Lontananza

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Irene POV

Mi sveglio con i primi raggi di sole che filtrano dalla finestra e un nodo allo stomaco che non so spiegare. Billie è ancora accanto a me, con il viso nascosto tra i cuscini. Il suo respiro è lento, regolare. Perfetto. È così bella che mi viene voglia di fermare il tempo, ma so che non posso.

Oggi deve partire. Tornare a Los Angeles, alla sua vita, ai suoi impegni. Io, invece, devo andare a scuola, la solita routine. Due mondi diversi che, per qualche giorno, si sono toccati.

Guardo l'orologio sul comodino. Le 6:15. Ho solo un po' di tempo prima di dover scendere dal letto e prepararmi. Billie si muove leggermente, e mi rendo conto che la sto fissando come una bambina che guarda il suo giocattolo preferito.

"*Bella, tutto bene?*" mi chiede con la voce ancora impastata dal sonno. Mi accorgo di non aver smesso di guardarla.

"*Sì, sì. Devo solo alzarmi e prepararmi per scuola.*"

Lei si gira e mi sorride, quel sorriso che riesce a farmi dimenticare tutto. Ma non oggi. Oggi, il pensiero che debba andarsene mi pesa come un macigno sul petto.

Mi alzo con un sospiro e inizio a vestirmi. Billie si siede sul letto, seguendo i miei movimenti con lo sguardo.
"*Vorrei venire con te a scuola oggi, ma mi sa che non è possibile, eh?*" dice con un tono scherzoso.

"*Sarebbe un caos totale. Sai, nel mio istituto non è mai successo che una star mondiale passasse per caso.*" Cerco di sorridere, ma non riesco del tutto.

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Mentre faccio colazione con lei, cerco di non pensare alla sua partenza. Parliamo del più e del meno, ma ogni volta che i suoi occhi verdi incrociano i miei, mi sembra che il tempo scorra più veloce. Alla fine, la mamma entra in cucina e ci ricorda che dobbiamo uscire. Lei mi accompagna alla fermata dell'autobus, e io sento un groppo in gola che cresce sempre di più.

"*Quando parte il tuo volo?*" le chiedo, cercando di sembrare disinvolta.

"*Verso le tre del pomeriggio. Ma non voglio pensare a quello ora.*"

Le sue parole dovrebbero rassicurarmi, ma non ci riescono. So che quando salirò sul mio autobus, lei salirà su una macchina che la porterà via da me. E non sono pronta.

"*Bella, non fare quella faccia triste. Non è un addio.*" dice, prendendomi le mani.

"*Non lo so, Bill. Tu hai la tua vita, la tua carriera, io sono solo... io. Ho paura che, una volta tornata a casa, ti dimenticherai di me.*"

Lei mi guarda con un'espressione seria, quasi ferita. "*Non dire così. Come potrei dimenticarti? Non importa dove sarò, ti prometto che ci sentiremo ogni giorno. Sei troppo importante per me, Irene.*"

Le sue parole mi confortano, ma solo in parte. L'autobus arriva, e io non riesco a trattenere le lacrime mentre salgo. Lei mi saluta, e il suo sorriso sembra spezzarmi il cuore.

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Durante le lezioni, non riesco a concentrarmi. Penso solo a lei, a noi. E se avesse detto quelle cose solo per farmi stare meglio? È facile promettere quando si è vicini, ma la distanza cambia tutto.

Mentre i miei compagni parlano dei loro programmi per il weekend, io fisso il telefono, aspettando un suo messaggio. Quando finalmente arriva, mi sento sciocca per aver dubitato.

Bill❤️

Hey Bella, sono in aeroporto.
Già mi manchi.
Prometto che ti scriverò appena atterro.
Non dimenticarti di me, ok?

Un sorriso mi illumina il viso, ma il pensiero non se ne va: E se un giorno smettesse di scrivermi?

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Le ore a scuola passano lente, come se il tempo volesse giocare con me. Ogni volta che sento il telefono vibrare nello zaino, il cuore mi balza in petto, sperando che sia Billie. Ma per la maggior parte sono notifiche inutili o messaggi di gruppo dei miei compagni.

Dopo pranzo, finalmente trovo il suo ultimo messaggio:

Bill❤️

Bella, sto per decollare. Scrivo appena arrivo. Promesso.

Mi stringo il telefono al petto, cercando di scacciare quella voce fastidiosa nella mia testa che continua a ripetere: E se poi non mi scrivesse davvero?

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A casa, cerco di distrarmi. Mia madre mi chiede com'è andata a scuola, ma le rispondo a malapena. Passo il pomeriggio a fare i compiti, controllando il telefono ogni mezz'ora. Cerco di convincermi che tutto è normale: sta volando, ci vuole tempo.

Ma quando arriva sera e ancora nessuna notizia, l'ansia comincia a insinuarsi. Billie non è mai stata così silenziosa con me, neanche quando era impegnata.

Mi ripeto che non devo essere insistente. Se non ha scritto, avrà i suoi motivi. Magari è stanca. Magari si è dimenticata. Non sarebbe una tragedia, no?

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Alle 21:00 sto cenando con i miei genitori. Loro parlano di lavoro e di cose di casa, mentre io fingo di ascoltare. Il telefono è appoggiato sul tavolo accanto al piatto, e mia madre lancia un'occhiata al display.

"Aspetti qualcuno, Irene?"

"No, niente di importante."

Paolo, mio padre, ridacchia. "Di sicuro è quella tua "amica" americana, Billie. Ha già conquistato Silvia, non pensare che non ci abbia fatto caso."

Arrossisco e cerco di cambiare argomento, ma dentro mi sento ancora più nervosa. Sono passate ore e ancora nessun messaggio.

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Più tardi, nel mio letto, fisso il soffitto al buio. Mi sento sciocca a preoccuparmi così tanto, ma non posso evitarlo. Non voglio essere quella persona appiccicosa che riempie di messaggi qualcuno che forse ha bisogno di spazio.

Decido di scriverle un semplice messaggio, giusto per farmi viva:

Bill❤️

Hey Bill, tutto ok? So che sarai stanca dopo il viaggio, ma volevo sapere se sei arrivata sana e salva. Nessuna fretta, scrivimi quando puoi.

Invio e metto il telefono sul comodino, spegnendo lo schermo. Poi mi giro e chiudo gli occhi, costringendomi a dormire. Ma nel petto sento un vuoto che non riesco a riempire.

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La notte è inquieta, e al mattino mi sveglio prima della sveglia. Controllo subito il telefono, ma lo schermo è vuoto. Niente messaggi. Un brivido mi percorre la schiena.

Sta succedendo davvero? Ha già cambiato idea?

Cerco di scuotere via quel pensiero. Mi alzo, mi preparo per un'altra giornata di scuola e decido di affrontarla come se nulla fosse. Non voglio che nessuno si accorga che qualcosa mi turba.

Mia - Billie EilishDove le storie prendono vita. Scoprilo ora