Kairos l' aveva attesa con l'impressionante sguardo dorato fisso sull'uscio a volta, sorridendo al suo arrivo come ogni sua visita.
Anche nel giorno dell'ultima consegna il Drago Divino vibrò d'amore puro per la giovane Sacerdotessa, attendendo che lei gli giungesse vicino per porgergli i suoi saluti.
Evelayn, già con gli abiti rituali indosso, si chinò su un ginocchio ascoltando la schiacciante, incontaminata essenza della Bestia aleggiarle intorno.
Era un'energia immensa, dissestante, ed ogni cosa in quell'area ne traeva beneficio. Tutto era più luminoso, l'erba, i fiori, le stelle.
L'Arith pose la mano destra sulla spalla sinistra ed accennò l'inchino, ma Kairos la bloccò, dicendo:
"Non essere sciocca, Evelayn. Avvicinati a me, lascia che ti accolga. Smettiamola con tante cerimonie. Ancora poco e ci lasceremo per sempre."
Evie amava quella creatura con tutto il suo cuore, e quelle parole le carpirono una smorfia di amarezza.
Odiava dover dire addio.
Lo aveva sempre odiato.
Quel sentimento contrastante di rabbia che da sempre aveva provato per Kairos, per via delle innumerevoli morti dei rapaci, parve scomparire del tutto soltanto allora.
In quel momento soltanto, mentre il Drago abbassava l'imponente muso sul pavimento avvicinandolo a lei e facendo tremare la terra, Evelayn fu libera di amare Kairos davvero.
Profondamente, senza confini, senza l'astio che aveva sempre provato. In quel perfetto istante, almeno, lo amò completamente.
Quell'amore autentico vibrò attorno a lei, con la minuscola fronte poggiata al colossale muso del Drago.
Le loro energie si cercarono, si parlarono e vibrarono all'unisono, come sempre era stato fin dai primi passi di Evelayn.
In quell'attimo tornarono tutti i bei ricordi in compagnia di Kairos, uno per uno fin da quando Evie non era che una piccola bambina, ancora incapace di camminare.
Kairos era sempre stato l'essere straordinario che conosceva e l'aveva guidata nel suo ruolo, come con ogni Sacerdote, a partire dal principio. Aveva provato affetto per lei, sin da subito.
E sebbene lei fosse una dei tanti in quella stirpe, il loro rapporto poteva definirsi diverso, in qualche strano modo.
Speciale, orsì, così era.
Avevano gradualmente imparato a conoscersi, venire in contatto. Avevano riso assieme, pianto.
Si erano anche detestati, invero.
Ebbene in tante, tantissime occasioni quante erano le stelle nel cielo quei due si erano rivolti parole d'odio e disprezzo, non si erano parlati per stagioni intere e tra loro aveva vinto il silenzio.
Ma in quel perfetto momento si amarono.
Poi Evelayn si staccò da Kairos e l'incanto di quell'irripetibile, prezioso istante si concluse.
Tornarono così, uno di fronte all'altra, lui la Bestia Divina e lei la Sacerdotessa Drago.
La giovane Arith Elementale della terra si prostrò in tutti i casi in una riverenza, arretrò di qualche metro e si preparò per l'ultimo rituale. Impugnò con forza lo scettro dopo essersi liberata dei suoi bagagli, svuotò al meglio la mente e chiuse gli occhi.
L'energia della terra le si accese attorno e le parole magiche in Lingua Madre le affluirono alle labbra spontaneamente, senza ormai nemmeno bisogno di pensarle.
STAI LEGGENDO
I racconti di Tristan
FantasyTristan non aveva più mollato quel plico da quando Nazar lo aveva aperto e gli aveva narrato la fine. Rudy si chiese cosa raccontasse, per appassionarlo tanto.