𝕷𝕰𝕰 𝕶𝕹𝕺𝖂😡

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Entro dritta facendo finta di non sentire i commentini dei miei colleghi sul mio corpo. Sono in un agenzia dove esclusivamente lavorano uomini, tutte le altre non sono riuscite a sopportare il capo e i dipendenti. Non hanno ne ancora provato ad alzarmi le mani quindi io continuo tranquillamente il mio lavoro, se non ci sarei io in questa struttura sarebbe un totale casino. In regola, di solito, c'è una donna o ragazza a lavorare, se una si licenzia allora solo dopo se ne assume un'altra. Il mio piccolo posto è in mezzo a due ragazzi che hanno appena incominciato a lavorare e sembrano gli unici che mi rispettano. Sulla mia scrivania trovo biglietti disgustosi, cioccolatini e altri regalini che mi lasciano ma io puntualmente li butto nel cestino. Ma oggi mi trovo i bigliettini e dei profilattici. I miei nervi sembra che siano esplosi e nelle vene il sangue ribolle. Mi alzo stizzita più che mai alzando l'involucro

<<chi li ha messi>>

Sbraito come una vipera inferocita. Tutti scoppiano a ridere tranne i due ragazzi ai miei lati. Un uomo si alza di sua volta battendo le mani. Alzo un sopracciglio con ancora l'oggetto alzato per farlo vedere a tutti

<<sei una donna. Cosa dovresti fare oltre che a stare in casa?>>

Sposto la sedia col piede scaraventandola via, mi avvicino al signore divertito posizionandomi dritta davanti a lui

<<mi stai tirando per il culo? Che cazzo ti gira in quella testa del cazzo che ti ritrovi. Non ne avrai neanche uno di neurone che funziona>>

Cambia subito espressione, da divertito diventa arrabbiato,

<<una donna così insolente e prostituta non la ho mai vista in tutta la mia vita>>

<<povera tua madre che ti ha messo al mondo. Sai poteva andare a bersi qualcosa quella sera>>

<<brutta sgualdrina che non sei altro. Come ti permetti di parlare così ad un uomo?>>

<<mi permetto perché io ho dei neuroni che vanno, te evidentemente sei rimasto a quando non si usava ancora la ragione>>

Alza la mano per tirarmi una sberla quando il capo lo ferma.

<<l'ho messo io, sai sei bellissima>>

<<come si permette>>

<<mi permetto>>

<<crede che io sono qua per divertimento>>

<<assolutamente si, per il nostro divertimento>>

<<ah si? Senta, in questo posto sono l'unica che abbia qualcosa nel cervello che funziona. Voi credo che non sappiate neppure un'altra lingua oltre che hai ragazzi nuovi>>

Tutto tacia. Mi giro prendendo le mie cose

<<arrivederci, e non pensare la passi liscia>>

Dico andando fuori senza neanche guardalo in faccia. Ritorno a casa, oggi il mio fidanzato è a casa da lavoro per il riposo. Entro in casa intravedendo le orecchie di Dori sul divano

<<che ci fai qua?>>

Lo guardo negli occhi, lui piano piano si avvicina. Ammetto che ho sempre avuto un po' di paura a lavorare in mezzo a uomini ottusi come loro. Mi avvolge tra le sue braccia scatenando un pianto liberatorio

<<cos'è successo amore>>

<<lascia stare Minho>>

Prende un respiro, segno che la rabbia sta salendo. Mi prende delicatamente il viso fra le mani posandomi un bacio sulle labbra

<<cosa ti hanno fatto>>

<<nulla tesoro. Veramente>>

<<y/n non farmi arrabbiare. Cosa ti hanno fatto >>

Dice con tono serio e autoritario

<<non arrabbiarti... é una stupidata>>

Appoggio le mie mani sulle sue lasciandogli un bacio sul lembo di pelle scoperto dallo scollo della maglia.

<<voglio solo sapere a chi devo spaccare la cazzo di testa>>

<<Lee Minho tran->>

<<non sono tranquillo, e non lo sarò. Adesso mi dici tutto>>

<<uf... sai i soliti bigliettini e smancerie varie?>>

Annuisce portando le mani sui miei fianchi giocando nervosamente con il tessuto del mio vestito.

<<oggi c'erano i bigliettini con dei preservativi e dei giochini erotici->>

<<chi cazzo li a messi lì>>

<<i-il mio capo. I-io sono andata su tutte le furie ma chiaramente sono lo zimbello di tutti in quel posto>>

Credo che la rabbia gli sia salita fino ai capelli. La presa é stretta, non riesce a guardarmi in viso e si sta torturando l'interno della guancia. Gli prendo il viso rassicurandolo ma tutti i miei tentativi sono invano. Si stacca e va' verso camera nostra, lo seguo.

<<Lee Minho che cosa vuoi fare>>

<<nulla di grave, ma almeno impara a toccare una donna senza il suo permesso>>

Si infila dei pantaloni di jeans larghi, una semplice maglia bianca e per finire un cappotto simil pelle nero. Si vede la collana che gli ho regalato al suo compleanno, non la toglie mai. Mi prende per mano dopo essersi infilato le scarpe portandomi verso la macchina andando dritti al posto dove lavoro. Dopo una mezz'ora arriviamo. Scende venendomi ad aprire la portiera prendendomi di nuovo per mano. Con passo repentino entriamo camminando per i corridoi dell'ufficio osservati da tutti i lavoratori.

<<é quello l'ufficio giusto>>

Annuisco, lui sorride divertito facendo capolino nella stanza. L'uomo sbianca alla vista di mio marito.

<<b-buongiorno come posso aiutarla?>>

<<sta zitto e non fare il finto tonto, coglione>>

<<come si->>

<<veda questa sul mio telefono. É una denuncia>>

<<dai ragazzetto muoviti e vattene>>

<< non sono un ragazzetto, ho 26 anni, almeno mi tratto meglio di lei. Ne ha di sicuro 80>>

Diventa tutto rosso in viso alzandosi guardando dritto in faccia Minho

<<la polizia ha già il contratto pronto e ho già esposto denuncia. Impara prima a trattare le donne comunemente poi apri un agenzia. Detto questo ti lascio alle forze dell'ordine >>

Fa il suo solito sorrisetto posandomi un bacio sulla fronte per poi far combaciare le nostre mani e uscire facendo entrare la polizia

<<Minho mi sarei aspettata che gli avresti mollato un pugno>>

<<magari quando esce da galera. Farei di tutto per te amore>>

Sorrido fermandolo prima di entrare nel veicolo facendo unire le nostre labbra in un dolce bacio.

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