three

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(N/A quanto cazzo è figo? Cioè parliamone 💁🏻)

«Non male come primo giorno» commentai riferendomi alla prima giornata di lezioni.

America annuì, sistemando il suo zaino rosso sulla sua spalla.
«Andiamo a mensa, mh?» domandò svoltando l'angolo.

Annuii prontamente, «ho troppa fame.»

La prima settimana sarebbe stata piena di test, e non vedevo l'ora di passare alla settimana successiva in modo da saltare tutte le verifiche.

«C'è la fila, che palle» dissi non appena arrivammo all'entrata della mensa.
C'erano tre ragazzi che stavano parlando allegramente con un altro ragazzo, il quale scriveva dei nomi su un blocchetto per vedere i ragazzi che entravano a mangiare e quali restavano fuori, il tutto basandosi sul totale degli alunni presenti nel college.

Se lui era occupato la fila non sarebbe andata avanti e di conseguenza io non avrei mangiato.

Nel frattempo si era aggiunta anche Beth, così stufa di aspettare andai verso i quattro ragazzi.

Feci un colpo di tosse per farmi notare e questi si voltarono verso di me, alzando un sopracciglio.

Erano più alti rispetto a me, soprattutto quello con quella sottospecie di agenda tra le mani.
Tra questi riconobbi anche Michael, almeno mi pare si chiamasse così.

"Che vuoi?» domandò con aria scocciata un biondino.
Era leggermente più basso rispetto agli altri, però cazzo, non si mostrava inferiore in fatto di bellezza.

Aveva gli occhiali da sole ed i capelli alzati in una cresta.
«Potete far gentilmente scorrere la fila? Grazie» dissi dopo poco.
«Hey Lou!» sentii esclamare America alle mie spalle.
Li conosceva? E perché diavolo non me l'aveva detto prima?

Andò ad abbracciare un ragazzo con i capelli castani, anche lui piuttosto basso.

Beth venne accanto a me e mi sussurrò all'orecchio in modo che sentissi solo io «è lui il fratello figo.»

Scoppiai a ridere, guadagnandomi un'occhiataccia da parte del ragazzo davanti a me.

«Che ridi?» in un gesto veloce si tolse gli occhiali da sole mettendoli nello scollo della maglia nera che portava.
Rivelò i suoi occhi azzurri ghiaccio.
Cazzo che belli.

«Sei troppo curioso» dissi e indietreggiai di due passi.
«Dai passate tutti quanti e al diavolo questa cazzo di punizione!» esclamò il ragazzo mettendo il blocchetto sul bordo della finestra che dava a vedere all'interno della sala pranzo.

Sentii prendermi la mano e subito dopo trascinarmi dentro.
«Uhm, grazie» mormorai leggermente imbarazzata quando vidi che la mia mano era stretta dalle lunghe dita del ragazzo biondo.

«Eri in difficoltà, diciamo che ti ho salvato la vita da una marea di ragazzini affamati» mollò la mia mano andando a prendere un vassoio.

«Io non ero in difficoltà» ribattei raggiungendolo.
Scoppiò a ridere «certo, come no! Sembravi...un cervo in autostrada, più o meno» concluse la frase confuso.
Che paragone di merda.

Sbuffai e dopo aver preso qualcosa da poter mettere sotto i denti andai al tavolo dove c'erano le mie amiche che stavano già mangiando.

«E così è quello tuo fratello, eh?» ridacchiai rivolgendomi al ragazzo castano di prima.

America annuì prendendo una patatina fritta.
«Lui e gli altri due ragazzi sono amici del biondino?» chiesi.

Presi un sorso d'acqua dalla bottiglietta poggiata sul tavolo.
America annuì.
«Sono migliori amici. Insieme al ragazzo che segnava i nomi» spiegò velocemente.

«Ma come mai era già in punizione? È soltanto il primo giorno di scuola!» Beth aggrottò le sopracciglia.

America scrollò le spalle.

«Comunque, tuo fratello ha un culo wow» disse Beth.
«Oh si! Confermo!»

La ragazza si passò una mano tra i capelli «tutte le mie amiche ne vanno pazze, rido male raga» scoppiò a ridere qualche minuto dopo.

+ + +

Avevo appena pranzato, e neanche una decina di minuti dopo ci sarebbe stata educazione fisica.

Era una materia che non mi entusiasmava più di tanto, però era come una distrazione e quindi era ok.

La professoressa radunò il gruppo di ragazze in un piccolo cerchio -dato che non eravamo molte nella classe.

I ragazzi stavano già giocando a calcio nel campetto che era nei paraggi e a noi erano state mostrate due opzioni: piscina o pallavolo.

Scelsi pallavolo ed insieme ad altre mi avviai nello spogliatoio.
«Intanto voi avviatevi, vado un attimo in camera» dissi quando mi accorsi di essermi dimenticata l'elastico per i capelli.

«Ok, ti aspettiamo fuori» rispose una a nome di tutte.
Erano simpatiche le ragazze di quella classe.

Presi la trousse per poi andare nel bagno.
Legai i lunghi capelli marroni in una coda alta piuttosto ordinata, e visto che ne avevo l'occasione ripassai la matita nera sugli occhi dello stesso colore dei capelli.

Appena arrivai sul prato c'erano alcune squadre che stavano già giocando tra di loro.

Feci per andare da loro quando la professoressa mi fermò.
«Tu sei?» si abbassò gli occhiali da sole mettendo una mano sul fianco in attesa di una mia risposta.

«Uhm...Woodley.»
Ma davvero c'è così tanto sole da portare gli occhiali adatti? Li mettono tutti, a partire dal biondo della mensa.

«Bene Woodley, sei arrivata in ritardo quindi...puoi andare nella sala d'arte.»

Ma come ritardo! Dannazione la lezione sarebbe iniziata alle 2 p.m. e sono soltanto le... 2.15 p.m.

Fantastico.

«La puntualità è fondamentale in questa scuola, lo imparerai col tempo» andò dalle altre ragazze lasciandomi da sola.

Non sapevo dove andare così mi guardai intorno. Se solo qualcuno fosse stato disponibile nell'aiutarmi, ugh.
Quella scuola era decisamente troppo grande.

«Ciao cervo» sentii dire alle mie spalle.
Mi voltai di scatto.
Oh, ancora lui.

Feci per controbattere ma mi precedette.
«Non sei un cervo, lo so. E tanto meno ti sei persa» disse annoiato.
Era da solo, non era in compagnia dei suoi amici.

A chi chiederlo se non a lui?
«Sai...si insomma, sai dov'è la sala d'arte?»

Senza rispondere si incamminò, ma poi vedendo che me ne restavo lì ferma si voltò a guardarmi «Vieni? Ti accompagno.»

Sbuffai sonoramente e lo seguii con passo lento.
«Si può sapere come ti chiami, piccola?» parlò dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante.

«Jamie.»
«E non chiamarmi più piccola, non sei nessuno» continuai seccata.

«Io sono Niall. Adesso sono qualcuno» disse d'un tratto.
«Niall? È un nome strano..» sussurrai.

«Sarà anche strano, cosa che non è, ma lo urlerai benissimo a letto, piccola.»
Solo quando realizzai ciò che aveva appena detto spalancai gli occhi.
Uno: aveva detto che saremmo finiti a letto insieme; due: mi aveva chiamata di nuovo piccola.

«Sei odioso!» gli tirai una botta sul petto arrossendo lievemente.
Sbuffai, «è qui, no?»

«Ah ah. Be' divertiti» mi lasciò sull'uscio di una porta, su cui c'era scritto "arts and crafts".

Non mi sarei ritrovata lì se non fossi andata in camera solo per legare i capelli.
"Dovevo fare una sola cosa, e l'ho sbagliata! Dannazione" pensai.

PIZZA🍕
Forse per segnare la fine dei capitoli utilizzerò 'pizza', insomma i soliti saluti mi annoiano, ew
Qui entra in scena Nello er puttanello ahaha, che impressione vi da?
La storia da qui in poi sarà più intrigante, yay
Bene, ho aggiornato oggi perché sono 5 anni della band e in più lo scorso capitolo è arrivato a 12 stelline, thank you 💘
Mi sono dimenticata cosa volevo dirvi ma ok (è odioso quando succede), aggiorno a qualche voto e commento.
A presto 🍉

bet - n.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora