Capitolo 4 - Diritti negati

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Chi stá bene vuole stare meglio!
È un dato di fatto. È nella natura intrinseca dell'essere umano il quale tende sempre a non accontentarsi e a cercare di migliorarsi, continuamente.
In Italia ci lamentiamo, a volte giustamente per carità, perché in relazione al nostro stile di vita (che andrebbe modificato, secondo me) guardiamo a quello che vorremmo avere e fin qui tutto ok.
Ma tante volte i nostri usi e consumi tendono ad essere esagerati rispetto alle nostre reali esigenze trascendendo così in eccessi e sprechi vergognosi se pensiamo che ci sono intere popolazioni che vivono in condizioni di povertà assoluta.
È giusto guardare avanti, sempre, nella vita ma quando capita di dare una sbirciatina oltre le nostre spalle questo non può non essere motivo di riflessione.
Purtroppo non si può restare indifferenti di fronte a realtà che entrano nelle nostre case ogni giorno attraverso gli organi di informazione.
Il nostro status di benessere spesso zittisce le nostre coscienze ma i dati parlano chiaro :

Circa 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame.

A causa di questo ne muoiono circa 24.000 al giorno e di questi circa tre quarti sono bambini al di sotto di cinque anni.

Circa un miliardo e 200 milioni di persone vivono con meno di due dollari al giorno.

Circa il 25% della popolazione mondiale consuma l'86 % dei beni e dei servizi.

Noi italiani facciamo parte del
20% di fortunati che consumano circa il 60% dell'acqua disponibile.

In 25 tra i paesi più poveri al mondo (tutti in Africa tranne l'Afghanistan) l'aspettativa di vita di un bambino è al di sotto dei 50 anni contro la media europea di 78 .

4 milioni di persone ridotte in schiavitù , questi i dati stimati ad oggi, di cui 500.000 circa destinate alla civilissima Europa occidentale.

Il 10% circa del traffico d'organi annuale viene procacciato illegalmente nel secondo e terzo mondo.

(Fonti: ansa.it - lonweb.org -  mednat.org)

Quali le cause di tutto ciò?
Sono sicuramente molteplici e da ricercarsi nel mancato sviluppo economico di questi paesi che sono ricchi di risorse ma sfruttate in maniera inadeguata e assolutamente senza alcun beneficio per la popolazione. Questo a causa di una situazione socio-economica arretrata e basata su strutture politiche dittatoriali che limitano o addirittura impediscono la distribuzione delle ricchezze concentrandole nelle mani di pochi proprietari terrieri protetti da regimi locali al limite della criminalità.
Per non parlare delle industrie quasi inesistenti tranne che in alcuni paesi (Zimbabwe e Cile, ad esempio) i quali vengono ulteriormente sfruttati e impoveriti da multinazionali senza scrupoli attratte dall'abbondanza di materie prime e dalla possibilità di sfruttare manovalanza a basso costo. Dopodiché abbandonano il territorio, dopo averlo spremuto per benino, spostando i propri capitali in altri paesi lasciando la situazione più drammatica di prima. È un pó come il principio del pastore che pascola il gregge spostandosi verso terreni più fertili quando quelli prececenti sono stati sfruttati abbastanza.
Ovviamente una situazione di questo tipo fa gola ad una miriade di furbacchioni tra cui spiccano gruppi industriali e bancari che, spalleggiati da politici avvoltoi che per squallidi interessi personali, vendono il futuro del proprio paese, hanno interesse a mantenere questi stati nel sottosviluppo per sfruttarne al meglio le enormi risorse e ricchezze. Fá una certa impressione comunque pensare che in maniera diametralmente opposta le popolazioni del terzo mondo sono affette e muoiono a causa di problematiche dovute alla malnutrizione quando i paesi civilizzati sono colpiti da malattie legate a sindromi causate dalla sovralimentazione, ne cito alcuni tra i più importanti: obesità, problemi cardiaci, emorroidi, tumori ecc. .
Nella nostra società il termine "povertà" non significa necessariamente fame ma nel terzo mondo è una realtà senza ombra di dubbio.
I maggiori esperti mondiali ritengono (ed io sono d'accordo) che la soluzione per far uscire questi paesi dal meccanismo di povertà causa della fame sia "l'istruzione" .
Il ciclo potrà essere interrotto quando queste popolazioni avranno l'opportunità di prendere in mano saggiamente le redini del paese creando le basi primarie di produzione e istruzione che costituiscono le fondamenta di ogni società civile.
Organizzazioni mondiali come l'ONU, la FAO, la chiesa con i suoi missionari, i Medici senza frontiere ecc. operano senza sosta per aiutare questi popoli e per cercare di organizzare un minimo di cooperazione sociale ma non basta.
Occorre qualcosa di più , occorre parlare meno e fare più "fatti" .
Chi soffre ha bisogno di aiuti concreti che vengano dall'unione degli sforzi di tutti , indistintamente perché questa piaga sociale, al pari di altre, venga debellata definitivamente!

Fidel Castro al vertice mondiale sull' alimentazione FAO che si tenne a Roma nel 1996 disse: "Se il mondo si commuove, giustamente, quando avvengono incidenti, catastrofi naturali o sociali, perché non si commuove allo stesso modo di fronte a questo genocidio che si svolge, ogni giorno, sotto i nostri occhi? "
E concluse, il suo discorso dicendo:
"Le campane che oggi suonano per coloro che muoiono di fame, ogni giorno, suoneranno domani per tutta l'umanità se non vorrà, non saprà o non potrà essere sufficientemente saggia da salvare sé stessa. "
(Fidel Castro, Roma 16 novembre 1996)

E, CHE SAGGEZZA SIA!!!

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