• 7

15 6 18
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


"Il dolore dell’anima è più grande che la sofferenza del corpo."
(Publilio Sirio)

Sicilia. Siracusa. 2007.

Sono passati due anni da quando ho incontrato Nefertum. Adesso ho cinque anni, ma mi sento sempre un folletto rispetto a lui che è alto, muscoloso e con quel fascino disarmante che incanterebbe chiunque.

Passiamo giornate insieme, mi fa compagnia anche all'asilo. È sempre accanto a me e mi insegna parole nuove.

Per esempio non sapevo che cosa significasse "costernato". È una parola che lui usa spesso quando sbaglia nei miei confronti e mi ha spiegato che vuol dire "dispiaciuto".

È come avere una guida. Dormo al suo petto tutte le notti, ma al mattino non lo trovo stringermi a sé. Nefertum appare all'improvviso, come i fantasmi.

Sospiro e fisso la vetrata.

Questa sera c'è un forte temporale. Non mi piace la pioggia, rende tutto così triste e malinconico perfino guardare le foglie degli alberi agitarsi ad ogni folata di vento.

Mi sposto dalla finestra e vado in soggiorno dov'è mio padre.

«Papà, ma la mamma?» chiedo, visto che è tardi ed è ora di cena.

«Non lo so, Eva... Non risponde neanche al cellulare.» risponde con preoccupazione, lasciando il telefono sul tavolo, «non ha mai fatto così tardi...»

Il campanello suona e papà si affretta a raggiungere la porta di casa. Cammino fermandomi davanti all'ingresso e il mio papà apre il battente. Vedo degli uomini in divisa e i lampeggianti rossi e blu illuminare perfino il mio viso da questa distanza.

«Santaniel Corvino?» gli domanda l'agente.

Secondo la tradizione le famiglie Corvino discendono dal ramo dei Valerio Poplicola, liberatore di Roma.

«Sì, sono io. Che succede?»

«Mi dispiace darle questa notizia, ma sua moglie...» si ferma nel parlare, come se non fosse in grado di proseguire, ma fa un profondo respiro e continua, «una signora sostiene di aver visto sua moglie nel fiume... Abbiamo provato a cercarla, ma del corpo non vi è traccia e con questo tempo non ci è stato possibile approfondire le ricerche...»

Papà sembra morto dentro. Come se non fosse capace di rispondere.

«Che ci faceva nel fiume? Non può esserci andata di sua spontanea volontà! Mia moglie non sa nuotare! Ha il terrore dell'acqua, non ci sarebbe mai andata senza di me!» urla all'improvviso. Conosce fin troppo bene mia madre e sa che non si sarebbe mai spinta così tanto dal andare nel fiume da sola.

𝐄𝐯𝐚🥀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora