🌲 𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄 𝐒𝐓𝐀𝐍𝐃-𝐀𝐋𝐎𝐍𝐄 🌲
"Era tutto quello da cui avrei dovuto tenermi lontano.
Ma ogni passo indietro mi portava solo più vicino."
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Mila ha studiato per tutta la sua adolescenza un piano di fuga che le permettesse di to...
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È quasi inspiegabile la tristezza che colpisce a pieno il giorno di Capodanno. Ed è strano che colpisca tutti, che tu abbia avuto un anno felice o un anno terribile. O una via di mezzo.
Se sei felice non puoi fare a meno di rammentare quello che hai vissuto durante quell'anno con nostalgia, sapendo che non potrai più riviverlo una seconda volta. Potrai solamente ricordarlo. E se sei triste, ma sollevato che fra meno di ventiquattro ore l'anno sarà finalmente terminato, non puoi comunque fare a meno di pensare a quello che è stato.
A tutto quello che speri non accada più.
Mentre batto il piede sul pavimento ritmicamente, seguendo il rintocco dell'orologio, io non riesco a non chiedermi per quale motivo capiti di incontrare persone che non sono destinate a rimanere nella nostra stessa linea temporale, ma che hanno un impatto tale nella nostra che ci cambia il modo di viverla.
E poi penso al disastro che è la mia vita e a tutto quello da cui sto scappando, chiedendomi se serve davvero a qualcosa o se fuggire vuol dire soltanto fare il giro del mondo una volta in più per poi ritrovarsi sempre davanti alla stessa cosa. Allo stesso scenario o alla stessa persona.
Il suono di un messaggio mi fa aumentare il battito. Guardo il cellulare come se fosse un mostro a tre teste; poi mi sporgo in avanti e fisso sugli occhi sul mittente, rilasciando un sospiro di sollievo. É solo Tommaso, che mi dice che è fuori ad aspettarmi.
Corro in bagno per darmi un'ultima sistemata, stirando con le mani la finta gonna nera che indosso e aggiustando i pantaloncini nascosti al di sotto. Mi guardo il top di velluto nero che mi lascia la schiena scoperta, con una catenina d'oro che mi scivola sulla spina dorsale, e cerco di non fissarmi su quello che vorrei essere a discapito di quello che sono realmente. Ho anche messo del rossetto rosso per l'occasione, ma guardandomi allo specchio non riesco a non sentire quelle dannate parole.
«Il rosso è da puttane. Per chi vuoi essere una puttana se non per me? Toglilo immediatamente, prima che te lo tolga io a forza di schiaffi.» La sua voce è incredibilmente reale, anche se è solo dentro la mia testa. Ma mi convince abbastanza da indossare il cappotto e agguantare anche un tovagliolo insieme alla borsa, prima di uscire e chiudere la porta.
Stavolta non devo preoccuparmi di Loki. Roland si è, con mia sorpresa, offerto di prendersene cura per tutta la sera visto che aveva rifiutato l'invito dei ragazzi di andare in un locale in una città vicina per passare il Capodanno. Non avevo ancora chiesto il perché, avevo paura di sembrare indelicata.
Mi sfrego il tovagliolo sulle labbra, anche se fa male, per togliere via il rossetto rosso e mi avvicino a Tommaso, che è appoggiato con il sedere al cofano della sua BMW serie 1 grigia. Ha le braccia incrociate e guarda in giro, la camicia bianca ha tre bottoni aperti e lo rende meno elegante, mentre i pantaloni neri gli fasciano le gambe alla perfezione. Anche in quel caso indossa una giacca di pelle e questo mi fa alzare gli occhi al cielo.