4 - Ammira e spera, fa che si avvera.

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I do not depend on anyone. I do not belong to anyone.

~HAYLA~

"Quindi i solidi sono connessi tra di loro, cioè che hanno la stessa forma e lo stesso volume perché hanno una forza inteparticellare . Giusto Achernar ?"

Nel mentre rimetto tutto a posto. Tutte le persone che frequentano il corso sono andate via, esclusa me e Achernar.

Sospira. Fa cadere la penna sul tavolo.

"Hai capito bene Hayla. Oggi sei stata molto attenta".

"A cosa? " penso " alla lezione?"

"A vedere le mie labbra" precisa lui.

É vero. Era un via vai continuo tra il vedere il libro e seguire il movimento delle sue labbra.

Non sono labbra normali. Sono spesse e rosee. Perfette.

"Ti sbagli di grosso, cosa ne dovrei fare delle tue labbra? Sentiamo".

"Di certo non lì poserò sulle tue" .

"Non te lo chiesto, infatti".

"Lo farai" .

"Cretino" .

Mi alzo e raccolgo le mie cose.

" Cosa fai stasera?"

Di solito il sabato le persone"normali" , escono con i propri amici, vanno in pizzeria, in discoteca.

Io invece faccio parte di quelle "anormali" , non esco - tranne se é di mia spontanea volontà che decido di uscire - resto in pigiama, ordino la pizza o il mcdonald's.

Mi tuffo a letto . Apro Netflix, scelgo una serie a caso e la guardo.

Questo è il sabato sera perfetto.

"Oggi é la serata dell' ammira e spera ."

"Stai scherzando vero?" . Chi é che nominerebbe una serata ammira e spera? Qualche esaurito. Ovvio.

"No" . Afferma duro.

"Dove si terrà?"

"Sul terrazzo della scuola. É una nostra iniziativa che proclamiamo da quando abbiamo messo piede qui dentro io e i miei fratelli."

"Vengono le persone?".

"Certo, chiunque va pazzo per ammirare le stelle e esprimere i desideri ".

"A che ora?"

" A mezzanotte."

"Ci sarò."

"Non sei invitata. Non ti ho chiesto esplicitamente di venire."

Non può decidere su quello che posso fare e quello che non posso fare. Lui per me non è assolutamente nessuno, solo un conoscente, incontrato per pura sfortuna.

"Non decidi tu. Io faccio quello che voglio, non quello che tu vuoi".

Lo guardo,minacciosamente. Apro la porta e vado via.

La mezzanotte é tra esattamente tre ore. Sono ancora le nove di sera. E quasi tutti gli studenti, forse solo quelli che hanno problemi mentali come quelli dei Davis, si dirigono già verso il terrazzo della scuola.

Ho fame. Tanta fame. Non posso morirmi di fame. Entro in un' locale situato all' interno dell' università.

Sì può definire come una specie di ristorante . Ci sono  tanti tavoli. La pista da ballo. Un via vai di camerieri continuo che portano varie portate, tra cui, la calamarata, l' amatriciana, paella, e per avere un tocco più sfizioso e godurio : la pizza. Sì signori, avete capito bene. La pizza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 03 ⏰

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