mi gioco i miei amici a poker

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(FEDERICO)

<quindi come troviamo tutti gli altri esattamente?>
<Siamo scesi cinque minuti fa,non possono essere andati così lontano>
Rispose Federico a un Andrea già scocciato.
<Volevi dire venti minuti fa ormai, come crediamo di trovarli in una città come Las Vegas? Non è mica un paesino di campagna.>
<Lo so Emily, ormai ho così tanta fame che non ho più la cognizione del tempo. Chi me l'ha fatto fare di partire in un orario così vicino a cena?>
Pensò ad alta voce.
In effetti la sorella aveva ragione,tra l'enorme vastità di Las Vegas, luci, persone, era quasi impossibile riuscire a orientarsi.
Non poteva nemmeno usare il telefono dato che erano in un altro continente.
Si fermò e iniziò a ragionare:
"Dove andrei se fossi una persona fissata col divertimento e i soldi?"
A qualche metro da lì trovarono un casinò.
"Bingo."

Fece cenno agli altri di entrare e iniziò a cercare con lo sguardo le proprie amiche.

Andrea propose di fare una partita, visto che erano lì. Emily non sembrava molto dell'idea e nemmeno Federico, ma poi si fecero convincere dal fatto che molto probabilmente anche gli altri erano in giro da qualche parte a divertirsi.

<Va bene ma solo una partita.>

Le partite diventarono nove.
Andrea nonostante non sapesse quasi nulla di quel mondo, continuava a vincere, al punto che Federico non avendo più soldi buttò al centro un lecca lecca. Andrea lo guardò male.

<Andrea, non tutti ci portiamo 500 euro in tasca tutti i giorni.>
<A dir la verità mi porto più carte di credito che soldi in contanti.>

Ora, quei due erano persone molto sveglie e soprattutto molto attente a movimenti, espressioni facciali e mosse. Infatti giocare con loro non era per nulla facile, quindi almeno Federico aveva una scusa per quando perdeva sempre.
Emily,nonostante non fosse stata cresciuta con un' educazione uguale alla sua, era molto più perspicace e intelligente di lui. Ogni tanto invidiava il fatto che lei lo superasse a scuola, ma poi si ricordava che finché passava l'anno, lui era contento, che finisse con un otto o un sette era uguale.
Dopo un po' di partite, si ricordarono che forse dovevano riprendere la ricerca dei loro amici.

<Quando le troviamo possiamo lasciare indietro hebi?>
Emily fulminò con lo sguardo Andrea.
<Assolutamente no. Non ti rendi neanche conto quanto sia bello avere un'amica dopo tanto tempo. a dir il vero non so nemmeno se tu abbia degli amici.>
<Preferisco studiare per avere una carriera, un futuro.>
<Non eri raccomandato?>

<Ragazzi potete per favore smetterla di discutere e aiutarmi?>
Il silenzio Calò tra i tre
<Devo ancora capire perché tu odi così tanto hebi comunque.>
<Già, perché la odi?>
<Io non la odio,mi sta molto poco simpatica,non è lo standard che mi aspetto,il suo carattere non è di mio gradimento e...>
<Ok abbiamo capito,ti sta sul cazzo.>
<Si,detto in maniera più barbarica,si.>
<Che ti vada a genio o no dobbiamo trovarle. Quindi sopprimi i tuoi sentimenti e aiutaci.>

Federico vide una ragazza dai capelli blu giorcarsi una partita a black jack seduta con degli uomini, così si fiondò al tavolo per poi notare che non si trattava di lei.

Non fu l'ultima volta in quella serata: continuava a vedere ragazze simili a lei e ormai non sapeva più se fosse la stanchezza o se avesse bisogno di un oculista.

<Hey per caso non è che ci possiamo fermare a qualche bar a mangiare qualcosa? Sto morendo di fame onestamente.>
Si lamentò Emily.
<Lo so ma qui se non spendi cinquanta euro non ti compri nemmeno una briciola di panino.>

Ad un certo punto si avvicinò un uomo,mettendo una mano sulla spalla del ragazzo.

<Vi capiamo, vivere qui è al limite tra lo sballo e la morte certa. Per questo io e i miei amici scommettiamo cose veramente utili: cibo,coperte,persone...>

Federico si girò di scatto.
<Persone...?>
<Mi pare che tu stia cercando una certa ragazza dai capelli blu,un po' egocentrica,un orologio interessante...>
Il rosso si alzò immediatamente
<Dov'è?>
<Oh non lo so,o meglio non lo so fino a fino a un pagamento...>
<Cosa vuoi?>
<Come siamo affrettati, io l'ho già detto, non si compra niente qui,lo si scommette.La vera domanda è,
accetti la scommessa?>
Emily si alzò
<C'è anche una ragazza corvina e una permalosa insieme a lei?>
<Oh si, ma loro erano semplicemente attaccate a lei quindi le abbiamo dovute prendere tutte insieme, 3 piccioni con una fava sai?>
Andrea rimase seduto <ragazzi,sapete vero che è un'idea del cavolo dire di sì a questa->
<Accettiamo.> Risposero Emily e Federico in coro.
<Che la partita abbia inizio.>
Disse l'uomo prima che i suoi "amici"
Presero tutto il gruppo mentre erano bendati.

Si ritrovarono in una stanza nera:
Sul soffitto c'era una lampadina che ogni tanto si spegneva,non c'erano piante,finestre,le uniche cose presenti erano una tavola rotonda con attorno delle sedie dove lui e gli altri erano seduti.
Federico iniziò a rendersi conto che si era fidato ciecamente dell'uomo senza chiedergli una prova del fatto che avesse Serena e le altre.

L'uomo prese in mano un mazzo di carte
<Vogliamo iniziare?>
<Prima voglio vedere dove sono.>

L'adulto sospirò,facendo cenno a uno dei suoi amici di accendere qualcosa.
Da quel momento, fu proiettata in aria un'altra stanza,simile a quella dove lui era, ma con all'interno Wendy,hebi e Serena.
Non erano legate,o anche se lo fossero state probabilmente si sarebbero già slegate da sole.
Stavano bene per quel che poteva vedere, c'era solamente Wendy che continuava a imprecare, Hebi che continuava a guardare in giro per la stanza e Serena che smanettava sul suo orologio, probabilmente per cercare si scappare.

<Quindi,come puoi vedere sappiamo dove sono e sono al sicuro,vogliamo iniziare adesso?>
<A cosa giochiamo esattamente?>
chiese Emily.
<Blackjack, un classico. Spero che tutti voi sappiate le regole.>
Andrea alzò la mano <Cos'è blackjack?>
<Praticamente ti danno delle carte iniziali,puoi continuare a chiedere carte e il tuo obbiettivo è arrivare a 21.
Se superi 21 o qualcun'altro supera te,perdi.> Spiegò Federico.
L'uomo ghignò mentre mescolava le carte.
<Esattamente ragazzo, esattamente.>
<Ora faccio io una domanda: perché c'è un timer in quella stanza?>
<Oh niente di che, solamente il countdown a quando un gas ammazzerà tutti i presenti nella stanza.>
A Federico salì la pelle d'oca.
<Avanti ragazzi,mettete sul tavolo la vostra offerta.>
Emily buttò dieci euro,Andrea cinquanta e Federico...
<Io non butto niente.>
<E perché mai ragazzo?>
<La mia posta in gioco sono già delle persone a cui tengo,mi sembra abbastanza alta una vita umana.>
L'uomo alzò le spalle sorridendo.
<Valida opinione.>

Distribuì le carte ad ognuno sul tavolo.
Gli arrivarono vari numeri.
<Chiedo un'altra carta>
<Certamente.>
Un'altra carta, ed era a mala pena a 1

Andarono avanti per qualche minuto finché tutti decisero di arrivare alle conclusioni.

L'uomo fece vedere le sue carte:
Un nove, un'altro nove e un due,
in tutto 20.
Emily le fece vedere a sua volta:
Un nove e un dieci, 19.
Andrea andò per penultimo:
Un otto e un sette, 15, probabilmente non aveva ancora capito come giocare.

Federico si alzò e mostrò le sue carte.
Un otto, un nove e un quattro, 21.
Aveva vinto.
<Ora liberale.>

L'uomo ridacchiò <chi ha mai detto di liberarle? Tu hai solamente chiesto di sapere dove fossero, e ora, te le faccio vedere da molto vicino. Zaffiro? Smeraldo? Prendeteli tutti e tre e buttateli nella stanza in fondo a destra.>

Gli "amici" dell'uomo presero di forza Federico,Emily e Andrea buttandoli nella stanza insieme alle altre.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 05 ⏰

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 Serena Hoiber (L'orologio Dell'anima)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora