Vous pouvez repeter?

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Vedo Stella davanti al centro sportivo, ha un vestitino corto e nero, con sotto delle scarpe con il tacco. Avrei preferito trovarmi davanti un ragazzo, ma voglio dire, mi ci sono ficcato io in questo casino.

"Ehilà!" Dico io, chi dice più ehilà? Sono serio?

"Ehi, come va?" Mi chiede lei con tono gentile, guardo i suoi capelli rossi e ricci ricaderle sulle spalle e gli occhi chiari illuminati dal lampione.

"Uhm, bene, credo. Tu?"
"Bene, allora, qua vicino c'è un posto dove mangiare, ti va?"

"Certo." Dico io e diamine, mi sono ficcato in un bel casino, davvero grosso perché quando le dirò che sono gay, le ci rimarrà male e soffrirà e io ne sarò la causa.

Non so di cosa parlare, non sono mai stato ad un appuntamento, non mi piace interagire così tanto con la gente, soprattutto quando si tratta di appuntamenti.

Forse dovrei dirglielo. Farei un casino, ma devo farlo.

Arriviamo al ristorante e ci danno un tavolo.

"Allora, ti piace il posto? L'ho scelto con cura." Dice lei sorridente, io mi guardo attorno.

"Sì...sì è bello." Dico io con un sorriso.

"Sai è da tanto tempo che mi sarebbe piaciuto uscire con te, ma non sapevo se tu...insomma ricambiassi."

"Ecco Stella, io dovrei dirti una cosa..."

Il suo sguardo si rabbuia.

"Che cosa?"

"Dico...forse sarebbe meglio se te lo dicessi subito, così insomma, non ci rimani troppo male dopo."

"Okay, che cosa mi devi dire?"

Come glielo dico?

"Non sono interessato a te, ecco." Mi esce di getto e vedo che lei ci rimane male, forse dovrei spiegarmi meglio.

"Nel senso, non m'interesserebbe nessuna ragazza in ogni caso."
"Perché?" Mi chiede lei confusa.

"Credo sia ovvio, Stella." Dico io con un sorriso insicuro.

"Sei gay?" Mi chiede lei con aria quasi schifata.

Annuisco, lei scuote la testa e quasi sembra infastidita dalla mia presenza.

"Potevi dirmelo subito."
"Più subito di così!" Dico io. Lei si alza da tavola.

"Vuoi che ti riaccompagni a casa? E' buio, siamo a dicembre, le giornate sono corte." Dico cercando di essere gentile e senza riuscire a spiegarmi come lei non faccia ad avere freddo con quel vestito.

"No, tanto essendo gay...beh non credo che riusciresti ad intimidire o comunque difendere qualcuno."
"Sono gay non sono scemo, se qualcuno provasse a farti del male interverrei."
"Non credo che tu abbia abbastanza mascolinità per fare una cosa del genere."
"Puoi ripetere per favore?" Chiedo io sconvolto dalla piega che questa conversazione sta prendendo.

"Non sei molto...ecco, hai capito."

"Meno uomo?" Chiedo io cercando di arrivare al suo punto, lei annuisce e poi se ne va.

"Woah, non pensavo che la gente potesse essere così ignorante." Dico scuotendo la testa e uscendo dal ristorante.

Sgancio la mia bici dal palo a cui l'avevo lasciata, quando mi alzo mi trovo un ragazzo davanti e Dio, credo di aver perso dieci anni di vita. Lo guardo, capelli scuri, occhi castani scuri, più dei miei, più alto di me e un'aria, ubriaca?

"Sì?" Chiedo io vedendo che non parla.

"Hai da accendere?" Chiede lui mostrandomi la sigaretta che ha in mano ma è spenta.

What if I love you?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora