Capitolo 4

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Aurora

Passai il resto della serata con Aspen, Max e gamma Remus, che insistette perché abbandonassi la formalità e lo chiamassi semplicemente per nome.

Accettai, a condizione che lui evitasse di usare il titolo di lady o di luna con me. Non l'avrei accettato in nessun modo.

Rientrai a casa al tramonto. Mi sembrava strano entrare in casa senza nessuno ad accogliermi, ma dovevo abituarmi all'idea che la mia famiglia non ci fosse più.

Una volta entrata, mi diressi in cucina per sistemare la spesa, ma sentii squillare il telefono; mi precipitai nell'angolo in cui lo tenevamo nella zona giorno e risposi.

"Pronto?"

"Grazie a Dio! Dove sei stata? Stavo iniziando a farmi prendere dal panico!" La voce di Emma rimbombò dall'altro lato della linea.

"Emma? Che succede?" Le chiesi.

"Come sarebbe a dire, che succede?! Sono stata molto preoccupata. Mamma mi ha chiamato e mi ha detto che eri stata rapita e ora sei la luna?!" Urlò.

"Ma che cavolo, Rory? Perché non mi hai detto che tu e l'alfa avete fatto l'imprinting?!"

Sospirai, esasperata. Oh no, ci risiamo, pensai, alzando gli occhi al cielo.

"È una lunga storia, Emma", risposi mentre andavo in cucina per mettere a posto la spesa.

"Beh, sono tutta orecchie. Cosa diavolo è successo? Sono secoli che cerco di chiamarti, ma non sono più riuscita a contattarti", ~mi disse.

Mi ricordai che il mio telefono era stato portato via il giorno del rapimento e non l'avevo più riavuto.

"Il cellulare è andato perso quando mi hanno presa in ostaggio", le dissi.

"Perché non mi hai detto che eri la compagna dell'alfa Wolfgang? Per tutto questo tempo ho pensato che avessi solo una cotta per lui. Era questo il motivo per cui sei andata a vivere alla villa?" Mi chiese.

"Qualcosa del genere. Non potevo dirtelo perché il mio cosiddetto compagno mi aveva proibito di dire a chiunque che eravamo compagni", risposi, senza riuscire a trattenere il dolore che provavo.

"Perché? Qual era il problema?" Chiese lei, facendomi esasperare ancora di più.

Non volevo rivivere quella situazione.

"Perché sono un'omega, ecco perché. Si vergognava di me a causa del mio passato. Senti, non voglio davvero rivivere questa storia", dissi alla mia migliore amica.

Lei rimase in silenzio per un momento.

"Mi dispiace, Rory", disse infine e io mi pentii immediatamente del mio atteggiamento nei suoi confronti. Lei non ne sapeva nulla.

"Anche a me dispiace. È solo che è stato tutto così travolgente", risposi sinceramente. Gli ultimi mesi erano stati così frenetici da sembrare quasi surreali.

"Non posso nemmeno immaginare come dev'essere stato per te. Ma sono davvero fiera di te, sai? Ho sempre avuto fiducia in te e nella tua forza!"

Potevo quasi immaginare il suo sorriso attraverso il telefono.

"Non è stato un grosso problema. Ho fatto quello che dovevo fare per sopravvivere", le dissi.

"Stai scherzando? È stato Klaus a uccidere il padre dell'alfa Wolfgang e tu gli hai fatto il culo!" Esclamò.

"Ripeto, ho fatto quello che dovevo fare. Sono sicura che tu avresti fatto lo stesso, o addirittura meglio di me", le dissi alzando gli occhi al cielo.

"Certo che no! Quando capirai che sei più capace di me o di qualsiasi altro lupo là fuori? Per l'amor del cielo, hai ucciso il reietto più ricercato!"

Non riuscii a trattenere la risatina che mi sfuggì di bocca. "Oh, Emma. Non sai quanto mi sei mancata".

Mi mancava davvero. Era la mia prima e migliore amica e da quando se n'era andata a studiare fuori mi ero sentita sola. Almeno fino a quando Max, Aspen e Remus non si erano avvicinati a me.

"Anche tu mi sei mancata, tesoro. Non hai idea. Da quando mamma mi ha chiamata e mi ha detto del rapimento, sono stata davvero in ansia". Sentivo la preoccupazione nella sua voce.

Non avevo voglia di parlarne, quindi decisi di cambiare argomento.

"Allora, come va la facoltà di legge?" Le chiesi.

"Oh, è piuttosto dura da quando abbiamo iniziato gli esami finali. Ma ho quasi finito e sarò a casa per le vacanze di primavera", annunciò emozionata.

"Oh, non vedo l'ora!" Le dissi. E lo pensavo davvero. Mi mancava molto avere

Emma intorno, anche se a volte era un po' esagerata.

Ma ero convinta che fosse questo che ci rendeva migliori amiche. Il suo entusiasmo e la sua euforia erano in equilibrio perfetto con la mia timidezza.

"Nemmeno io, tesoro. Devo andare, ma ti chiamo più tardi, ok? Anzi. Ti chiamerò ogni cinque ore, quindi sarà meglio che tu risponda", ~mi avvertì.

Non potei fare a meno di ridere. "Certo, Emma. Ti voglio bene", le dissi.

"Io di più, tesoro", mi disse prima di riattaccare.

Avevo intenzione di occuparmi ancora una volta della cucina, disfacendo la spesa, ma poi sentii bussare alla porta.

Prima ancora di aprirla, mi era chiaro chi fosse, perché Rhea stava saltellando su e giù eccitata.

"Oh, fantastico". Mi voltai, decisa a ignorarla. Feci finta di non essere in casa.

Ma immaginai che Cronnos avesse avuto la stessa reazione di Rhea.

"Aurora? So che sei lì dentro. Potresti aprire la porta?" Wolfgang mi supplicò dall'altra parte.

"Forza! Sentiamo cosa ha da dire, per favore?" Rhea mi pregò. Non risposi.

"Bene. Ti lascio queste qui alla porta. Spero che ti piacciano". Sembrava quasi sconfitto.

Sentii i suoi passi allontanarsi. Aspettai qualche minuto prima di aprire la porta quanto bastava per vedere cosa aveva lasciato per me.

Rimasi subito sorpresa quando vidi un bellissimo mazzo di rose del giardino della villa adagiato sulla soglia.

"Oh, Aurora. Sono bellissime!" Esclamò Rhea mentre le portavo al naso e le annusavo. Avevano un profumo magnifico.

Una lacrima solitaria mi scese sulla guancia mentre le guardavo. Perché non era stato così dal momento in cui avevamo scoperto di essere accoppiati?

Perché mi aveva sottoposto a tutte quelle torture, solo perché ero inferiore a lui?

La tristezza si trasformò in rabbia e sentii il mio sangue ribollire. Guardai le rose tra le mie mani, ricordando tutti i tormenti che avevo subito. Poi accadde la cosa più sconvolgente.

Le rose furono avvolte improvvisamente in fiamme viola.

Le gettai a terra e le calpestai fino a liberarmi delle fiamme, ma lo shock era ancora forte.

"Che diavolo è successo? Sono stata io?"

"Rhea?" Cercai la mia lupa per vedere se sapesse cosa fosse successo, ma era sorpresa quanto me.

Guardai ciò che restava di quello che un tempo era stato un bellissimo bouquet, chiedendomi ancora come fosse potuto accadere.

Avevo pensato di bruciarlo e all'improvviso aveva preso fuoco da solo.

Era successo per colpa mia?

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