"Venite con me"dissi con tono distaccato. Loro mi seguirono e insieme uscimmo dalla porta sul retro che affacciava sulla via principale della città, Las Ramblas. Mi voltai di scatto e per un attimo incrociai i loro sguardi. Non avevo mai dimenticato i loro occhi tanto che in alcune notti d'estate mi perseguitavano nei miei sogni più profondi.
"Non so cosa ci fate qui, e sinceramente non voglio saperlo. Quindi adesso vi prego di andarvene e di sparire dalla mia vita." dissi con serietà. Così Gianmarco avanzò verso di me e si fermò a pochi centimetri dal mio viso.
"Puoi stare tranquilla nessuno di noi è venuto qui di spontanea volontà, siamo stati costretti. Non scaldarti, ti assicuro che nessuno di noi aveva voglia di rivederti, ma abbiamo bisogno di te. Abbiamo bisogno che torni in Italia per un po' di tempo. Devi venire con noi."urlò con uno sguardo che mi minacciava di sbattermi a terra se non avessi almeno risposto a quell'affermazione.
Alzai il viso lentamente e lo fissai dritto negli occhi in segno di sfida. "Bene e allora perché siete qui? Tornatevene da dove siete venuti" dissi allontanandolo con uno spintone e facendomi strada per rientrare in discoteca. Ma prima ancora che potessi afferrare la maniglia della porta, una mano mi strinse il polso e mi girò violentemente costringendomi a voltarmi. Riccardo prese parola e iniziò ad agitarsi. "Almeno ascoltaci e vedrai che una volta che avrai udito le nostre parole cambierai idea".
D'un tratto tutta la rabbia che avevo accumulato in quegli anni esplose e la mia voce colma di fastidio e dolore riecheggiò in tutta la strada ormai deserta. "Mi avete distrutto la vita, spezzato il cuore senza pensare alle conseguenze e adesso mi chiedete di tornare in Italia ora che mi sono rifatta una vita lontana da tutto e da tutti. Lontana da voi. Ho una famiglia che mi adora, degli amici fantastici, una casa e uno splendido lavoro. E cosa dovrei fare? Venire con voi? Cose da pazzi". Sentivo le vene e le guance arrossarsi e nel frattempo vidi gli occhi di Gabriela che iniziavano a riempirsi di lacrime.
Riccardo alzò le mani in segno di resa e quello sembrava l'ultimo gesto che avrebbe definitivamente diviso le nostre strade ma come l'ultimo bagliore di luce si aggrappa nell'angolo dell'oscurità quelle parole si aggrapparono a me nello stesso modo cominciando a distruggermi dentro. "Andrea è in coma" disse Gianmarco. Quelle quattro parole distrussero nuovamente il mio cuore e mi portarono a pensare al peggio. La mia vita stava sprofondando di nuovo. Andrea. L'Andrea che tanti anni fa amavo più della mia stessa vita e per cui avrei dato la vita, adesso era in coma, adesso non era più l'Andrea che conoscevo io. Era in coma.
STAI LEGGENDO
RACCONTAMI DI NOI
RomanceI suoi occhi mi guardavano proprio come tanti anni fa, con rabbia e delusione. E il suo viso continuava a confondermi. "Stai scappando di nuovo" urlò mentre una lacrima iniziava a rigargli il viso. Non l'avevo mai visto piangere ma conoscevo quegli...