Capitolo 2

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Dopo aver passato circa venti minuti a fantasticare decido di alzarmi e di iniziare a prepararmi per quel primo appuntamento che mi impaurisce tanto. Mi reco in bagno e premo play sul mio iPhone. Si avvia la mia playlist preferita e le note della recente canzone di Eminem ft Sia dal titolo Guts over fear riempiono la stanza. La loro carica mi dà forza. Mi butto sotto la doccia dove il getto caldo fa rilassare ogni singolo muscolo del mio corpo. La tensione sembra via via attenuarsi e per soli dieci minuti riesco a non percepire l'ansia dell'attesa. Mi insapono il corpo con un bagnoschiuma dalla fragranza fresca e vellutata, dopo di che passo ai capelli. I miei capelli sono lisci al naturale quindi non sarà difficile domarli. Prendo un nuovo prodotto acquistato pochi giorni prima in un negozio di parrucchieri che ha tutta l'aria di essere miracoloso e infatti i nodi spariscono in un batter d'occhio. Dopo essere rimasta circa cinque minuti sotto la cascata d'acqua, esco dalla doccia e mi incanto davanti allo specchio come è mio solito fare ogni volta. È un momento di contemplazione, un attimo di riflessione. Osservo una ragazza spogliata di ogni difesa che è pronta ad affrontare le sue insicurezze. Dal cassetto estraggo una salvietta per asciugarmi i capelli. Li tampono, dopo di che li spazzolo lentamente e con grande delicatezza. Con i capelli ancora bagnati e l'accappatoio addosso mi reco in camera da letto per affrontare il problema principale. Apro il guardaroba e improvvisamente è come se ci fossero solo vestiti inadatti. Recentemente ho comprato un maglione davvero bello, bordeaux di lana con un collo grande che esalta il mio viso. Opto per quello. Inizio a domandarmi se sia il caso di indossare un vestito o una gonna dal tono più elegante ma una vocina dentro di me mi suggerisce di dover apparire il più possibile semplice. Per una volta le do ascolto. Dopo circa venti minuti a scartare possibili outfit, decido di indossare un jeans corto fino alla caviglia e delle scarpe allacciate nere in vernice dal gusto un po' vintage. Guardo l'orologio e per mio stupore mi accorgo di non aver impiegato tanto tempo quanto credevo. Sono circa le 20:00. Mi reco in bagno e con il phon do una veloce asciugata ai miei capelli ormai umidi. Sembrano decenti quindi dopo una spazzolata decido che vanno bene così. L'ultimo passo è il trucco. Inizio a domandarmi se anche per lui la preparazione è così ansiosa e problematica. Sicuramente non sarà così. Prendo il fondotinta. Stranamente non ho quasi nessun brufolo ma decido di applicarlo lo stesso, mi fa sentire protetta in qualche strano modo. Una volta stesa la base, applico del mascara sulle mie ciglia che risaltano ancora di più i miei occhi. Un tempo ero terribilmente infastidita dalla grandezza dei miei occhi però con il tempo ho imparato ad apprezzarli, nonostante tutto il mio viso non è piccolo. Un tocco di fard e sono pronta. Le temperature fuori sono basse quindi la mia vocina interiore mi consiglia di indossare un giubbottino. Questa volta decido elegantemente di ignorarla. Ora sono le 20:45, io sono pronta e l'ansia sale sempre di più. Il mio stomaco non ce la fa a ingerire cibo, quindi decido di non cenare anche se ne sento la necessità. Sono sicura che se preparassi qualcosa da mangiare non riuscirei a dare più di due bocconi. Inizio a vagare con la mente, i miei dubbi e le mie insicurezze prendono il sopravvento e per un breve momento sono quasi tentata di abbandonare l'idea di uscire e dargli buca. In preda al mio stato d'animo decisamente altalenante digito il numero di mia cugina. Lei per me è come una sorella, abbiamo la stessa età e abbiamo praticamente fatto tutto insieme, non mi negherà aiuto. Premo il tasto di chiamata. Squilla a lungo ma all'improvviso risponde:

- Hey

- Ciao Beatrice

- Cosa c'è che non va? – il suo tono è preoccupato

- Niente, alle 21:30 devo vedermi con Edoardo – dico con voce esitante

- E quando pensavi di dirmelo? – ora sembra infastidita e eccitata all'idea

- Il problema è che sono pronta e ho mezz'ora da perdere, in più sto per cambiare idea. Tu dove sei?

- Sono in giro ad annoiarmi a morte, ti passo a prendere? – certe volte mi domando come faccia a capire sempre esattamente cosa vorrei sentirmi dire

- Magari!

- Cinque minuti e sono da te

I cinque minuti passano velocemente e in un batter d'occhio sono in macchina di Beatrice a parlare del più e del meno. Lei sa davvero come calmarmi e come sollevare il mio morale. Mi racconta di un suo amico che si è comportato male e provo a darle qualche consiglio anche se al momento la mia ragione vacilla. Senza accorgermene il tempo vola e sono le 21:35. Lo schermo del mio iPhone si illumina e appare un suo messaggio.

Ore 21:35
Da: Edoardo Mercanti
A: Fleur Ricciardi

Verrai?

Cavolo, non pensavo fosse così apprensivo. In fretta esorto Beatrice a condurmi all'appuntamento. Un punto decisamente popolato nel centro della città. Lo vedo in lontananza, mi sembra agitato. Cammina avanti e indietro, impaziente. È davvero molto alto, una chioma ramata. Anche così da lontano mi intimidisce. Saluto in fretta Beatrice prima che cambi idea e scendo dall'auto. Mi dirigo a passo lento verso di lui, con tutta l'aria di una donna sicura di se. Devo ammettere che so mascherare molto bene i miei stati d'animo. Solo chi mi conosce davvero a fondo riesce a capire cosa mi passa per la testa. Arrivo e davanti alla sua altezza mi sento ancora più intimidita. Mi sorride, è uno di quei sorrisi timidi ma pieni di aspettative. Dio quanto è bello. Inizio a pensare che quel sorriso deve aver steso parecchi cuori. Ricambio.

- Ciao – mi dice accentuando quel gran bel sorriso

- Ciao, come vedi sono venuta – dico quasi sicura di me e in un secondo tutte le preoccupazioni spariscono. Mi sento a mio agio. Ora siamo vicini e tutta l'ansia scompare in un nulla.

Le parole che avrei voluto dirtiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora