Parte 26

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Era incredula. Aveva dedicato l'intera vita al sacerdozio, poi aveva indossato le vesti dell'Oracolo per trasmettere gli insegnamenti ereditati. Mai avrebbe creduto possibile il ritorno imminente della Dea, come annunciato dalla cometa. Oracolo, colei che parla in nome della Dea, ma anche sua emissaria. Gli insegnamenti della Dea erano integerrimi e l'Oracolo aveva aderito a essi con tutta se stessa. Incontrarla di persona era tutta un'altra cosa.

Verrà il giorno in cui la cometa solcherà i cieli. La Dea tornerà a camminare tra i mortali.

Ishtar sarebbe venuta a cercarla per comunicarle i suoi ordini? Avrebbe dovuto lei condurre le consorelle in qualche luogo specifico? Rimanere a Tamuli? Recarsi al Sacro Pozzo di Pauli? Non riusciva a immaginarsi l'incontro. Non si verificava da migliaia di anni e non avrebbe mai pensato sarebbe riavvenuto durante la sua carica.

La coincidenza poi che la cometa fosse comparsa durante le prove iniziatiche per le nuove sacerdotesse aveva in sé un'aura di presagio.

«È giunto il momento, Oracolo», la avvisarono dall'esterno della tenda.

Agganciò alla cintura la Cinquedea e uscì all'aperto.

Il polline dei pioppi neri regalava magia alla mattina; i batuffoli cotonosi bianchi che galleggiavano in aria come neve fermavano il tempo in un'atmosfera di sospensione.

Tra i betili erano raccolte le sacerdotesse, le novizie e le postulanti intorno alle giovani che si apprestavano a prendere i voti del sacerdozio. Una di loro aveva perso la vita, ma non c'era spazio per il rammarico. Se la Dea stava tornando non si preannunciava un'epoca di pace, tutte loro sarebbero state chiamate ad agire contro nemici di gran lunga superiori a Erchitu.

Guardò le giovani: si alternavano sguardi orgogliosi, sfiniti, emozionati, fieri. Anzùla era contrita, dalle prove aveva imparato l'umiltà e questo era un bene. Rianna sembrava inquieta, continuava a spostare lo sguardo verso il cielo in cerca della cometa, quasi invisibile alla luce del giorno.

«Siamo qui riunite oggi per accogliere queste nuove sacerdotesse nella nostra congrega, sotto la cometa che annuncia la Dea. Ishtar la benefica e la terrificante, Dea dell'amore e della guerra, della fertilità e delle tempeste.

Anath, Anutit, Aruru, Asdar, Asherat, Astarte, Ashtoreth, Athtar, Belith, Inanna, Innimi, Kiliti, Mash, Meni, Nanâ, Ninhursag, Ninlil, Nintud, Tanit.

I tuoi nomi ripetiamo, oh madre celeste, con i quali le genti ti hanno invocata e adorata. Onora queste fanciulle col tuo beneplacito e accoglile tra le tue serve.»

Le ragazze conficcarono il brandistocco sul terreno, fecero scivolare le vesti e si sdraiarono nude sulla terra fredda. Le altre sacerdotesse cosparsero petali suoi loro corpi, mentre l'Oracolo proseguiva con l'enunciazione dei voti.

«Giurate di amare e servire la dea?».

«Lo giuro», risposero all'unisono.

«Giurate di vivere in povertà, di non possedere beni materiali fuorché il brandistocco e le vesti?».

«Lo giuro».

«Giurate castità, di non conoscere corpo di uomo e conservare l'energia vitale per gli incarichi della Dea?».

«Lo giuro».

«Giurate di difendere la contea e le Terre del Mare dall'invasore?».

«Lo giuro».

«Giurate di soccorrere e aiutare l'erede nel caso si manifesti?».

«Lo giuro».

«Alzatevi sorelle. Benevola sia con voi la Dea».

«Benevola sia la Madre».

Le sacerdotesse aiutarono le ragazze a sollevarsi da terra, le novizie portarono loro le vesti sacerdotali e le aiutarono a indossarle, le postulanti consegnarono a ognuna una ghirlanda di fiori come corona. Poi le nuove serve della Dea afferrarono il proprio brandistocco dal terreno e lo sollevarono all'unisono.

«Sacerdotessa di Ishtar», pronunciarono all'unisono.

Fu allora che l'Oracolo cadde a terra e perse i sensi.

IL CIMITERO DEGLI DÈI - Il Principe PastoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora