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POV'S CRIS
Primo giorno di scuola. La paura di non essere all'altezza di nessuno. La paura di chi si sente solo. La paura di chi è solo.
Entro in classe e vengo ovviamente presentata dal bidello come la 'nuova compagna', quella del sud, e manco fossi un'extracomunitaria mi allontanano e mi guardano un po' con disgusto. Io non sono razzista, parlo così perché, insomma, siamo a nord! Qui tutto è diverso, a partire dalla mentalità delle persone, per questo avevo paura di non essere accettata, paura di non ambientarmi. Mi siedo, in un banco in prima fila, da sola. La mia classe è grande e luminosa, tutta un'altra storia rispetto a quella che avevo nella vecchia scuola. I muri sono puliti, nessuna scritta, nessun disegno e la vernice, stesa perfettamente sulla superficie, è di color verde mela, tendente all'azzurro. Si respira aria di nuovo, o forse la respiro solo io. I banchi, nuovi di zecca, sono anch'essi verdi e privi di segni del tempo e di gonne da masticare attaccate sotto. Le lavagne pulite e in mezzo alle due lastre nere, un calendario e un crocifisso. Lo ammetto, tutto é più in ordine, più decente, ma la mia vecchia classe aveva quell'aria vissuta che non avrei cambiato con nulla al mondo. Metto fuori i libri, l'astuccio e il diario e aspetto l'inizio della lezione mentre i miei 'compagni' urlano e schiamazzano saltando e correndo per l'aula. Ad un tratto entra un ragazzo che attira subito la mia attenzione, biondo, occhi grigi che col riflesso del sole brillavano come fossero verdi. Si avvicina e mi dice:
- Scusa, è il mio posto.
- Ah, perdonami. Non lo sapevo, sono arrivata oggi e ho visto il banco libero, mi sposto subito.
- Nono, resta, ci entriamo entrambi.
Sorrido e lo guardo finché non gira e poggia il suo zaino accanto a me.
Poi si dirige verso gli altri che appena lo vedono si piombano su di lui, soprattutto una ragazza, una bionda che non mi è piaciuta dal primo momento, ha occhi neri che sorridono maliziosamente a tutti, ti guardano come se volessero ucciderti o come per dirti: adesso ti scopo. Il suo look dice la stessa cosa: indossa un paio di jeans e una canotta fucsia scollata che lascia scoperto l'ombelico.
Torno a pensare alle mie cose, ai miei affetti, al mio migliore amico, al mio ragazzo, quando vengo riportata alla realtà da un rumore. Mi giro e vedo quella ragazza, Mary, credo di aver capito, che insieme ad altre aveva fatto cadere a terra tutte le mie cose.
- Ops. Scusami, sono davvero sbadata. Le altre ridono.
- Non preoccuparti- le sorrido e mi abbasso a raccogliere tutto.
- Sono Mary, piacere e tu? - avevo indovinato.
- Cris, piacere.
- Di dove sei?
- Sono del sud
- Oh ho sempre sognato andarci ma mi hanno detto che ci sono cose orribili lì...
- Ad esempio?- domando incuriosita io
- Mafia- dice guardando in alto come per pensare- troppi extracomunitari- continua a guardare in alto- gente povera che chiede la carità in mezzo alla strada- e abbassa lo sguardo su di me.
- La mia terra è bellissima, e tutte le cose che hai elencato ci sono anche qui. - dico fiera io.
- Sarà, ma non credo, guarda la differenza tra me e te! - e scoppia a ridere, le sue amiche le vanno dietro.
- Già, si nota solo guardandoci negli occhi chi è puttana e chi no.
- Cerchi guai, ragazzina?
- Tu cosa cerchi?
Sta per rispondere ma viene bloccata dal ragazzo di prima:
- Mary ti sembra modo di accogliere i nuovi arrivati? Lasciala stare a vattene.
- Mi ha provocata e..
Avrebbe continuato a parlare e a dire bugie se non fosse suonata la campanella e non fosse entrato il professore.
Abbiamo fisica a prima ora, ma ho troppe cose a cui pensare per concentrarmi.
Il ragazzo mi si siede accanto e io lo ringrazio molto timidamente, senza guardarlo in quegli occhi.
- Ma figurati, quella è un'arpia. Piuttosto, tu come ti chiami? - dio, mi ha 'salvata' da quella stronza ma non ci siamo nemmeno presentati.
- Cris, e tu?
- Dawson, Cris è l'abbreviazione di..? Cristin?
- Emh.. No.. Preferirei non dirlo, me ne vergogno un sacco..
- Dai, ti prometto che non lo dirò mai a nessuno..
Non riesce facilmente a convincermi ma alla fine ce la fa:
- Crispina, che schifo.
- Tu ti fai schifo?
- Eh?
- Rispondi.
- In che senso?
- Se ti chiamassi Crispina ti sentiresti una merda?
- Si..
- E se ti chiamassi Cris?
- Anche..
- Mmh.. Con quale di più?
- Non so, Crispina, credo.
- Ecco!
- Cosa?
- Proprio come immaginavo! Il nome è il primo fattore che alza il livello di autostima in una persona e così anche quando non c'è motivo di 'farsi schifo' le persone hanno un'autostima bassissima, è il tuo caso.. Guardati. Cos'è che ti fa schifo?
- Tutto, Dawson.. - sorrisi leggermente
- Cris..-
- SIETE AL PRIMO BANCO VOLETE SMETTERLA? Oddio ma lei è la ragazza nuova? Signorina, è stata capace di far parlare il signor Dawson che non parla mai soprattutto durante le mie ore, e che è il miglior alunno del mio corso. Capisco che forse state facendo conoscenza ma allora perché non la fa con tutta la classe? Mi perdoni, avevo dimenticato che oggi sarebbe arrivata.- squilla la voce del professore che va calmandosi via via che parla.
- Su, venga qui!!
Guardo Dawson spaventata che mi sorride e mi fa l'occhiolino:
- Tu sei Cris. E sei ciò che scegli di essere.
Vengo accolta dalla mano del professore che si presenta:
- Io sono il professor Smith, davvero piacere. Su si presenti a tutti.
- Beh.. Io mi chiamo Cris, sono venuta dal sud. Mi sono trasferita perché mia madre ha trovato lavoro qui anche perché mio fratello studia in questa città all'università. Andavo allo scientifico e.. Basta. Non c'è altro da dire.
Ad un tratto vedo una mano che si alza tra i banchi, era la stronza.
- Signorina ha qualcosa da dire? Una domanda da fare?- chiede sorridente il professore, quell'uomo bassino, quasi calvo con pochi capelli bianchi in testa, un po' di pancia e che indossa una camicia a quadretti marroni e un papillon dello stesso colore, cominciava già a darmi sù i nervi.
- Cris, è l'abbreviazione di quale nome? - la stronza sorride maliziosa, ancora una volta.
Deve aver sentito la discussione tra me e Dawson, lo guardo e vedo che lui sta guardando Mary tutto incazzato. Io divento viola, esco la palle e rispondo:
- Cris è Cris, io sono Cris, non è l'abbreviazione di niente. Professore scusi ma io ho finito di parlare, possiamo tornare alla lezione.- riprendo fiato, guardo la stronza, è rimasta a bocca aperta; poi guardo Dawson, che mi sorride mostrandomi tutti i denti e mi fa l'occhiolino di nuovo. Vado a sedermi:
- woooow, complimenti, complimenti davvero, batti il cinque!! - lo accontento e sorrido, sorrido davvero. Torniamo alla lezione, ha già capito molto di me, anche se io non so proprio nulla di lui. Non vedo l'ora di scoprirlo però.

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