Capitolo 1 𝓢𝓸𝓽𝓽𝓸 𝓵𝓪 𝓢𝓾𝓹𝓮𝓻𝓯𝓲𝓬𝓲𝓮

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A voi, cuori guerrieri, che ogni mattina vi alzate con il peso del mondo sulle spalle, ma trovate comunque la forza di andare avanti. A voi, che nonostante le cicatrici nascoste, continuate a lottare, a sorridere, a vivere. Ogni passo che fate, anche quando sembra piccolo e incerto, è un atto di coraggio. Non sempre riceverete applausi, non sempre ci saranno mani a sostenervi, ma sappiate che ogni vostra battaglia ha valore, che ogni vostro respiro è una vittoria.

Questa è una storia che mi pesa sull'anima da sempre, scritta nelle mie ossa prima ancora che io respirassi. È una trama cucita su di me come una stoffa che non posso strappare, un destino che mi è stato consegnato senza chiedere il mio consenso. Mi hanno insegnato a restare al margine, in silenzio, a non disturbare il mondo con la mia voce, a nascondere ogni frattura dietro una facciata senza macchia. Ma quando vacillo, quando il tremito scuote le fondamenta del mio essere, sono l'unica a saperlo. Lo sa solo la notte, complice silenziosa, che ha accolto il mio pianto muto fino a farmi crollare, esausta e vuota, stretta nella solitudine del buio. Quante volte ho cercato una risposta, e quante altre ho sussurrato parole alla mia solitudine, come fosse l'unica a capirmi davvero.

Il passato è una lama sottile, entra sotto la pelle e si annida lì, senza mai davvero lasciarci andare. Puoi correre via, fingere che non ti segua, ma ogni scelta, ogni ferita, ogni respiro è segnato da ciò che è stato. Non c'è modo di sfuggirgli, non si può cancellare. Il passato ci plasma, è il riflesso sbiadito in cui ci specchiamo ogni giorno, e anche se fossi vissuta diversamente, anche se non ci fossero queste crepe, non sarei chi sono. Sono le mie cicatrici a definirmi, anche quando vorrei ignorarle.

Mi sistemo i capelli, quei boccoli perfetti che mia madre ha voluto per la cena di stasera, un'altra serata di sguardi falsi e sorrisi impostati. Mi guardo nello specchio, chiudo gli occhi per un istante e lo sento. Il profumo di un'assenza che non mi lascia mai, che mi avvolge come un abbraccio invisibile. Una lacrima scende lenta sulla mia guancia e, questa volta, non cerco di fermarla. Le permetto di cadere, di macchiare la camicetta come fosse un segno di libertà. Riapro gli occhi. Sono ancora qui, sempre qui, incastrata in questo ruolo che non ho mai scelto.

"Tesorino, sei pronta?" La voce di mia madre mi strappa al mio rifugio interiore. Sento i suoi passi avvicinarsi, il suo richiamo all'ordine. "Sì," rispondo, anche se dentro di me qualcosa grida il contrario. Non voglio affrontare un'altra serata fatta di vuoto, di apparenze che contano più di ogni verità. Non voglio passare ore con persone che non mi conoscono, che non hanno mai avuto il desiderio di conoscermi davvero.

Mia madre entra, il suo sorriso è un comando, una maschera che non tollera dubbi. "Sei bellissima," mi dice. Ma io non vedo quella bellezza. Guardo la mia immagine riflessa: i pantaloni eleganti, la camicetta che vale più di qualsiasi emozione io possa esprimere, il trucco impeccabile, i capelli perfetti. Ma sotto tutto questo, chi ha mai cercato di scoprire cosa si cela davvero? Nessuno. Nemmeno lei.

Esco dalla macchina con la stessa grazia costruita, recitando ancora una volta il mio copione. Ogni passo, ogni sorriso, è un atto studiato, parte di un ruolo che conosco a memoria. Ma mentre mi muovo in questa scena, mentre indosso la maschera che mi è stata assegnata, mi domando: quanto tempo passerà prima che qualcuno si fermi davvero a guardare? Prima che qualcuno scruti sotto queste perle scure che sembrano solo riflettere il mondo, ma che in realtà lo assorbono, lo pesano, lo trasformano in pensieri che non ho mai osato pronunciare.

Chi si chiederà cosa c'è dietro quegli occhi che osservano tutto in silenzio, che si fanno idee senza mai esprimere un giudizio, che hanno pianto lacrime invisibili, nascoste nel buio di notti senza fine? Forse, un giorno, qualcuno si accorgerà che queste perle, lucide e impeccabili, sono incrinate. E vedrà ciò che nessuno ha mai voluto vedere: la sofferenza trattenuta, la verità nascosta dietro ogni sguardo. Mi chiedo quanto ancora dovrò attendere prima che qualcuno trovi il coraggio di vedere oltre e chiedersi chi sono davvero, sotto tutto questo.

Spazio Autrice :🫀
A voi, cuori guerrieri che non mollate mai, che possiate consolarvi e trovare la forza di ripartire anche quando si tocca il fondo. Spero che queste parole vi abbiamo toccato e spronato ad andare avanti. Aspetto le vostre considerazioni, la vostra MiraBlackwood_3

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