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Non è la vita a cambiarci, sono le persone. Se cambiamo è per come ci hanno trattato, e se siamo distanti, meno affettuosi è perché non vogliamo che loro ci feriscano, per questo inalziamo barriere indistruttibili, per non legarci, per non soffrire.

Quando Romero mi ha consegnato la piccola, l'ho presa subito in braccio ma mantenendola a distanza. Come se fosse un vaso di porcellana e avessi paura di farlo cadere.

Ormai non sono più abituata a prendermi cura degli altri.

Non sono capace neanche di farlo con me stessa, sono un disastro della natura. Il mio appartamento ne è l'esempio. Era messo male e non mi sono nemmeno vergognata che Romero abbia visto tutto quello schifo.

Volevo che lo ammirasse. Ecco, questa sono io adesso, mi presento: sono una ragazza che ormai non riesce più a riordinare niente, che lascia il disordine per far capire agli altri che dentro di me c'è il caos più totale, che non si fida più degli uomini e che preferisco usarli piuttosto che innamorarmi.

Loro lo fanno con noi e noi non possiamo?

Guardo Futura che mi sorride.

Dovrò sforzarmi con lei. In fondo è una bambina, non mi farà mai del male. Potrei farne io a lei, potrei non farcela ad essere una buona babysitter. E se fallisco?

Se Romero mi denuncerà per non aver mai pagato le stanze e i drink?

Tengo la piccola a distanza. Sorride ancora e mi tocca le guance con curiosità. Neanche fossi un alieno.

«Eva, non è una bomba, la puoi tenere in braccio.» Lucas mi riporta alla realtà e lo guardo. È seduto sull'altro divano a farsi le sigarette. Lecca la cartina e mi vengono strane idee in testa.

Perché non me lo sono mai scopato?

Siete amici, non fare la bagascia.

Stupida coscienza, ma vattene a morire!

Gne gne gne.

La ignoro, altrimenti bisticcio anche con lei.

Sono un uomo.

La mia coscienza è un maschio?

E pure attraente, tacci mia.

Metto giù la bambina e lascio il borsone a terra.

«Dove dovrei dormire?» chiedo.

«Se vuoi, con me.» risponde Edo che mi fa l'occhiolino appena si avvicina. Lo guardo attentamente. Ha gli occhi verdi, i capelli neri e due orecchini all'orecchio sinistro.

La parte infame che c'è in me vorrebbe dargli una testata in faccia per togliergli quel sorrisetto sardonico dal viso, ma l'altra, quella che non gliene frega un cazzo, lo guarda fisso negli occhi con noia.

𝐄𝐯𝐚🥀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora