Circa un mese dopo, Fiona convocò Ian e Mickey per una riunione di famiglia improvvisa, chiedendo alla coppia di non portare Katheryna.
Il salotto era pieno: tutti seduti, chi sul divano, chi su vecchie sedie traballanti, con un'aria di curiosità e tensione.
Fiona, in piedi al centro della stanza, sembrava visibilmente a disagio. Si passava le mani tra i capelli, schiarendosi la gola più volte prima di parlare.
"Ehi, ho qualcosa da dirvi," iniziò, con un tono che tradiva un misto di ansia e frustrazione. Si guardò intorno, evitando gli sguardi diretti. "Sono incinta."
Un'esclamazione di sorpresa riempì la stanza, seguita da un misto di reazioni. "Wow, Fiona! Congratulazioni!" disse Lip, con un sorriso. "Siamo felici per te!"
"Ma perché sembri così giù?" chiese Debbie, preoccupata. "Dovresti essere entusiasta, no?"
Fiona sospirò, le spalle si abbassarono come se portasse un peso insopportabile. "Il bambino è di Gus."
Il silenzio cadde come un macigno. Nessuno parlava. Gli sguardi erano fissi su Fiona, e la tensione riempiva l'aria come una tempesta imminente. Tutti nella stanza sapevano quanto fosse complicata la situazione, quanto odiassero Gus, ma nessuno voleva essere il primo a rompere quel silenzio.
Alla fine, fu Ian a prendere la parola. "Ascolta, Fiona," disse, con la sua solita calma. "Non importa chi è il padre. È tuo, cazzo. Questo è quello che conta."
"Ma sarà un casino," protestò Fiona, scuotendo la testa. "Non voglio che questo bambino cresca con un uomo come Gus."
"Non deve essere così," intervenne Mickey, la voce più morbida di quanto ci si aspettasse da lui. Stava seduto scomposto sul divano, con le braccia incrociate, ma il suo tono era sincero. "Puoi crescerlo da sola senza quello stronzo."
"Esatto," aggiunse Ian, annuendo. "Non puoi lasciare che un coglione come Gus ti faccia cambiare idea. È il tuo bambino, Fiona. Decidi tu cosa fare."
Fiona guardò i suoi fratelli, il loro supporto sincero che la circondava come un abbraccio invisibile. "Ma... cosa dirò a Gus?" chiese, la voce incerta.
"Fottitene di Gus," rispose Mickey, alzando le spalle. "Non ha il diritto di farti sentire una merda. Devi pensare a te stessa e a questo bambino."
"Giusto," concordò Lip. "Non deve saperlo per forza"
Fiona, dopo un lungo momento di silenzio, annuì lentamente. A..Avete ragione. Dovrei tenerlo. È solo... complicato."
"Complicato o no, l'importante è che tu e il bambino stiate bene," disse Ian, guardandola dritto negli occhi.
Fiona abbozzò un sorriso, il primo della giornata.
Un paio di settimane dopo, durante una cena di famiglia, l'atmosfera era stranamente pesante. Nessuno parlava, il tintinnio delle posate contro i piatti sembrava l'unico suono nella stanza.
Fiona non aveva detto una parola da quando si erano seduti, lo sguardo fisso sul suo piatto. Sembrava assente, quasi distrutta.
Katy, notando la tensione, si rivolse ai suoi papà. "Papà, è.. è successo qualcosa alla zia?"
Prima che Ian o Mickey potessero rispondere, Fiona scoppiò in lacrime, il suo pianto improvviso e disperato interruppe ogni conversazione. Tutti si girarono verso di lei, confusi e preoccupati.
Debbie, seduta accanto a lei, le mise una mano sul braccio. "Fiona, che succede? Perché piangi?" chiese, con voce dolce.
Fiona alzò il viso rigato di lacrime e, tra i singhiozzi, rispose: "Ho.. Ho perso il bambino..."
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Soulmates - A Gallavich fanfiction (it vers)
FanfictionAmo immaginare come potrebbe essere la vita dei gallavich con dei figli. Bè... diciamo che io me la sono immaginata in modo piuttosto strano ma vi assicuro che è.. particolare. Linguaggio volgare, (molto) contenuto sessuale, 4ut0l3s10n1sm0, su1c1d10