stava andando tutto per il meglio, fanculo i serpenti.

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<HEY HEBI!> la ragazza si girò mentre sistemava le sue cose  <dimmi tutto Fede>  Federico guardò Emily con un sorriso stampato in volto e lei sospirò accennando un sorriso a sua volta <Ormai è quasi un mese che vieni a far lezioni e sia io che Federico siamo molto orgogliosi dei tuoi progressi, ovviamente non suoni ancora perfettamente ma sei su un'ottima strada dato che da quello che ci hai detto suonavi la chitarra classica prima sei già un livello avanzato, quindi noi-> 

<TI DIAMO IL BENVENUTO UFFICIALE AL GRUPPO MUSICA DEL BARETTO!> la interruppe il ragazzo. Hebi alzò le mani al cielo ridacchiando <ragazzi non posso continuare a star qui per tanto lo sapete...> <Hebi, vieni qui tutti i giorni, vedo più te che mia nonna ormai.> <Lo so ma..> Fede le diede una pacca sulla spalla <Dai su che vuoi che sia, manco ti avessi chiesto di entrare nella nostra band. Devi semplicemente fare quello che hai sempre fatto però vieni con la maglietta del gruppo così ti si riconosce> Hebi sospirò mentre si toccava la sua treccia <farmi riconoscere è l'ultima cosa che voglio.> Emily si avvicinò a lei <Lo so che non ne vuoi mai parlare del perché devi nascondere che vieni qui a suonare insieme a noi, ma se vuoi ci siamo sempre.> 

Hebi si alzò in piedi <tranquilli non ne ho bisogno.> In quel momento le arrivò una maglietta in testa <tienitela come premio e basta se non vuoi metterla, stammi bene.> Le sorrise Federico.

La ragazza salutò i due fratelli,scese al piano terra del baretto e andò verso il suo autista.

Appena si buttò sul suo letto guardò il soffitto,o meglio il letto sopra il suo.
Sorrise e si mise le mani al petto, non era mai stata così felice, chiuse gli occhi e si ricordò la prima volta che prese quella chitarra in mano...

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<Ora che ti sei fatta un po' di cultura musicale, che dici se ti facciamo provare qualche strumento?ti ispirava qualcosa?
Hebi si guardò attorno e i suoi occhi finirono su quella strana chitarra rossa che aveva visto ormai qualche ora prima.
<Mi ispirava quella> disse indicandola.
Emily si alzò e andò a toglierla dal muro,
<Questa è una Statocaster, trattala bene era del nostro maestro.>
<Oddio è morto?>
Federico rise <nono Giovanni è ancora vivo e vegeto, non ti ricordi il nostro prof mi musica del primo anno?> Hebi alzò pe spalle.
<Vabbè non è importante. Prima di tutto, prendi la tastiera con la mano con cui non scrivi e l'altra per ora appoggiala sopra la curva della chitarra> fece come le aveva chiesto.            Federico ed Emily erano degli ottimi insegnanti, facevano le parti del poliziotto buono e quello cattivo ogni volta che provavano a insegnarle qualcosa, faceva molto ridere. Il solo aver quella chitarra in mano in qualche modo la faceva sentire una traditrice nei confronti di sua madre, ma allo stesso tempo sentiva come se stesse avendo qualcosa che non fosse per forza collegato a lei,qualcosa di suo. 

Il solo suono la rilassava,infatti spesso si ritrovava a staccare totalmente la mente e immaginarsi su un palco insieme ai due fratelli. Era un peccato che si potesse esercitare solo lì al baretto.

<Quindi immagino che ci vedremo tra una settimana> sospirò Hebi a fine lezione, Emily alzò le spalle <Guarda che noi siamo qui tutti i giorni, a meno che tu non abbia qualche impegno ti accettiamo.> <Vuoi dire che posso venire a suonare qui con voi ogni volta che voglio?> Federico rise <Certo cosa pensi? i sogni bisogna rincorrerli e se io voglio andare a suonare davanti a una platea incredibile di  persone entro un anno, devo perseverare ogni giorno.> perseverare, una parola che aveva solo sentito quando si parlava di studiare a scuola, che invece anche le cose belle possano essere continuative?. Hebi li abbracciò <ci vediamo domani.>

-

A interrompere il replay dei suoi ricordi, ci pensò sua madre dall'altra stanza.

<Hebi ho invitato qualcuno a casa! spero non ti dispiaccia!> Hebi corse a mettere sotto il materasso del suo letto la maglietta, i plettri e tutte le cose che si portava sempre al baretto.

<Nascondi un cadavere o i biglietti per copiare alla prossima verifica> quella voce aveva appena trasformato un bellissimo giorno a uno terribile.  <Molto divertente Andrea, stavo semplicemente mettendo un po' di vestiti per... cose personali.> La ragazza scese dal letto <Strano, i tuoi voti ultimamente stanno scendendo a quanto ne so>

<Ma la frase 'fatti gli affari tuoi' esiste nel tuo vocabolario?>

<Non  c'era l'ultima volta che ho controllato.> Hebi alzò gli occhi al cielo <Perchè sei qui?>

<Tua madre diceva che morirvi dalla voglia di vedermi.>

<Forse avevo detto 'voglio morire se lo vedo' e ha capito male.>

<Probabile ma a quanto pare non lo sapremo mai.> in quel esatto momento, cadde la maglietta con insieme tutte le cose del baretto dal sotto del materasso, Andrea provò ad avvicinarsi ma hebi si mise in mezzo

<Ripeto, fatti gli affari tuoi.>

Andrea  le prese il braccio

<Qualcosa da nascondere?>

<Se potessi nasconderei qualsiasi cosa da te e il tuo ciuffo da emo>

Andrea riuscì a destreggiarsi e prese la maglietta in mano 

<'Club di musica' non è mica quello dove ci vanno i pezzenti perchè non si possono permettere lezioni private? Tu mica facevi violino?>

<Ridammela!> Hebi provò a riprenderla ma andrea le fermò entrambe le braccia

<Dei plettri... hanno delle scritte tipo AC/DC e altre cose con sempre teschi. Che sei diventata una rockstar per caso?> il ragazzo scoppiò a ridere, poi gli venne una realizzazione

<Un momento, tua madre odia quel tipo di musica, non ti lascerebbe mai..> 

osservò hebi che continuava a dimenarsi <TI HO DETTO RIPONI QUELLA CAZZO DI MAGLIETTA DOV'ERA>

<...stai andando lì di nascosto vero? è per questo che i tuoi voti stanno andando giù, vai a strimpellare qualche strumento che è tutto tecnologico al posto di dedicarti a cose veramente utili,il tuo violino sta prendendo polvere... Non sei più la cocca di mamma e vuoi ribellarti o..> la lasciò andare <...non hai nemmeno il coraggio di farlo?>

Il suo tono,i suoi commenti, il suo attegiamento, non sapeva se era una cosa specifica o tutto insieme che la faceva incazzare. Il sangue le ribolliva nelle vene, come l'ultima volta, era sempre colpa di Andrea. Perchè doveva essere l'uomo con cui sarebbe stata insieme a vita? Perchè la mamma pensava solo ai soldi? e sopratutto, perchè tutti nell'alta società pensavano male di quella musica meravigliosa?

Gli stessi pensieri le contiuavano a frullare nella testa e la facevano impazzire, le squame ricominciarono ad apparire.

<Hey cos'hai al bracc-> Hebi gli tirò un pugno sulla tempia, il ragazzo svenne.

Ma ciò non migliorò la situazione, anzi la peggiorò. 

Le ricoprirono tutto il corpò finchè non si rimpicciolì sempre di più e di più, si guardò allo specchio, era diventata un serpente.

Mentre cercava una qualsiasi soluzione strisciando, Andrea si stava risvegliando.

Strisciò velocemente sotto il letto.

Il ragazzo si alzò, si mise una mano in fronte e poi guardò i vestiti e li riprese in mano.
<Chissà cosa dirà tua madre a proposito di ciò, Hebi.>

Extra:
Hebi tentò di suonare di fila gli accordi che aveva imparato.

Federico: <non è il massimo ma ci si può lavorare>
Emily: <faceva cagare alla merda>

 Serena Hoiber (L'orologio Dell'anima)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora