Sono arrivata a scuola in anticipo, Heidi non era ancora arrivata dunque me ne stavo in disparte con le cuffie nelle orecchie.
A quell'ora del mattino faceva abbastanza fresco da tenere la felpa.
I gruppi di ragazzi sembravano gruppi di zombie a quell'ora del mattino, non come quando uscivano: sembravano tutti delle schegge per allontanarsi da quella "prigione", come la definivano alcuni: sono d'accordo che la scuola non sia propriamente uno svago, ma addirittura "prigione" mi sembra eccessivo.
Sento una mano abbastanza grande appoggiarmisi su di una spalla che mi fa sussultare per lo spavento.
Mi giro e, come avevo pensato, era lui, Jack che rideva per la mia reazione.Rossa di rabbia gli piazzo le mie cinque dita in faccia facendogli rimanere il segno rosso.
Ora non ridi più, eh, stronzetto...
Mi tolgo le cuffie e vedo una ragazza coi capelli neri e le ciocche azzurro mare correre verso di me: la mia salvatrice, Heidi, è finalmente arrivata: è quasi in ritardo.
Mi prende per le spalle e inizia a parlarmi a raffica: "ora mi racconterai meglio tutto quello che è successo e come ti sentivi quando è successo, o--? ...Cosa diamine ci fa lui qui?! Cosa ti ha fatto?! Niente, vero?!"
"No, non ti preoccupare, mi ha solo fatto prendere uno spavento e l'ha pagata come vedi."
Dietro di me il ragazzo si stava massaggiando la guancia dolorante.Entriamo in classe con cinque minuti d'anticipo.
L'insegnante entra poco dopo: quella vecchia megera di italiano e storia è sempre in anticipo.
Prevedo le prossime due ore di una noia mortale dunque, insieme ai libri per la lezione tiro fuori anche il blocco da disegno.
Adoro disegnare, soprattutto in autunno. Quando guardo fuori e vedo tutti quei colori brillanti non posso che sentirmi un po' felice.
Suona la campanella d'inizio delle lezioni, ci sediamo e iniziamo la tortura.Dopo due interminabili ore di italiano suona la campanella.
"Che suono celestiale giunge alle mie orecchie!" dice Heidi stiracchiandosi.
"Heidi, muoviti che sennò qua io muoio!"
"Arrivo, arrivo! Quanta fretta! Cos'è? Vuoi vedere Jack il prima possibile?" Dice Heidi ammiccando.
"NO! È appunto per evitarlo, muoviti!" Dico sulla porta.
Mi giro e vado a sbattere contro un petto decisamente di un ragazzo.
Il ragazzo in questione, ovviamente, è Jack, ma oggi con lui c'è un ragazzo alto, con le gambe lunghe impacchettate in dei jeans a sigaretta grigi scoloriti in qualche punto pare per l'utilizzo, una maglietta a maniche corte azzurra come i capelli che non avevano nemmeno un minimo di ricrescita ed è magrissimo e gli occhi: totalmente neri, senza alcuna parte bianca, tipo gli occhi dei panda."Hey, non c'è bisogno di essere così tanto eccitate di vedermi, eh, sarei venuto a cercarti comunque!"
"Levati." Dico spostandolo di peso.
"Hey, che caratterino! Figo!" Il ragazzo sconosciuto ha una voce non molto profonda.
"Ah, lui è Stuart."
"Ciao"
"Ciao! Che figata i capelli!"
"Ah, uhm, ehm... g-grazie... anche i tuoi! Posso chiederti come fai a non avere nemmeno un minimo di ricrescita?"
"Eh? Oh... non sono tinti, sono così. Da piccolo ero moro, poi sono caduto e in seguito ad un trauma cranico che ha comportato la totale perdita dei miei capelli sono ricresciuti così..."
"Wow! Figo!"
"Sì, ok, Stuart, avrai tempo per raccontarle anche del resto, ora andiamo, ti prego." Dice Jack entrando nel discorso.
"Ok, ok..." si avviano verso il cortile.
Mi giro verso Heidi che non ha professato parola, e il che è strano.È diventata tutta bianca con le orecchie e la faccia rosse e farfuglia qualcosa: "c-credo c-che s-sia u-un c-colpo d-di f-fulmine q-questo..."
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La ragazza di periferia
RomanceNuova scuola, nuovi compagni, nuovi professori e nuova vita, ma non è facile. Lei, ragazza di periferia con pochi amici. Lui, ragazzo del centro e popolare. "Non è che..."