Parte 8

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Elias non riusciva ad accettare di aver fallito nel salvare la nonna, di perderla ancora.

In pochi attimi rivisse dall'esterno gli eventi dei giorni passati: i compaesani che andavano a prendere i due anziani non li trovavano e dopo un breve scambio di opinioni si dividevano, dirigendosi in due direzioni differenti, alcuni verso casa di Tzia Emerenziana e gli altri verso casa sua, per prelevare la nonna. Il resto del villaggio attendeva alla rupe con Tzio Bonario il più anziano del villaggio.

Portarono gli anziani verso la rupe. Elias provò un tuffo al cuore quando vide se stesso uscire dalla capanna, memore del fiume di emozioni che quel ragazzo stava vivendo.

La nonna stava per essere gettata di nuovo in mare. In quel momento lei inviò con uno sguardo un monito a suo nipote, poi si girò a guardare lui che si era nascosto dietro un cespuglio di lentischi. Gli sorrise proprio nel momento in cui iniziava a precipitare. Ecco cos'era quel sorriso che aveva visto fare alla nonna verso le montagne: non poteva saperlo allora, ma Nora non guardava malinconica il suo luogo di nascita o la montagna. Conosceva già il suo destino e stava sorridendo a lui, a un altro lui. Era già avvenuto tutto in quella stessa sequenza di eventi.

Si rese conto di aver dimenticato di chiederle il significato della frase "svegliati figlio di Eleonora".

Di chi era quella voce? E cosa significava quella frase?

Ma ormai era troppo tardi. Distratto da quei pensieri non si accorse che il giovane Elias aveva già iniziato la sua corsa verso in Nurag Marino. Lo rincorse, attento a non farsi scoprire e comprese anche cosa fosse stata quella sensazione che aveva provato, come di sentirsi seguito da qualcuno.

Arrivò al nurag proprio mentre l'altro Elias in un bagliore accecante scompariva davanti ai suoi occhi. Raggiunse il punto esatto dal quale era scomparso... Era tornato all'ora zero, da lì la sua vita doveva riprendere ad andare avanti, arricchita di due giorni che lo avrebbero segnato per sempre.

Si diresse verso il luogo in cui aveva lasciato nascosto il cavallo verde, ma era sparito. Fece per chiamarlo ma non aveva idea di come fare, non conosceva il suo nome, né un verso o un richiamo. Urlando "Cavallo! Caddu..." non solo non sortì alcun effetto, ma si sentì anche un po' stupido.

Il cavallo fatato era andato. Era il momento di iniziare con le sue sole forze la ricerca delle altre pietre e affrontare il suo destino. Non lo poteva sapere, ma gli eventi delle visioni si sarebbero manifestati molto prima di quanto immaginasse.

IL CIMITERO DEGLI DÈI - Il Principe PastoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora