" Mia cara sorella,
Oggi è stata una giornata fradicia.
Piove a dirotto da ore e il vento soffia come se volesse piegare le pareti e scompigliarmi i capelli.
Il suolo, quaggiù, sembra averne abbastanza dell'acqua. Straborda e crea una fanghiglia appiccicosa simile alla colla. Mi prude la pelle, vorrei farmi un bagno.Per fortuna, ho trovato alloggio in una locanda. La carta da parati è ammuffita, ma al prezzo di due Fulle mi hanno dato una stanza singola, una zuppa di legumi tiepida, una spessa coperta di lana pruriginosa e una tazza abbondante di latte di capra.
Tu sai quanto io detesti il latte di capra, ma dal momento in cui non mi hanno proposto del brodo di carne, non ho voluto obiettare. Ho imparato ad essere di poche pretese e poi, credo che non possano permettersi di ammazzare la loro unica capra per farne uno stufato per i clienti.
Sono abbastanza convinta che qualcuno se ne sarebbe fatto una scorpacciata.
Rimango sempre inorridita al pensiero che fuori dal Villaggio si allevino gli aninali per cibarsene. Non lo capirò mai.
Ad ogni modo, non ho da lamentarmi. Ho persino acceso il camino e le mie estremità intorpidite stanno ringraziando.Di bello ho da raccontarti come sono finita nel bel mezzo di un acquazzone: nella Valle della Sete il tempo cambia così velocemente che in un giorno pare ne passino tre.
Il mio compagno di viaggio è un simpatico signore di nome Yasou che singhiozza alla fine di ogni frase. Devo ancora capire se è il particolare dialetto di un particolare popolo di cui ancora non ho fatto domande o è perché è perennemente alticcio.Mi ha accompagnata fino a bordo valle e mi ha mostrato la Mappa dei Carbonieri. Per la verità ha pronunciato un nome più preciso, ma l'ho smarrito.
La Mappa appare alla vista sottoforma di una sottile ragnatela di dune. È come se un grosso verme della sabbia si fosse fatto un giretto, lasciando una scia del suo passaggio.
Avrei voluto avvicinarmi e l'ho fatto, ma le nuvole si sono addensate sulle nostre teste all'improvviso e ci è caduto il cielo addosso. Ebbene, credo sia la mia punizione per aver dato a Yasou dell'esagerato e del paternalistico.A quanto pare, in quattro secoli, i Carbonieri hanno creato una fitta rete di gallerie sotterranee che collegano i vari punti strategici del Regno pre-Verde e con tutta probabilità esiste una via che sorge alla Contea di Sytos.
Quest'ultimo dettaglio mi mette i brividi. Tuttavia, mi fa anche ridere. Immagina un Carboniere spuntare nel centro del Villaggio Salice, con il suo casco e i suoi baffi folti, mentre gli passa un carro pieno di letame sulla testa!I Carabonieri sono paranoici, è vero, ma non sono i soli.
Sono giorni che sento borbottare i viandanti. Parlano di guerra alle porte, di alleanze segrete, di eserciti, di voglia di combattere. Si respira un'aria frenetica. Sono scettica, ma non posso ignorare lo scontento che scuoteva - scuote? - il Villaggio.Tentenno all'idea di inviarti aggiornamenti immediati con questo cattivo tempo. Sarai in attesa del mio corvo settimanale e mi affligge pensare ai terribili presentimenti che ti rubano il sorriso.
Se non fosse per il clima instabile, il pennuto della padrona di casa mi sembra vecchio e malandato. Perde il piumaggio e ogni tanto tossisce come un vecchio ammalato. Mi ricorda zio Péf con la sua pipa. So che questa cosa ti farà sorridere. L'unica mia fonte di intrattenimento, durante giornate uggiose e fredde in cui non posso uscire per esplorare, è ritrovare i vostri volti attorno a me.Mi hai chiesto se mi manca casa.
Quello che mi manca in assoluto sono le nostre passeggiate al lago, le nostre merende sotto l'ombra del salice centenario.
Non vedo l'ora di poter addentare uno dei tuoi fagottini alla marmellata di mirtilli, mentre ti lamenti di un giovanotto che non ti corteggia come vorresti.
A proposito, non mi hai più aggiornata. Quel tipo, Ellinik, mi pare - non ho con me le tue lettere precedenti, temo si siano bagnate tutte e ho sudato per trovare un pezzo di pergamena intatta - ne ha azzeccata finalmente una?Torniamo al mio pellegrinaggio. Appena il tempo si farà conveniente, mi recherò a Quálif.
Le saline si vedono già da qui. È una breve striscia candida prima del blu.
Da Quálif, salperò per raggiungere Murargento e terminare il mio viaggio. Conto di tornare entro la fine dell'anno. Laggiù non hanno corvi, perciò ti racconterò tutto una volta scesa dalla nave di ritorno.Mi emoziona scoprire cosa si nasconda di tanto occulto oltre la muraglia scintillante della Capitale.
Farò amicizia con qualche commerciante di armi per farmi scortare all'interno.
Punterò quindi sulla vanità del Sovrano - mi hanno detto che assecondare la sua autoproclamazione lo compiace parecchio - e gli dirò che sto scrivendo una Novella sulla sua giornata ideale. Di certo non accennerò ad un'Enciclopedia dettagliata sulle Terre e sui Popoli di Kaalos.
Spero di trovare un corvo di contrabbando per scriverti. In tal caso, non rispondermi. I soldati all'ingresso hanno ordine di sparare ai corvi, ma se per qualche malaugurato caso intercettano la nostra corrispondenza, mi condanneranno per spionaggio.Oltre ciò, sono sono fiduciosa.
Ti lascio perché ho finito lo spazio.
Daʼ un bacio a tutti. Sento che mi vogliono ancora bene, in qualche angolo del loro cuore avvizzito.
E tu, non t'accorare. Son solinga, ma risoluta.Tua sorella cara,
𝓚𝓵𝓮𝓲𝓷𝓲𝓪 „- Ultima lettera di Solinga Kleinia pervenuta alla sorella, nel secolo antecedente degli avvenimenti trascritti in questo racconto. -
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Il Marchio del Salice
Science FictionA diciotto anni ci sono molti modi per divertirsi, se abiti al Villaggio del Salice: sbronzarsi alla festa del raccolto, giocare d'azzardo alla taverna, fare il bagno al lago al chiaro di luna, fumare la pipasballa, sgattaiolare nelle cantine con q...