Seduta sul divano accanto ad Alice, il tremito nelle mani ancora non si placava. Avevo cercato di mantenere un’apparenza calma, almeno per Liam e Sophie, che adesso dormivano tranquilli nella stanza accanto. Ma il pensiero di quello che avevo appena vissuto mi percorreva come un brivido glaciale. Alice mi guardava, il volto teso di preoccupazione. "Michelle, dimmi cosa è successo," mi disse a voce bassa, come se temesse che ogni parola potesse riportarmi al terrore di quel momento. Inspirai profondamente, cercando di trovare la forza per parlare, e iniziai a raccontarle. "Ero tornata a casa dopo aver accompagnato Sophie e… avevo questa strana sensazione, come se qualcosa fosse fuori posto. Ho messo Liam nella culla e sono salita per controllare. Poi l’ho visto. Un uomo, nascosto in casa nostra. Era lì, pronto ad attaccarmi." Le parole mi uscivano in un sussurro tremante, e il viso di Alice si fece più pallido mentre continuavo. "Mi ha puntato il coltello, Alice. Non voleva che uscissi viva da quella casa… Non so come, ma sono riuscita a reagire, a difendermi. Mi sono lanciata contro di lui e ho afferrato una lampada per colpirlo. Ero… ero così spaventata."
Alice allungò la mano e mi strinse le dita, un gesto che cercava di darmi stabilità, ma i suoi occhi riflettevano lo stesso terrore che avevo provato io. "Sei stata così coraggiosa, Michelle," sussurrò. "Non so come hai fatto a resistere."
"Non so nemmeno io come ci sono riuscita," ammettei, abbassando lo sguardo. "Ma sapevo che dovevo. Non potevo permettere a quell’uomo di avvicinarsi a Liam, o a Sophie. Ho dovuto combattere, per loro." Alice scosse la testa, incredula. "Non so cosa stia succedendo, ma tutto questo è così assurdo. Prima la morte di Thomas, ora questo… Michelle, pensi che tutto sia collegato? Forse quell’uomo era…"
"Non lo so," la interruppi, sentendo un nuovo nodo alla gola. "Ma è come se fossi intrappolata in qualcosa che non comprendo del tutto. Come se qualcuno volesse distruggere tutto ciò che mi è rimasto." Alice si avvicinò ancora di più, e sentii il suo braccio attorno alle mie spalle, un gesto che per la prima volta in giorni mi fece sentire un po’ al sicuro. "Devi stare da me per un po'," disse con voce ferma. "Non posso permettere che tu torni in quella casa da sola. Qualunque cosa sia, la affronteremo insieme." La guardai, il cuore pieno di gratitudine e di paura al tempo stesso. "Grazie, Alice. Non so cosa farei senza di te." In quel momento, il telefono iniziò a vibrare sul tavolino. Lo presi con mani tremanti, notando il numero sconosciuto sul display. Sentii il battito del cuore accelerare, un’ombra di dubbio che tornava a insinuarsi nella mia mente. "Rispondi," mi sussurrò Alice, gli occhi spalancati. "Potrebbe essere la polizia. Potrebbero avere delle risposte." Anche se parte di me voleva ignorare quella chiamata, alzai il telefono all’orecchio. La voce all’altro capo era fredda e distante."Michelle, ci incontreremo presto. Questa è solo l'inizio."
La chiamata si chiuse di colpo, lasciandomi con un silenzio assordante e il cuore che batteva più forte che mai. Seduta al tavolo di Alice, con il computer portatile acceso davanti a me, iniziai la mia ricerca su Elise. La sua presenza nella vita di Thomas era come un’ombra che avevo ignorato troppo a lungo, e ora che lui non c’era più, dovevo sapere tutto. Dovevo capire chi fosse quella donna e cosa l’avesse spinta a entrare nella nostra vita in quel modo distruttivo. La mia mente si riempiva di domande mentre scorrevo articoli e pagine sui social. Ogni dettaglio poteva essere un tassello per rispondere alla domanda che mi tormentava: perché Thomas era morto per mano sua? Elise sembrava apparire dal nulla, ma c’era qualcosa di profondamente inquietante in lei che non riuscivo a decifrare. Scoprì che lavorava in un'azienda che in qualche modo si incrociava con gli affari di Thomas. La cosa mi colpì come un pugno: lei non era un’amica, una conoscente casuale. Aveva pianificato il suo ingresso, aveva calcolato ogni passo. Un’intrusa nella nostra vita, ma soprattutto una minaccia. Forse era comparsa quando aveva notato delle falle nei suoi affari, o… Dio solo sa cos’altro. Scavando più a fondo, trovai anche una foto di Elise a una conferenza. I suoi occhi verdi erano glaciali, e il suo sorriso aveva un’aria falsamente rassicurante. In quella foto non c’era traccia di umanità, e un brivido mi percorse la schiena. Ora avevo una cosa chiara nella mente: dovevo capire cosa l’avesse legata a Thomas e che tipo di segreti nascondesse. Decisi di prendere parte a quella conferenza. Con il cuore che batteva all’impazzata, indossai un elegante tailleur nero che avevo comprato poco tempo prima, quando Thomas aveva insistito perché partecipassi a una delle cene aziendali. Era un completo deciso e raffinato, e sentivo che indossarlo mi avrebbe dato un po’ della forza di cui avevo bisogno. Scelsi una camicetta bianca in seta, morbida ma decisa nei dettagli, e tacchi neri affilati, abbastanza alti da dare alla mia figura la giusta sicurezza. Lasciai i capelli sciolti, sistemati in morbide onde, e scelsi un trucco sobrio ma intenso sugli occhi, per mascherare il peso delle notti insonni. Quella mattina dovevo essere qualcosa di più della Michelle moglie e madre, dovevo essere una leader, una donna disposta a trovare risposte, costi quel che costi. La conferenza si teneva in uno dei saloni più eleganti di New York, l’Empire Hall, famosa per ospitare eventi di alto profilo. L'argomento era “Sviluppo e sostenibilità nelle imprese tech,” un settore che Thomas aveva cominciato a esplorare da qualche anno e in cui stava investendo risorse significative. Sapere che quella sarebbe stata una tappa importante per la sua azienda mi aveva convinta a prendere parte all’evento. Sentivo che, se volevo scoprire cosa si nascondeva dietro la morte di Thomas, dovevo immergermi nel suo mondo, capirlo e affrontarlo. Quando entrai nella sala gremita, gli sguardi si posarono su di me. Forse nessuno si aspettava la mia presenza, e soprattutto non al posto di Thomas. Intravidi Elise tra la folla, intenta a parlare con un piccolo gruppo di persone. Il suo sorriso si congelò nel vedermi. I suoi occhi, che fino a un attimo prima sembravano proiettare sicurezza e controllo, si svelarono per quello che erano davvero: pieni di sorpresa, e forse persino di paura. Con passi misurati, mi diressi verso la prima fila e mi sedetti, senza distogliere lo sguardo da lei. Volevo che sapesse che avevo notato la sua esitazione, la crepa nella sua facciata perfetta. Volevo che sentisse che, ora, non sarebbe stata più sola a dominare il campo. Dopo pochi minuti, un uomo sul palco prese il microfono. “Signore e signori, grazie per essere qui oggi. Prima di tutto, vorrei dare il benvenuto a Michelle Müller, che rappresenta l’azienda di suo marito, Thomas. Siamo felici che sia qui per proseguire il lavoro che Thomas ha lasciato.” Sentii gli occhi di tutti su di me mentre mi alzavo. Percorsi il breve tratto fino al palco, cercando di mantenere una calma che, dentro di me, era tutt’altro che salda. Ogni passo era come un confronto diretto con quella donna che mi guardava dal fondo della sala, gelida e stizzita. Prendendo il microfono, respirai a fondo. “Buongiorno a tutti. È un onore essere qui oggi per rappresentare il lavoro di mio marito, che ha sempre creduto in un futuro in cui l’innovazione possa convivere con la sostenibilità. Thomas era più che un imprenditore: era un visionario. Sono qui oggi per fare in modo che il suo sogno diventi realtà.” Sentivo Elise scrutarmi, come a cercare di interpretare le mie parole, di cogliere qualche segnale che indicasse le mie vere intenzioni. Ma mi assicurai di mantenere un tono deciso, senza tradire alcun dubbio. Conclusi il mio discorso e tornai al mio posto, consapevole che quella non sarebbe stata l’unica battaglia che avrei dovuto affrontare quella giornata. La conferenza proseguiva, ma il mio sguardo era fisso su Elise. Era solo questione di tempo prima che mi avvicinasse. E infatti, durante una breve pausa, la vidi avvicinarsi con passo sicuro, il volto scolpito in una maschera di cordialità. Ma i suoi occhi tradivano una scintilla di nervosismo. “Michelle,” iniziò, con un sorriso troppo tirato per sembrare genuino. “Non mi aspettavo di vederti qui. È… ammirevole come tu stia gestendo tutto.” Inarcai un sopracciglio, accennando appena un sorriso. “Immagino tu pensassi che sarei rimasta in disparte, troppo occupata a piangere. Ma non sono qui per piangere, Elise. Sono qui per continuare ciò che Thomas ha costruito, e per capire tutto quello che c'è dietro.” Un’ombra le passò sul volto, come se la mia risposta l’avesse sorpresa. Ma la sua espressione si ricompose rapidamente. “Capisco,” disse con voce mielosa. “È… coraggioso da parte tua, davvero. Thomas parlava sempre di te con grande ammirazione.” Sentii un’ondata di rabbia, ma la nascosi dietro uno sguardo fermo. “Sì, ci teneva molto alla famiglia. È una cosa che non tutti possono capire. Ma vedo che tu e lui avevate… trovato del tempo per conoscervi.” Elise fece un passo indietro, come se la mia insinuazione l’avesse colta alla sprovvista. “Thomas era un uomo affascinante,” rispose infine, senza battere ciglio, “e molto determinato. Aveva un modo tutto suo di voler… andare fino in fondo alle cose.”
“Proprio così,” dissi, inclinandomi leggermente verso di lei. “Andava sempre fino in fondo. E per questo lo conoscevo bene. Sapevo quando qualcosa lo turbava, quando qualcuno entrava nella sua vita con scopi poco chiari.” Il suo sorriso si spense del tutto, e la tensione tra di noi diventò quasi palpabile. Mi fissò con uno sguardo gelido, ma io non distolsi i miei occhi dai suoi. Volevo che capisse che non mi avrebbe intimorita. “Non so a cosa ti riferisci, Michelle,” disse, la sua voce ora più tagliente, “ma sembra che tu abbia molte domande. Ti consiglio di concentrarti su quello che è rimasto di Thomas e su ciò che puoi fare per la sua azienda. Non è facile prendere le redini di un impero, soprattutto quando si è… inesperti.” Sorrisi, senza abbassare la guardia. “Non sottovalutarmi, Elise. La verità trova sempre un modo per venire a galla, e io sono più determinata di quanto tu possa immaginare. Non sto cercando solo di guidare l'azienda di Thomas… sto cercando giustizia. E sono disposta a fare tutto ciò che serve per trovarla.” Elise mi guardò per un attimo, valutando le mie parole. Poi, con un sorriso quasi impercettibile, fece un passo indietro. “Buona fortuna, Michelle. Ne avrai bisogno.” La guardai allontanarsi, il cuore che batteva furiosamente. Sapevo che questo era solo l’inizio e che dietro quel suo sguardo freddo si nascondevano segreti che avrei scoperto. Non importava quanto fosse pericoloso: Thomas meritava giustizia, e io ero disposta a tutto per ottenerla.
STAI LEGGENDO
Hidden Feelings 2 "Depths Unveiled"
ChickLitHidden Feelings: Depths Unveiled è il secondo romanzo che esplora le profondità dell'amore, messo a dura prova dalle avversità della vita. Michelle e Thomas vivono una storia intensa, ma quando le difficoltà iniziano a emergere, il loro legame sarà...