𝑻𝒉𝒆 𝑯𝒊𝒅𝒅𝒆𝒏 𝑻𝒓𝒖𝒕𝒉𝒔 𝑩𝒆𝒕𝒘𝒆𝒆𝒏 𝑼𝒔 -La Verità Proibita-

Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 4 𝔓𝔦𝔠𝔠𝔬𝔩𝔞 𝔊𝔲𝔢𝔯𝔯𝔦𝔢𝔯𝔞

SCUSATE IL RITARDO

⚠️ATTENZIONE⚠️

Prima di continuare con la storia, vorrei chiederti gentilmente di lasciare una valutazione con la stellina in basso.
So che molti lettori non ci fanno caso, e spesso restano in silenzio. Anche io, in passato, non davo molta importanza alle valutazioni e ai commenti.

Tuttavia, le stelline e i commenti sono molto utili per far capire a noi scrittori se la storia sia stata apprezzata o meno. Inoltre, ci aiutano a capire quanti di voi siano davvero interessati a seguire il racconto.

Grazie per il supporto!

🌸🌸

☼︎𝙲𝚊𝚜𝚜𝚊𝚗𝚍𝚛𝚊☼︎

È notte fonda, e chiunque stia bussando alla mia porta a quest'ora merita di andare all'inferno.

«Cassandra, apri.»
È Travis. Ma cosa ci fa qui?
Guardo l'orologio. Sono le due, dannazione.
Mi alzo controvoglia e apro la porta.
«Che c'è?» chiedo, stropicciandomi gli occhi.
«Ho sentito delle voci...» sussurra, più spaventato di me.
«Travis, le voci le hai in testa,» sbuffo, passandomi una mano tra i capelli. «O forse sei tu che parli nel sonno e ti ascolti da solo!»

«No, sono serio! Passavo di qua e ho sentito qualcuno ridere,» dice, cercando di sbirciare nella mia stanza.
«Sarà la mia sveglia che si prende gioco di me,» borbotto, «o forse sono gli spiritelli che ti seguono...» Gli chiudo la porta in faccia. «Buonanotte anche a te, Sherlock.»

Accendo la luce e mi avvio in bagno. Al mio ritorno,trovo un biglietto sul letto.

Non avevo i fiori,
ma di certo non potevo
andarmene senza lasciare qualcosa.

Un brivido mi attraversa. Oh, fantastico. Ora mi tocca installare telecamere anche nella mia stanza.

Una folata di vento mi fa rabbrividire. Guardo la finestra del balcone: è aperta. Ma l'avevo chiusa, vero?
Corro a richiuderla e, di sotto, scorgo una figura incappucciata che mi osserva.
Un'altra figura sale in macchina. Fantastico: non è stato solo uno a entrare nella mia stanza, ma ben due! «Che facciamo, una festa e non m'hanno invitata?»
-
Pur di non ricevere altri ordini da mia madre, ho deciso di venire a lavorare al bar. Derek mi aveva detto di tornare tra una decina di giorni, ma non avevo intenzione di starmene a casa ad annoiarmi.

Travis non ha fatto che tormentarmi tutta la mattina, pensa che io non sappia che ci sono maniaci che mi seguono.
Sbuffo.

«Oh, guarda chi si rivede!» esclama Julia correndo verso di me con un sorriso smagliante. «Ti ho intravista a scuola, ma speravo che mi avresti chiamata!» si lamenta, facendo una smorfia divertita.
«Sorpresa!» rispondo, abbracciandola.

«Allora, com'è andato il viaggio? Ti manca la California?».
«La Florida è un posto magnifico ma...».
«Non dire altro. Io ci sarei rimasta per sempre in Florida, accidenti!» sospira, asciugando dei bicchieri con un'espressione sognante. Con Julia ci conosciamo dai tempi dell'asilo, ma solo di recente siamo diventate molto legate. Lavora qui al bar da quasi tre anni, praticamente quanto me.
Poi c'è Irina, un'altra ragazza che viene spesso. Irina Winston.
I Winston sono una famiglia milionaria, ma lei dice di lavorare qui per essere come tutte le altre persone. Vuole guadagnarsi i suoi soldi, non vivere sotto il tetto dei suoi e usare il loro denaro e bla bla bla..

«...Collen è stato rilasciato», continua Yulia mentre pulisce un altro piatto.
«Sì, ho sentito anch'io».
«Beh? Non sei felice?».

«Ehm... Perché è stato in carcere?» chiedo, fingendo indifferenza.
«Oh, questo lo sanno in pochi, e io faccio parte di quei pochi. C'è chi dice per droga, chi dice che abbia quasi ucciso qualcuno...», spiega Yulia, alzando le mani come a dire che è un segreto. «So solo che è stato lontano dalla California per circa cinque anni, insieme a sua madre e ai due fratelli. Di più, non so».
Lontano dalla California per cinque anni? Se era in carcere.
Il campanello della porta ci avvisa che è entrato un cliente. Entrambe ci voltiamo. Due ragazze fanno il loro ingresso, ma sono di spalle, e non riesco a vederle bene.
«Jasmine Harper, la mora, e Ophelia Smith, la bionda», spiega Julia, riconoscendole subito.
Non le vedevo da un po', e sono cambiate parecchio.