CAPITOLO 1

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"Alzate le mani insieme a me e scateniamoci!". La folla sotto di me ballava in pista nel delirio più totale, la musica pompava in tutta la sala come non mai ed io, Manuel e Roberta continuavamo a incitare il caos sotto di noi come non avevamo mai fatto. Mentre agitavo le mani al cielo e urlavo per l'eccitazione vidi Melissa, il mio capo, avvicinarsi.

Mi chiamò insistentemente ma la musica mi aveva completamente trasportata in un altro mondo. Tutto intorno a me era come se non esistesse. Eravamo solo io e la musica. Ad un tratto però mi sentii strattonare da un braccio e fui costretta a riprendere il controllo di me stessa. Melissa cercava invano di attirare la mia attenzione, così le accennai un sorriso e scesi le scale del piedistallo dove il dj continuava a infiammare la sua console. "Ci sono delle persone che ti stanno cercando, dicono di essere dei vecchi amici" disse Melissa con tutta la voce che aveva in gola per cercare di sovrastare la musica ad alto volume. Accennai uno sguardo sorpreso e la seguii.

Tra me e me nel frattempo pensavo a chi potesse essere così sciocco da essere venuto fino in Spagna da venirmi a cercare. La mia famiglia era ancora in Italia e ogni tanto venivano a trovarmi o io mi trasferivo da loro per qualche settimana durante le vacanze natalizie o pasquali mentre i miei amici o per lo meno i miei migliori amici vivevano con me da anni ed ora erano sulla pista da ballo ad animare la serata. Chi poteva essere? Non riuscivo a capire.

Mi avvicinai al bancone dove il barman continuava a fare acrobazie con quelle bottiglie per poi servire quei gustosi cocktail che ogni sera mi accompagnavano nel delirio più totale. Tre ragazzi dall'aspetto triste e confuso si avvicinarono e continuavano a fissarmi come scioccati. "Noemi?! Come stai? Ti ricordi di noi?" disse la ragazza dagli occhi a palla color nocciola e dai capelli castani raccolti in una treccia laterale. Era alta, magra e vestita di un paio di jeans, una camicietta a fiori e delle ballerine nere lucide che riprendevano il colore della piccola borsa che teneva in mano.

A quelle parole cominciai a fissarli insistentemente cercando invano di ricordare chi fossero. Erano anni che cambiavo città a causa del mio lavoro e di conseguenza conoscevo nuove persone e nuove amici di cui però di solito mi ricordavo. Invece questi tre ragazzi mi confondevano totalmente, anche se dovevo ammettere che avevano dei visi conosciuti; I due ragazzi dietro quella dolce sagoma femminile erano alti e alquanto palestrati, uno dei due aveva una folta chioma bionda e degli enormi occhi verdi mentre l'altro dallo sguardo intenso e corrucciato aveva capelli castano chiaro e occhi marrone scuro quasi sul colore della Nutella;

Continuai a rimanere in silenzio e li lasciai senza risposta per circa trenta secondi finché il biondino, con tono pacato, iniziò a parlare. "Siamo cambiati fisicamente é vero ma siamo sempre noi, Noemi. Io sono Riccardo, lui Gianmarco e lei Gabriela" disse indicando gli altri due al suo fianco, poi riprese a parlare. " Italia, Latina, Borgo...siamo i tuoi vecchi e dimenticati amici a quanto pare. Una volta uscivamo insieme, eravamo adolesecenti ma pur sempre amici." disse cambiando espressione in volto. A quelle parole rimasi scioccata. Il mio passato tornava a perseguitarmi. Ora sapevo chi fossero, solo che l'ultima volta che li vidi avevo diciotto anni, e di tempo ne era passato per questo non li avevo riconosciuti.

Erano gli amici con cui tanti anni fa avevo vissuto le più belle avventure che un adolescente potesse desiderare, quelli con cui avresti condiviso tutto e per cui avresti dato tutto. Tutto si complicava. Le nostre strade si erano divise molti anni fa. Scuole diverse, strade diverse e infine amici diversi. Fu davvero difficile per me lasciarli andare ma a quei tempi capii che era la cosa giusta da fare così appena diplomata partii e lasciai al caso la mia vita. I primi tre anni li intrapresi su una nave da crociera come animatrice e l'ultimo anno come capo animatore sempre insieme a Manuel e Roberta, che avevano deciso di seguirmi. Insieme avevamo racimolato un bel gruzzoletto che ci aveva permesso di trasferirci qui in Spagna, a Barcellona, e da due anni ormai lavoravamo in un villaggio turistico passando le nostre giornate nelle spiagge più belle della Spagna e le nostre serate nelle discoteche più IN della città. Un lavoro duro e faticoso che mi aveva permesso di andare avanti e di dimenticare il mio passato che aveva distrutto la mia adolescenza.

Tutto ciò mi aveva tenuto lontana dalla mia casa, dalla mia famiglia e dai miei amici ma era servito per andare avanti e per crescere. E adesso che loro erano qui davanti a me avevo paura ad affrontarli, volevo scappare e fuggire da questo imbarazzante incontro. Ma ormai dovevo capire cosa volessero o perché erano venuti a cercare proprio me dopo tutti questi anni. Dovevo ricordare chi ero e perché ero scappata da quel passato che mi aveva perseguitata per anni e che ora riemergeva nella mia vita per trascinarmi di nuovo negli abissi dell'oscurità.

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