Capitolo 2 - Sweet meet

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I quattro amici si incontrarono in un bar la sera stessa per architettare un piano per far incontrare Theia e Arin.
"Odio le cose forzate", disse Ty sbuffando.
"Azzì", rispose quasi imprecando Nancy.
"To pà", urlarono i restanti tre in coro a quest'ultima, scoppiando a ridere di gusto.
"Stupidi", mormorò ghignando l'amica, guardandoli male.
Adoravano quel modo di dire inventato da loro per canzonarsi, gli altri non avrebbero capito il loro gioco.
"Adesso lo pediniamo", annunciò maliziosamente Everlie.
Theia la guardò di sbieco, non voleva passare per una stalker. "Potremmo incontrarlo per caso. Quando lo incontriamo tu, pluf! Me lo presenti".
"Piano troppo monotono; bussa a casa sua chiedendogli lo zucchero, stile film", disse Nancy sorridendo a 350 denti.
"Io propongo di andare nei posti che frequenta e sperare di incontrarlo lì. Quando lo incontreremo io gli andrò vicino attaccando bottone e tu verrai con una scusa a presentarti. Ricordati di parlare di tatuaggi. Sono la sua passione", disse Alan mettendo d'accordo tutti.
Era come uno psicologo per loro, riusciva a farle ragionare nei momenti più bui e a tirarle su.
Theia analizzando la sua figura alta e snella, rise dei suoi modi di fare. Del suo tic di battere continuamente la sigaretta sul tavolo dalla parte del filtro prima di fumarla, della sua quasi cecità che lo costringeva a non togliere mai gli occhiali marroni. Era naturale, come l'acqua.
Concentrandosi sulle due amiche, vide Nancy intenta a sistemarsi i lunghi capelli scuri dietro le spalle. Era come una sorella maggiore, capace di capire se mentiva e se c'era qualcosa che non andava in lei.
Invece Everlie era, a suo dire, scoppiettante e piena di energia con i suoi capelli ambrati. Era fin troppo sensibile a volte, e molto passionale. Si completavano tutti e quattro, erano l'uno ciò che l'altro non era.

Decisero di cominciare il loro piano il giorno dopo ma per tutta la settimana seguente non ottennero risultati.
Un sabato sera, recatesi le ragazze al bar più frequentato del paese, ridevano e scherzavano con alcuni ragazzi.
Ad un tratto Theia lo vide ed un'espressione sgomenta ed impaziente si dipinse sul suo volto. Insieme alle altre chiamò fulminea Alan che sfortunatamente quella sera non era presente.
"Dove sei?!", disse lei non appena rispose.
"In macchina, voi?", rispose distrattamente l'amico.
"Al bar, c'è quello. Vieni, S-U-B-I-T-O"
"Ma sempre quando non ci sono io? Checazzo"
Theia riattaccò e attese nervosa, sperando che il ragazzo non andasse via.
Il momento arrivò, e la giovane ebbe un attimo di esitazione, ma Nancy le lanciò uno sguardo omicida e, raccolto il suo coraggio, si fece avanti.
Beh, era bellissimo. Più alto di lei, snello, capelli color cioccolato che ricadevano in piccoli riccioli sulla fronte. Ciò che più l'attraeva erano i suoi occhi scuri che si incollavano a quelli di lei recandole come reazione un intenso rossore alle guance.
Alan la presentò e lei gli strinse docilmente la mano. Nel momento in cui sorrise, si sentì sprofondare e ricambiò imbarazzata.
Cominciarono tutti e tre a parlare e la ragazza sperava che la conversazione si protraesse perché sentiva uno strano, quasi asfissiante, bisogno di fissarlo.
Quando si salutarono si sentiva intontita ma un sorriso le avvraversava interamente il volto.

Arin la squadrò da capo a piedi, osservando i capelli della sua protetta che le ricadevano sul busto, fasciato da un abito nero che la snelliva ulteriormente e il suo viso non chiaro come al solito ma porpora che risultava delicato.
-È proprio carina-, pensò.
Rimase colpito dal suo coraggio. Coraggio che aveva racimolato per lui.

La sera stessa, Theia ricevette un messaggio su un sociale network ed era proprio Arin, non riusciva a crederci.

Dal giorno seguente, cominciarono a sentirsi e vedersi. Era piacevole per entrambi, anche se l'elfo era consapevole di non poterla trattenere a lungo sulla terra. Il tempo era agli sgoccioli.
"Oggi stabilisco lo yes day", scrisse in un messaggio Theia.
"Cioè?", rispose Arin.
"Qualunque domanda o richiesta tu mi faccia io risponderò si".
"Stupendo. Ho già in mente qualcosa, passo a prenderti alle 9"
Si ritrovò cosi, lei, seduta sulla macchina del ragazzo, con una gonna di cotone che le arrivava appena sopra le ginocchia, bendata.
Non faceva eccessivamente freddo quella sera, il cielo era limpido.
Lui la bendò ridendo e, una volta finito il tragitto, la fece scendere e la condusse in un appartamento.
"Ora dobbiamo salire le scale", disse lui su di giri.
Le prese le mani e contò i gradini.
"Ti uccido appena mi togli questo coso dagli occhi", sibilò lei a denti stretti.
"Non lo faresti, lo so"
-Se continui così non mi dai altra scelta-,rifletté lei.
29 scalini.
Una volta dentro la fece inginocchiare, sempre bendata, e cominciò a muoverle le braccia bagnandola di tanto in tanto con dell'acqua. Erano movimenti rapidi e decisi, ma la posizione scomodissima.
Quando terminò, le disse che era yoga, ma in realtà era un rito di iniziazione per risvegliare la sua natura nìnfea.
Continuarono a parlare, sdraiati per terra finché lui non aprì bocca per dirle che prima di andare, doveva fare una cosa.
La baciò. Fu un bacio alquanto strano, non vi era traccia di emozioni, era come se avessero baciato un fratello o una sorella.
Per giorni lui non si fece sentire, nè vedere.
Lei, sempre più nervosa, si decise a mandargli un messaggio dicendogli che dovevano parlare.
Le sue ultime certezze sarebbero presto venute meno.

Quella sera il tempo era più o meno tempestoso e Theia non riusciva a star ferma talmente i nervi la attanagliavano.
Non concepiva l'idea che da un giorno all'altro il ragazzo fosse divenuto quasi uno sconosciuto non degnandola più di attenzioni, neppure di un dannato SMS.
-Come si fa a baciare una ragazza e poi divenire inesistenti? Non lo capisco. Riesco a comprenderlo in mille altre cose ma non in questo.- , pensò rabbiosa.
Gli sputò subito tutto nel momento esatto in cui mise piede sulla sua automobile. Lui ascoltò, rifletté ed infine rispose, placido.
"Per quanto tu mi capisca, io non ho interesse emotivo nei tuoi confronti, il bacio è stata pura attrazione fisica. Non mi sento coinvolto dentro, non sento niente per te"
Ricevere uno schiaffo avrebbe fatto meno male. Ty si sentì impotente ed inutile.
"Stavi giocando con me allora?",urlò fuori di se.
Cominciò a tirare un forte vento.
"No, proprio perché non voglio questo preferisco dirti la verità. Se non ti avessi detto niente ti avrei trattata come in passato facevo con altre combinando casini. Sono qui a parlare con te e spiegarti cosa mi passa per la testa perché ci tengo a te", disse lui disinvolto.
Un sorriso amaro fece leggermente piegare gli angoli della bocca della ragazza.
"Non mi sembrava che ti dispiacesse vedermi sai?", disse mentre calde lacrime cominciarono a rigarle il volto.
"Non mi dispiaceva nè mi dispiace tutt'ora, ma non provo niente"
Per non mostrarsi debole, dapprima lei si girò dalla parte del finestrino, poi, lo fissò infischiandosene delle lacrime.
"Sei un'idiota!", urlò.
Cominciò a piovere e quello era solo l'inizio della dura lotta che li attendeva.

The whispers of trees - I sussurri degli alberiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora