dominare con garbo. C'è qualcosa di impeccabile in ogni sua parola, e non riesco a non ammirarla.

Poi, con la stessa eleganza, si fanno avanti i due ragazzi. Alan si presenta con una stretta di mano educata, quasi formale. "Piacere, Alya. Spero ti troverai bene qui," dice con un tono che è tanto gentile quanto distaccato. Grace lo segue a ruota, con lo stesso fare impeccabile. "Siamo contenti che tu sia qui," dice, e io non posso che annuire, mentre un nodo mi si stringe dentro.

Mi siedo al tavolo, cercando di adattarmi all'atmosfera irreale che mi circonda. La colazione procede con calma, tra il tintinnio delle posate e qualche parola scambiata qua e là. Poco dopo, tutti iniziano a congedarsi: i ragazzi vanno a scuola, Isabelle e mio zio escono per lavoro. Io resto sola.

La casa ora è mia. Troppo mia. Il silenzio mi pesa di nuovo.

Torno in camera, ma c'è qualcosa che mi spinge a uscire. Ho bisogno di aria, di liberarmi da questo senso di oppressione che mi avvolge. Decido di andare a correre. L'aria fresca mi invade i polmoni mentre il ritmo dei miei passi si fa sempre più veloce. Sento il battito del cuore che aumenta, il respiro che si fa più affannato, eppure continuo, quasi come se stessi cercando di fuggire.

Poi, improvvisamente, la sensazione di essere osservata. Mi fermo di colpo, guardandomi attorno. Tra gli alberi, vedo una figura. Due occhi mi fissano, vischiosi, invadenti. Un sorriso malizioso increspa quel volto familiare, ma non lo riconosco del tutto. Chi sei? Perché mi guardi così?

Cerco di ignorarlo. Riprendo a correre, più veloce questa volta. Ritorno a casa, ancora scossa. Entro in bagno, mi spoglio e mi lascio avvolgere dal getto caldo della doccia, tentando di lavare via quella sensazione.

Il pomeriggio scorre lento. Mi perdo nel riordinare la stanza, un gesto meccanico, quasi maniacale. Piego ogni cosa con precisione, sistemo ogni oggetto come se l'ordine esterno potesse calmare il caos interno. Ma non funziona.

Alle sette, inizio a preparare la tavola. Tutti iniziano a rientrare. I ragazzi vanno subito a lavarsi, mentre Isabelle e mio zio si dirigono verso la cucina, pronti a preparare la cena insieme. Li sento parlare, ridere a bassa voce. C'è qualcosa di tranquillo in loro che non riesco a toccare.

Poi, il campanello suona. Mi avvio verso la porta, ma appena la apro, il mio cuore si blocca.

Per un attimo, resto pietrificata. Davanti a me... Non può essere.. Marrone autunnale, sfumature di giada, un legno profondo, vivo, che mi stringe il petto. E con essi, quell'aroma particolare che non avrei potuto dimenticare. Il destino, sotto forma di un volto che è davanti a me. Era uno scherzo? E tutto il respiro che avevo conquistato oggi, svanisce.






Spazio Autrice :
Ciao come state?, eccoci qui con il 4 capitolo, chi sarà quello che stava spiando Alya alla corsa?
Finalmente inizia una nuova vita, ma ci ricordate questi occhi ambra ti di chi sono??? E cosa ci fa quiii??
Spero di non avervi deluso e di aver toccato tuttj gli argomenti, aspettatemi il 5..
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