Capitolo 2

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Eccomi qua...

Sono immersa nella vasca a fare le bollicine,mentre inizio a pensare come siano andate queste due settimane. In poche parole, una merda!

Ricapitolando:
- Ho iniziato l'università che almeno non mi richiede tanto tempo visto che è appena iniziata;
-Il lavoro sono riuscita ad averlo,peccato che quasi sempre sono ad ore serali. Finisco alle l'una di notte per poi correre a casa e dormire;
- Devo ancora finire di traslocare bene, con poche energie.

Ho conosciuto anche una ragazza, Irina. Era davanti al mio banco quando mi ha chiesto se poteva sedersi.
Le dissi ovviamente che poteva e ogni tanto avevamo delle conversazioni.

Almeno una persona la conosco, ora posso anche smettere.

Non mi vanno a genio le persone,quelle nuove poi, ma devo. Passare la vita a stare da sola non mi porta a nulla,devo andare avanti.

Decido che è il momento di alzarmi dalla vasca per poter iniziare a vestirmi per lavoro. Se penso a tutte le persone che ci saranno,di cui la maggior parte ubriaca mi si stringe lo stomaco.

Strano da dire,ma non bevo,certo fumo e anche tanto,ma almeno il fegato è apposto. Sono 6 anni che non bevo, non che avessi mai iniziato, ma mi ha sempre fatto abbastanza schifo anche l'odore.

Però un bicchiere di vino rosso lo accetto volentieri se offerto.

Mi guardo davanti allo specchio e inizio a spalmare il mio corpo di creme e oli. Sono sempre andata fiera del mio fisico, ho le curve tutte belle e il grasso non c'è se non sulle cosce, ma non è mai stato un problema. L'unico problema sono le smagliature per via dei fianchi larghi, ma le amo, amo ogni parte del mio corpo. C'è solo un posto che odio vedere, ed è il basso ventre dove c'è la cicatrice, non esageratamente grande, ma la "x" che forma fa sempre sgranare gli occhi a chiunque la veda.

Proprio mentre penso a quel dettaglio,lo sfioro, ma è come se fosse stato appena fatto e lo sento bruciare,ma è soltanto per i sensi di colpa quel bruciore.

"Va bene così" mi ripeto semplicemente.

Faccio in fretta e furia e corro per le strade di New York per non arrivare in ritardo. Dopo nemmeno 10 minuti mi ritrovo all'interno a salutare ed a iniziare a chiedere le ordinazioni.

Minchia il panino al salame..

Mentre sbavo per quel panino, la mia pancia inizia a brontolare.

Maledetto panino,spero che bruci!

"Buonasera, cosa vorreste ordinare?" chiedo mentre alzo gli occhi verso le persone sedute. Ed è proprio quando alzo lo sguardo che vedo quei occhi neri visti giorni indietro.
Non stanno guardando me o qualcosa ma semplicemente sono concentrati nella sigaretta che sta fumando.

Perfetto ora ho pure voglia di una sigaretta,oggi non è giornata.

"Bellezza 6 jager e siamo apposto" dice uno semplicemente, facendo un sorriso da cafone a fine frase.

Bellezza?Ti prego Venus morditi la lingua altrimenti ti licenziano in un nano secondo!

"Certamente" dico con un falso sorriso, ma il fastidio è troppo, anche se è per una cosa da poco, "Preferirei che si riferisse a me in modo formale,non mi pare di essere sua madre o una sua amica".
Fiera della frase decido di girare i tacchi, non prima che però il ragazzo in questione mi prende per il polso e mi mette faccia a faccia con lui.
"Avete visto,la nuova cameriera ha le palle, quando durerà qua dentro? una settimana massimo" sorride tranquillamente, "Nathan,tuo zio nel scegliere le sue dipendenti non è il migliore fattelo dire".

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