4.DOLORE

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All'improvviso una profonda oscurità calò sul ragazzo, intorno a lui regnava il buio, tutto sembrava così denso, innaturale.

In quella distesa di tenebre, però, una piccola lucina brillava testarda.

Alex, attirato da quella fonte di energia, allungò sempre più il braccio, cercando di arrivare a quel misero luccichio.

Più si avvicinava, più la luce si intensificava; fino a quando ne fu totalmente circondato.

Sbattendo le palpebre, Il ragazzo, cercò di ripararsi da quella esplosione di luce, coprendosi il volto con le mani, ma si accorse subito che nessuna parte del suo corpo reagiva più ai suoi stimoli.

Lentamente il bianco scemò, il primo colore che riconobbe fu l'azzurro, l'azzurro del cielo.

Lentamente cercò di muovere una gamba e quando questa strusciò su una ruvida superficie, un sorriso di sollievo si dipinse sul volto del giovane.

Lentamente, come a voler evitare inutili fitte, si portò la mano destra al capo, perché la maggior parte del dolore che percepiva proveniva da li.

Sempre tenendosi una mano sul volto, diede una rapida occhiata intorno a se, in un primo momento non riconobbe il paesaggio che lo circondava, ma, dopo un paio di minuti, la sua mente venne invasa da ricordi .

Un dolore più intenso partì dal petto e grosse lacrime iniziarono a scendere incessantemente dai suoi occhi, anche se ci avrebbe provato, non si sarebbe mai potuto dimenticare di quello che Mattia aveva fatto per lui, di come si era sacrificato per salvare la sua misera vita.

Dopo essersi calmato, Alex, alzò le mani al cielo e guardandosi i palmi macchiati di rosso, sussurrò:

<< E successo di nuovo >>.

Il ragazzo si trovava all'interno di un piccolo cratere; della casa di Mattia ormai rimanevano solo pochi resti, perfino il bosco che sorgeva a pochi passi dall'abitazione appariva danneggiato, con enormi alberi sradicati e cespugli distrutti.

Ma una cosa in particolare scosse profondamente il ragazzo: un'enorme quantità di sangue sporcava il terrendo intorno a lui, nessun essere umano sarebbe potuto sopravvivere ad una tale perdita.

Si poteva però scorgere una lunga scia rossa che, dal cratere, arrivava fino al bosco, per poi scomparire al suo interno.

Alex, anche se aveva la vista annebbiata dalla quantità di lacrime che ancora gli sgorgavano dagli occhi, riuscì a intravedere in lontananza un picco oggetto sbucare solitario dal terreno.

Il ragazzo si alzò con cautela e lentamente, cercando di conservare quel poco di equilibrio che gli rimaneva, si avvicinò a quell'oggetto e lo estrasse dal terreno.

Era la spada di Mattia.

Quando l'aveva estratta per la prima volta sembrava nuova, mai usata; mentre ora assomigliava ad un vecchio rudere: tutta sporca e piena di spaccature.

Il gracile corpo di Alex crollò di nuovo a terra e, asciugandosi il viso con i palmi delle mani, sussurrò:

<<Grazie mille , grazie Mattia>>

Con tutta la forza che il suo piccolo corpo ferito gli consentiva di usare, strinse a se la spada .

continua...

IL FIGLIO DI UN DRAGODove le storie prendono vita. Scoprilo ora