Parte seconda

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07:13

Signor Lightwood, perdoni l'ora ma ho bisogno del suo aiuto questo pomeriggio.

Quando il cellulare di Alexander vibrò sul piano della cucina, il ragazzo non si sarebbe mai aspettato di leggere un messaggio di Magnus Bane. Non alle sette del mattino, per lo meno, quando ancora faticava a tenere gli occhi aperti e la sua espressione sembrava quella di una scimmia appena alzata. Nonostante tutto fece scorrere il dito sul display e lesse il messaggio dello scrittore.

07:25

Signor Lightwood.

Mi risponda.

La prego.

Alec fissò lo schermo con un sopracciglio alzato e si chiese cosa diamine mandasse così in panico Magnus Bane. Dal giorno in cui si erano ufficialmente conosciuti era passata una settimana, e in quei sette giorni si erano incontrati una sola volta in un bar per discutere delnumero di posti del meet. La loro conversazione era durata giusto il tempo di un cappuccino: mezz'ora dopo si erano salutati. Alla fine i dettagli da scegliere con lo scrittore erano davvero pochi, Alec si doveva occupare principalmente di cose in cui Magnus non avrebbe avuto niente da ridire (come quali testate giornalistiche chiamare, il fotografo, il servizio catering per il piccolo ricevimento dopo il meet..), quindi proprio non riusciva a immaginare cosa quel bizzarro ragazzo volesse da lui. Alle sette del mattino.

7:30

Signor Bane, di grazia, cosa la preoccupa tanto da cercarmi a quest'ora del mattino?

7:32

Ho bisogno del suo aiuto. Ci vediamo alle 16 davanti a Carta Profumata.

7:35

Potrebbe essere così gentile da dirmi a cosa le servo?

7:40

Si metta un paio di scarpe comode. Alle 16, non si dimentichi.

7:43

... va bene, signor Bane.

Alexander guardò sconfortato la colazione, posando il cucchiaio accanto alla tazza colma di caffè nero. Aveva già pensato come passare quel pomeriggio, era il suo giorno libero dopotutto, e sicuramente il suo programma non aveva previsto di andare non si sa dove con un ragazzo eccentrico vestito come un cavallerizzo dei My Little Pony. Però, per quanto Magnus Bane sembrasse mago Merlino in veste rosa shocking, non poteva certo negare che la sua compagnia gli piacesse. Era il suo scrittore preferito, alla fin fine. Per quel motivo sorrideva mentre posava la tazza ancora piena per metà nel lavandino e si dirigeva nella propria camera per mettersi una tuta comoda. Ai vestiti del pomeriggio avrebbe pensato più tardi.

Magnus camminava avanti e indietro nel salotto di casa, le ciabatte a forma di zebra che zampettavano per tutto il pavimento di parquet spaventando il gatto, i capelli sciolti lungo il volto e il corpo avvolto in un pigiama color giallo canarino. In mano teneva una penna blu, e la faceva roteare fra le dita con maestria, mentre continuava la sua corsa per tutta la sala. Non ci riusciva. Non ci riusciva, ed era dannatamente frustrante. Quella mattina si era svegliato alle cinque, troppo preso dal delirio dello scrittore per starsene fermo in letto, ed era corso al computer continuando il secondo capitolo del suo nuovo romanzo. E poi..la catastrofe: l'introduzione di un nuovo personaggio, che nelle sue idee doveva essere fra i principali, e non riusciva a farlo venir fuori dalla sua mente. Zero, il nulla. Aveva provato in tutti i modi a farsi venire l'ispirazione: aveva bevuto un bicchiere di vino (alle sei del mattino, si), aveva fatto un bagno caldo, si era dato lo smalto nuovo. Ma niente. E poi, proprio mentre si stava dando il colore sul mignolo della mano destra, ecco sorgere un altro problema alla lista infinita. E aveva finito per scrivere ad Alexander Lightwood senza nemmeno pensare che fossero appena le sette. Fu proprio il pensiero di Alexander Lightwood a fargli rendere conto che, camminando per il salotto, si erano fatte le due del pomeriggio e lui era ancora in pigiama. Con un sospiro lasciò la penna accanto al blocchetto degli appunti e al computer e si diresse verso l'armadio alla ricerca dei vestiti da indossare. Aveva notato con quanto disagio Alexander era stato seduto accanto a lui, quel giorno nel bar, per via del completo rosso acceso che aveva messo, perciò decise che avrebbe optato per qualcosa di più sobrio: afferrò un paio di pantaloni bianchi e una camicia nera, assieme a un paio di scarpe eleganti dello stesso colore. Non si vestiva in maniera così.. neutra dalla fine delle scuole superiori ma doveva ammettere che il suo volto era messo parecchio in risalto da quell'accostamento così normale. In compenso passò parecchio tempo a sistemarsi i capelli, creando con il gel un effetto spettinato sul ciuffo. Look classico di un qualsiasi ragazzo poco più ventenne. Giunse davanti a Carta Profumata alle 15:55 e incredibilmente vi trovò già Alexander Lightwood. Aveva un'aria fresca nel suo maglione nero e nei jeans beige, anche se i capelli color della notte continuavano a finirgli negli occhi per via del vento. Quando si accorse dell'arrivo di Magnus, lo scrittore lo guardò sgranare gli occhi, immaginando la sorpresa nel vederlo così sobrio. Ed era altrettanto sicuro che non avrebbe comunque detto niente al riguardo.

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