Giorno nel ospedale

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POV'S Sera

Da un rumore molto forte mi svegliai e un grido rapì la mia attenzione. Cercai di dividermi dai libri visto che ero quasi sdraiata sopra probabilmente ieri sera mi sono addormentata su essi. Apri la porta della mia stanza e senti marco imprecare. "Cazzo!" era divertente sentirlo bestemmiare perché normalmente non usava mai queste parole. Quindi andai giù per le scale mi spaventai:" Marco cosa hai fatto? Dissi frettolosa e cercai a punta di piedi di arrivare il più veloce possibile da lui cercando di non calpestare il coccio. Il piede posa nel suo stesso sangue. "Marco, cosa hai fatto?" gli chiesi per la seconda volta. "Per sbaglio ho rotto il tuo vaso preferito. Mi dispiace Sera. Però poi ho calpestato il coccio ed ora ho dolori." Disse Marco stremato e piagnucolando. "La cosa con il vaso non importa, però dobbiamo andare in ospedale." Lo aiutai ad alzarsi e il sangue gocciolo sul nostro bell pavimento.

Arrivati alla macchina cercai di arrestare l'emorragia così da non far nuotare la macchina nel sangue. Misi una coperta sotto il suo piede e parti subito.

Arrivati in ospedale tutto andò molto velocemente. Marco fu portato dai dottori nella sala operatoria mentre io dovetti compilare dei formulari. Appena fini gli detti al infermiera.

E già passata un ora da quando Marco fu portato nella sala operatoria e per noia chiamai mia mamma.
"Ciao Mama." Iniziai allegramente la mia conversazione. "Bhe figlia mia come stai?" La sua voce suonò felice. "Così così visto che sono tre anni che non vengo più in Turchia abbastanza bene e voi?" Chiesi. "Anche noi, che stai facendo?", chiese curiosa. "Io sono al ospedale, voi cosa fate?" Velocemente prese aria "Cosa ci fai tu in ospedale?" chiese mia mamma preoccupata. "Non mi è successo niente mamma." Espiro felicemente. "Però Marco ha calpestato un vaso ed ora dev'essere operato." Dissi e dovetti ridere. "Questo ragazzo non mi piace lo sai, o no?!", mi dovetti trattenere per non dirgli qualcosa di sbagliato. "Mamma e il mio migliore amico." Non capisco come può avere così tanta paura di questa cosa. "Lo so ma è un tale pappa molle." Quando vidi che il letto di Marco fu trasportato fuori dalla sala d'operazione risposi velocemente a mia mamma. "Devo riattaccare, Marco e ritornato dal operazione. Ciao." Meno male che ho riattaccato che alla sua affermazione che lui fosse un pappa molle non volevo neanche farci caso.

Marco stava felicemente disteso sul suo letto e dormiva ancora ma lo stesso iniziai a parlargli, sembrava una cosa abbastanza pazza. "Marco io vado a casa, devo mettere a posto il tuo porcile. Quando ho finito vengo velocemente." Gli strinsi la mano.
Visto che Marco e molto pauroso i dottori gli dovettero fare un sedativo completo.

Quando arrivai a casa mi alzai le maniche e iniziai a scopare tutti i frantumi. Tolsi il sangue da terra e già che mi trovavo iniziai a pulire tutta la casa.
'Puh, finalmente c'è lo fatta', pensai ad alta voce. A peso morto mi lasciai cascare sul divano e presi il cellulare in mano. "Cosa, già le 17.00?", gridai ad alta voce ed i miei occhi divennero grandi. Cinque telefonate e dieci messaggi mancati da Marco. Mi misi subito le scarpe e lasciai la casa. Velocemente entrai in macchina e sola ora mi accorsi di quanto facevo pietà.

Indossavo un pantalone da tuta largo e grigio e una felpa blu grande che d'altronde era anche abbastanza sporca. I miei capelli erano legati in un disordinato chignon.

Però non avevo tempo, mi ero dimenticata di Marco. E tutti questi messaggi sul cellulare mi fanno paura.

Suona strano ma Marco senza di me è perso. Come un bambino che non trova più sua mamma, come un cane abbandonato per strada. I suoi occhi grandi fanno vedere cosa prova. E già ora so, che qualunque cosa sia successa, appena vedo i suoi occhi, i sensi di colpa mi salgono subito al cuore.

Lasciai la macchina sul parcheggio e mi diressi subito in direzione del ospedale. Prima che potetti entrare in quel enorme edificio senti qualcuno chiamare il mio nome. Mi girai nella direzione dove sentiti chiamare il mio nome.

Era Marco. Subito andai nella sua direzione, lo presi per le braccia e lo agitai. "Marco come stai? Tutto ok? Mi dispiace ho pulito e ti ho dimenticato completamente." Dissi tutto senza prendere fiato, finché Marco non mi abbraccio. "Hei, Hei tutto ok. Non ti preoccupare, io sto bene," disse lui e cercò di calmarmi. "Da quando mi aspetti?" gli chiesi. "Mi lasciarono andare alle 15.00." Ci staccammo dal abbraccio. "Oh mio dio poverino." gli gridai contro. "Ah tutto ok, ho passato due belle ore. Ho guardato le infermiere, le dolcissime nonne che mi facevano l'occhiolino." Iniziammo tutti e due a ridere.
"Dai andiamo", mi incamminai verso la macchina. "Sera" gridò ad alta voce. Gli corsi incontro. "Cosa? Cosa e successo?", chiesi spaventata. "Vieni qua", con slancio mi mise un braccio su le spalle. "Eh Marco, vai via lo sai che non mi piacciono queste cose", mi scansai e lui rise. "Quando avrai un ragazzo ti lascerà per il tuo nonromanticissimo."  A questo punto non dissi più niente è ripresi a ridere.

Quando ci facemmo sulla strada verso la macchina tutto d'un tratto Marco si fermò. "Sera" mi guardò spaventato. "Si?" gli chiesi per una seconda volta e pensai 'per favore niente abbracci'. "Ma come hai parcheggiato?", con l'indice segno la macchina.

Ok, se la guardo lo capisco. Io dico si siamo in Italia e non si guarda sui parcheggi però questa volta lo fatta grossa perché la macchina e più che oltre le line bianche, già tracciate. Però questa volta era urgente.

"Marco! Pensavo ti fosse successo qualcosa di grave credi veramente che possa pensare a come parcheggiare la macchina?" Scuotendo la testa mi guardò, "La cultura italiana ti appartiene sempre di più."

Entrambi salimmo sulla macchina parcheggiata male e andammo a casa.
Quando arrivammo a casa Marco si mise nel letto e io sul divano bella comoda.
"Sera mi serve il tuo aiuto!" Grida Marco e quindi andai su per le scale e vidi un Marco disteso. "Vieni qua." andai verso di lui e lui prese la mia mano e mi tirò a se sul letto. Non potevo dimenarmi e quindi lo lasciai fare.

puloise e Ale_xx98
Tradotto da Ale_xx98

E Piano piano e amore....<3     (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora