"Quindi, Miss Stones, il posto di lavoro come contabile addetta alle entrate e uscite dei fondi è suo, come avrà letto nella lettera che le è stata inviata. A proposito, l'ha ricevuta, vero?" dice Mr. Fikry, il fondatore della Black Eagle.
È un uomo alto, con degli occhi azzurri e capelli brizzolati, che una volta penso fossero neri."Sì, certo." rispondo, tirando fuori dalla borsa la lettera ripiegata.
Al contrario delle mie aspettative, non sento addosso le morse del nervosismo, anzi, sono tranquilla, come se stessi solamente chiacchierando.
"Prima di farle vedere la sua scrivania, vorrei sottoporla ad un piccolo test. Nulla di invasivo, solo una specie di questionario." dice Mr. Fikry, con un tono tranquillo.
Non mi aspettavo test nè cose del genere, e l'idea mi lascia un po' interdetta.
"È qualcosa di attitudinale o altro?" chiedo, incuriosita.
In fondo, io devo essere sottoposta al test, quindi ho tutto il diritto di chiedere."Altro, penso.." risponde, con un sottile ghigno nella voce.
Cosa potrebbe essere?
Cosa potrebbe volere da me quest'azienda, se non che una prova di quello che so fare?"C'entra con il quoziente intellettivo o qualcosa di simile?" chiedo, pensando alla prima e, secondo me, unica cosa di cui potrebbe fregare qualcosa a questi qua.
"Gesù, quante domande." sbuffa Mr. Fikry, infastidito.
Sbuffo a mia volta, prima di seguire il brizzolato fuori dal suo ufficio.
Appena uscito, scende le scale, e io lo seguo.
Svolta in un corridoio illuminato da parecchie luci al neon, per poi aprire una porta in ebano sulla destra.
"Eccola qua. Tutta tua." dice Mr. Fikry a qualcuno dentro quella stanza.
"Uhm.. Mr. Fikry, cosa sta succedendo?" Chiedo, non appena mi spinge in quella stanza, chiudendosi la porta dietro mentre esce.
Non c'è nessuno qua dentro, non ancora almeno.
Noto ad un angolo del soffitto,bianco come i muri, un piccolo oggetto nero.
Cerco di focalizzare per poi rendermi conto che si tratta di una telecamera.Decido di ispezionare la stanza, per capire cosa vorranno da me una volta che qualcuno entrerà.
Tocco i muri e scopro che sono in cartongesso, ma battendo il pugno sopra essi non producono il classico rumore, ma è un po' più ovattato.
Mi ricorda la sala in cui mio zio mi insegnó a suonare.
È una stanza insonorizzata.Nella stanza, non molto illuminata e senza finestre, vi è soltanto una poltroncina simile a quella di un dentista e un tavolo in ebano, con nulla sopra.
Vado verso la porta, e mi rendo conto che è stata chiusa a chiave.
Fanculo.
Torno verso il tavolo, dando un'occhiata al cassetto di quest'ultimo.
Quando apro il cassetto, vedo una penna a sfera e un orologio.
Mi stanno prendendo per il culo o cosa?
Schiaccio il bottoncino della penna, come faccio sempre con tutte le penne.
Dalla punta esce una freccettina trasparente con un liquido rossiccio all' interno, che si pianta nell'ebano del tavolo, rilasciando lentamente il liquido.
"Andiamo.. siamo in un film di spionaggio per caso? Siete seri?" Dico, in direzione della telecamera, anche se nessuno mi risponderà.
Passano i minuti, è ancora non arriva nessuno.
Sto cominciando ad annoiarmi, chiusa qui dentro.E allora ci penso.
Sono chiusa. A chiave.
Frugo nella borsa, in cerca del coltellino a serramanico che ho sempre con me da.. da quel giorno.
Lo trovo, e, ora che lo tengo in mano, non so a cosa mi servirebbe.
Non penso riuscirò a scassinare la serratura con questo.
Guardo gli oggetti che ho trovato in quel cassetto.
So già che la penna non mi servirà, ma l'orologio?Sembra un banalissimo orologio da polso, come il mio, ma deve esserci altro, è un fottuto clichè.
Schiaccio il bottoncino a sinistra, e da esso esce un minuscolo cacciavite.
Non riesco a controllare le mie risate, se è una presa per il culo è ben riuscita.
Smetto di ridere come l'idiota che sono appena sento delle voci fuori.
"È dentro." dice un uomo dalla voce acuta. Non sembra essere lontano dalla porta di questa dannata stanza.
"Okay.. che si fa?" chiede un altro, con un accento strano nella voce.
"Mh, non lo so.. andiamo a controllare come se la passa là dentro." risponde l'altro.
Però nessuno si allontana da dov'era prima per andare al centro di controllo (dove penso si vedano le immagini registrate dalla telecamera), come avevo immaginato, anzi, sento dei passi venire verso la porta.Allora capisco.. questo é il test.
"Tesoro, origliare è da maleducati,sai?" dice l'ultimo che ha parlato.
"E questo? Fa parte dei cliché di 007?" rispondo, quasi divertita. Quasi. Sto odiando stare chiusa qua dentro.
Non ricevo nessuna risposta, ma sento la serratura della porta scattare.
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frozen heart. [h.s.]
FanfictionLei ghiaccio, lui fuoco. Lei in fuga, lui alla ricerca. Lei con il cuore ghiacciato, lui con il cuore in tempesta. Lei non vuole amare, lui vuole, ma non sa come si fa. dvearshawn© all rights reserved.