Avendo percorso parecchia parte del fiume,ero a notevole distanza dalla base;non mi ero mai resa conto di come fossi distante da essa prima di allora.
Dovevo volare e fare un atterraggio molto rumoroso per svegliare tutti i miei amici ed impedire che i nemici riuscissero ad entrare.
Afferrai saldamente la mia spada e spiccai il volo,molto silenziosamente:non dovevano vedermi prima che atterrassi davanti ai loro occhi.Sorvolai la base e li vidi mentre stavano per assalirla di fronte.
Sulle loro divise nere riuscii a scorgere il nome "Talaiar":non lo avevo mai sentito nominare prima di allora;ma poco importava,dovevo difendere la base.Atterrai molto pesantemente, proprio tra l'edificio e quei "Talaiar" che si bloccarono spaventati e indietreggiarono leggermente.
L'atterraggio fu cosí rumoroso e forte,che sentii i membri del team Black Soul svegliarsi improvvisamente nei loro letti e alzarsi di colpo,mentre il terreno sotto di me era solcato da crepe che partivano dai miei piedi; forse avevo un pó esagerato.Impugnai la spada,le mie ali svanirono come erano comparse e mi preparai a respingere gli intrusi.
Sentii bisbigliare qualcosa come:"la ragazza drago? Cosa ci fa qui?" oppure "da quando fa parte dei Black Soul?!",mentre sentivo i passi e le voci di Zeref e degli altri farsi sempre più vicini.
Quando comparsero dalla porta,io avevo gia abbrustolito una dozzina di persone,ma ce ne erano ancora molte altre da uccidere.
《Cosa sta succedendo qui?!》esclamó Erja girando da una parte all'altra la testa e osservando i Talaiar che cercavano di attaccarci.
《Questi "Talaiar" hanno scoperto la localizzazione della base》risposi,mentre,con un colpo netto,tagliai la testa ad un nemico; 《Hanno fatto male a mettersi contro di noi!》esclamó il boss,tirando fuori una strana pistola,con la canna dal diametro molto ampio,al cui interno si intravedevano proiettili lunghi come un dito e spessi come la falange del pollice,che contenevano una sostanza color azzurro elettrico.
Quel liquido era chiamato Dhofius,veniva estratto da una bestia molto difficile da trovare,chiamata Dhofin,che viveva nelle deserte praterie del sud.
Il Dhofin aveva l'aspetto di un grosso e imponente lucertolone blu elettrico,il cui corpo era attraversato da scariche di energia dalla potenza di dieci fulmini. I suoi denti erano affilati come rasoi,la coda era lunga e massiccia, le zampe forti e robuste.
Misurava circa venti metri di lunghezza,coda compresa,e sette di altezza.
Attaccava usando la cresta intorno alla testa,che si apriva facendo fuoriuscire le scariche elettriche e colpendo i nemici;per ricaricarsi,aspettava l'arrivo dei temporali o li generava lui stesso.
Era molto pericoloso perchè il liquido era in grado di paralizzare istantaneamente ogni essere vivente colpito,grande o piccolo che fosse.Avere un'arma con la sua energia all'interno non era cosa da poco;mi domandai come Erja avesse potuto averla.
Sofia tiró fuori la sua alabarda,Zeref prese un grosso spadone all'apparenza molto pesante e resistente,mentre Jarol era munito di una grossa mazza ferrata i cui spuntoni erano fatti della corazza di Rasghorn,un bestione molto pacato dalle sembianze di un grosso armadillo,il cui carapace era uno dei piú duri che esistessero.C'erano solo loro quattro,mentre Shey e Yhuko non erano in vista.
Dove potevano essere?
Proprio quando mi porsi la domanda,sentii lo schiocco di una freccia e l'aria venne perforata da un piccolo fulmine di legno,la cui punta di ferro si conficcó nel collo di un nemico.Mi girai verso il tetto della base e le vidi:erano li,in piedi,Yhuko con un arco in mano,pronta a tirare precisi ma letali colpi con le sue veloci frecce,e Shey che aveva un bracciale d'oro con uno smeraldo incastonato sopra che non avevo mai notato.
Con quel bracciale,scoprii, poteva controllare le piante e la natura; in quel momento mi spiegai tutti quegli alberi e quegli arbusti rigogliosi nella nostra zona,solitamente calda.Yhuko continuó ad attaccare dall'alto,mentre Shey saltó giù dal tetto e si preparò a combattere; eravamo tutti li,che ci battevamo per difendere la nostra base,la vittoria contro quei miseri soldati era nelle nostre mani,quando sentimmo dei passi farsi sempre piú vicini;passi molto lenti e pesanti,che facevano tremare il terreno sotto i nostri piedi.
Mi voltai verso la direzione da cui provenivano e vidi dieci enormi bestioni grigi,alti circa cinquanta metri,con una gigantesca corazza sul dorso,la coda irta di spine,le zampe anteriori munite di lunghi artigli taglienti,il muso lungo e affilato,gli occhi piccoli,a confronto del corpo,ma con una vista acutissima, cavalcati da alcuni Talaiar.
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L'anima di fuoco
Pertualangan"Quando vidi la carrozza allontanarsi velocemente, mi sentii persa. Le macerie alle mie spalle, che una volta furono una casa accogliente e calda, erano ostili e tristi. Al loro interno giacevano i cadaveri dei miei parenti appena uccisi da quegli u...