"Qualcuno qua ha mai sentito parlare di Dirac?" chiese la professoressa di fisica.
Nessuno rispose,fin quando non alzai la mano controvoglia.Le materie scientifiche erano la mia soddisfazione più grande,mi interessavano enormemente e eccellevo in quello.
"Dirac affermava che -se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati,non possono più essere descritti come due sistemi distinti,ma in qualche modo, diventano un unico sistema- ed è una delle sue frasi più conosciute oltre che essere stato romanticizzato tanto." non volava una mosca nell'aula,fin quando non mi fecero un'applauso.
La prof chiese dopo qualche istante il silenzio per complimentarsi con me.La scienza in qualche modo spiegava come girava il mondo,non trovavo quasi mai niente di credibile se non fatto dalla scienza.L'unica cosa non confermata dalla scienza e a cui credevo,era proprio il Destino.
Quindi fin da piccola cercavo via internet il perché dei sentimenti,avvenimenti o altro.Seguii le lezioni del mattino tranquillamente, ed effettivamente dopo quattro ore di fisica,ero davvero stanca.Stavo ancora riflettendo su ciò che Dirac sosteneva,era impossibile che dopo essere stati separati essi erano comunque una cosa unica.
Questo ragionamento lo metto in pratica nei rapporti umani,dopo un periodo di tempo,è impossibile che continuavano ad essere una cosa sola. Fermai i miei pensieri solo quando arrivai nella mensa.Appena individuai un tavolo libero,mi misi a correre per prenderlo.
L'unica cosa che potevo fare mentre mangiavo era studiare,dovevo eccellere,dovevo continuare a tenere la mia mente occupata.
"Scusami Venus,posso sedermi?". Ad interrompermi era Irina,una ragazza davvero bella da sembrare una modella. Altezza media con due occhi celesti e i capelli di un biondo cenere.
In questo periodo,anche se solo per qualche chiacchierata,ho constatato che è davvero una ragazza dolce e premurosa, ma specialmente molto intelligente.
"Ma certo che puoi sederti".
Il suo unico difetto,per quanto mi dispiace dirlo,ma è davvero una ragazza tanto timida. Vorrebbe socializzare nel cuor suo,ma ha l'ansia e la paura di poter dar fastidio. Siamo due persone solitarie con la differenza che lei non vuole esserlo e che io invece lo cerco ci sto bene.
"Come sta andando con gli studi?" ,Dio mi ha fatto con un grande cuore e mi dispiacerebbe lasciarla da sola.
"Bene,anche se sto andando pazza con matematica" dice facendo un sospiro di esaurimento.
Mi scappa una risatina, "Se vuoi ti aiuto io" mi proposi tranquillamente.Cazzo,ma io quando la aiuto esattamente che non ho nemmeno il tempo di pisciare?
"Se per te non fosse un problema" mi chiese speranzosa. Come potevo dirle di no? Mi ero proposta e ora mi tiravo indietro? Anche no!
"Ma cosa pensi,ovvio che non è un problema," le sorrisi di nuovo "se vuoi venire da me alle sette,mangiamo insieme e poi possiamo andare anche ad una festa?" le proposi allo stesso tempo.
"Ho sentito che stasera ci sarà una festa ad una villa,sono invitati tutti gli studenti,possiamo provare ad andarci" ci riflettò lei.
ERA UN OTTIMA IDEA!
Amavo le feste,semplicemente in questo periodo era tutto così pieno che non ero ancora riuscita a divertirmi.
"È perfetto allora, ti dò il mio numero e il mio indirizzo di casa,alle 7 in punto da me!" le dissi euforica. Tutta quella euforia si spense quando la campanella suonò e mi scappò un urlo isterico.
"Irina dobbiamo andare in informatica" piagnucolai.Erano ormai le 8 e dopo un ora passata a studiare e mangiare ,o meglio dire, a bere vino rosso,era arrivato il momento di prepararci.
Irina si stava vestendo nel mentre che io mi truccavo con una precisione perfetta.
Avevo optato per una base matte,un po' di eylainer e mascara, e con il pezzo grosso, il rossetto rosso.
Dico pezzo grosso perché le mie labbra essendo già grandi risultavano ancora di più con questo colore.
I capelli decisi semplicemente di piastrarli,e il vestito che avevo scelto era perfetto.
Era un abito molto aderente e corto, nero con qualche dettagli in pizzo,non mi stava scollato,nonostante la mia quarta abbondante,ma me lo faceva risultare comunque tanto.
Sotto misi delle collant fino alla vita con tutti dei ricami in pizzo,e per essere perfetta indossai dei tacchi neri meravigliosi.Invece Irina aveva raccolto i capelli in una coda tirata,andando a farsi un trucco simile al mio con l'aggiunta di ombretto scuro sulle palpebre.
Il vestito invece era di colore bianco,corto anch'esso, ma le metteva in risalto le gambe lunghe e il sedere alto e tondo. I tacchi invece era anch'essi bianchi ma con un fiocco dietro.
Quando ormai eravamo pronte,siamo scese per le scale con estrema calma ,visto i tacchi vertiginosi,per poi dirigerci con la sua macchina verso questa villa.Provammo a muoverci ma la casa era infestata di persone ubriache,puzzolenti e fatte.Ho sempre pensato che le feste migliori erano quelle a Milano,quelle un po' fashion,ma purtroppo trovandomi qua non ho più l'opportunità di poterle fare più. Con gli occhi di chi si è pentito di essere venuto,io e Irina con le mani intrecciate per non perderci,decidiamo di buttarci all'interno per ballare.
Alla fine siamo venute per questo no?
E la serata la passiamo all'incirca tra un tavolo e un angolo della pista,spensierate e felici,fino a quando non vengo spintonata come forza.
"Bellezza ci rivediamo vedo", e dio preferivo ritrovarmi uno squalo piuttosto che il biondino della scorsa volta."A quanto pare la fortuna non è stata dalla mia parte nemmeno sta volta" rispondo semplicemente,anche se sò che tutto il suo gruppetto e Irina ci stanno sentendo. Trovo la situazione alquanto imbarazzante,ma non mi farò di certo mettere i piedi in testa da un coglione qualunque.
Deve nascere altre 20 volte prima di poter fare il furbo con me.
"Quanto sei acida,ti servirebbe una bella passata,magari i nervi ti si tolgono" mi propone con un sorriso che non promette bene,e allo stesso momento prova a toccarmi il fianco."Piccola vieni più vicino,altrimenti le caramelle non le porti a casa"
"NO!" urlo in preda alla paura. Il biondo davanti a me si ferma,cercando di capire cosa mi fosse preso, e solo in quel momento vedo quei occhi neri,di nuovo lì.
Non ho mai visto questo colore,sono simili ai miei,con la differenza che i suoi non si illuminano per nessun motivo. "Prova anche solo a sfiorarmi e ti faccio rimpiangere di essere nato" dico a denti stretti non solo a lui,ma a chiunque ci provi.
"Calma dolcezza, l'amicizia non esiste nel tuo vocabolario?" "Sto bene da sola,grazie. Irina vieni." dico semplicemente e mi metto a correre verso i bagni. "Finalmente" dico quando faccio entrare Irina e aspetto fuori che finisca."Cameriera,come mai scappa sempre?" e come mi giro,lo vedo nuovamente,Nathan.
E cavolo se è un bel ragazzo,peccato quel carattere.
"E come mai lei mi segue sempre?Ho perso per caso la scarpetta ?" chiedo.
"Mi piace il modo in cui risponde, fosse brava a lavoro come lo è nel discutere,sarebbe impiegata dell'anno" mi deride. Ma come si permette?
Proprio quando sto per rispondere esce dal bagno Irina che ci guarda straniti. "Sa ,mi piacerebbe dimostrarle l'incontrario,ma in questo momento ho di meglio da fare.La prossima volta venga di nuovo al bar,così le farò credere l'incontrario." e con questo mi chiudo in bagno.Maschilista e egoista,uomo di merda.