Harry's pov.
-Porta due birre alla coppia del tavolo due- istruì David, togliendomi dalle mani lo straccio con cui stavo pulendo i bicchieri e facendomi un cenno scocciato con la testa.
Sbuffai, prima di afferrare il vassoio rosso e nero e indirizzarmi verso la giovane coppia, al momento intenta a sbaciucchiarsi sul divanetto in pelle del locale. Tossicchiai leggermente per farmi sentire, ma dato che erano troppo impegnati a scambiarsi saliva a vicenda lasciai le bevande e il conto sul tavolino nero con un forte scatto, facendo voltare alcune persone del tavolo accanto compresa la coppia interessata.
La ragazza, una bionda tinta con due occhi più truccati di un clown, mi sorrise languidamente e mi squadrò da capo a piedi, posando il suo sguardo malizioso sulle mie parti intime coperte dai miei soliti skinny jeans.
In altre situazioni ci avrei fatto anche un pensierino, ma in quel momento non ero dell'umore adatto.
Alzai gli occhi al cielo, sbuffando e tornando al bancone seguito dallo sguardo della biondina delusa.
-Mi chiedeva di te- si scusò David tra le risate, ma quando gli scoccai un'occhiata fredda scosse la testa e si allontanò per servire altre cazzo di persone.
Ero arrabbiato, quella sera, ma più che altro ero nervoso.
Avevo deciso qualche giorno prima di spegnere il cellulare, così da non crearmi paranoie inutili e non ritrovarmi ogni due minuti a controllare se Louis mi avesse scritto oppure no; alla fine avevo semplicemente optato per il silenzio, così da portarmi a spegnere e chiudere nel cassetto il mio caro telefono.
Sospirai, pulendo i bicchieri così forte da farli quasi scheggiare; colpa delle mie mani, sono così grandi che ho sempre paura di rompere qualcosa.
-Una birra- alzai lo sguardo sul ragazzo appena seduto sulla sedia girevole del bancone, il quale sorrise quando si accorse che mi ero fermato a fissarlo un po' troppo.
-Sì, sì..- balbettai confuso, per poi voltarmi e preparare la bibita fresca e schiumata.
Forse era così essere omosessuale? Fissare ogni singolo uomo ed esserne attratto? In fondo con David non avevo alcuna impressione di questo tipo, quindi chiusi il mio discorso mentale per non sembrare paranoico.
-Harry, mi sostituisci cinque minuti?! Vado a fumare!- mi avvisò David, ma quando cercai di fermarlo e dirgli che non potevo gestire il locale da solo, lui era già uscito dalla porta del retro con la sua stupida giaccia di pelle firmata.
-Ecco- porsi la birra al ragazzo, il quale mi ringraziò con un sorriso timido che gli assottigliò gli occhi azzurri.
-Tu sei Harry quindi..- disse lui dopo qualche minuto, al ché annuii confuso. -Il tuo collega ti ha chiamato così, no?-
-Oh, sì.. già..- biascicai annuendo distrattamente e riordinando i bicchieri per grandezza e colore.
-Sembri.. nervoso- tentò di indovinare lo sconosciuto, il quale appoggiò i gomiti al bancone per fissarmi con un sorrisetto.
-Già..-
-Problemi di donne?- sorrise ancora lui, contagiandomi involontariamente.
-No.. solo.. un amico..- spiegai scuotendo la testa. -Non ti ho mai visto qui, sei di queste parti?- domandai curioso.
Mi era sempre piaciuto parlare con i clienti, mi aiutava a capire quanto la mia vita in confronto non fosse così pessima come sembrava.
-Quindici minuti da Londra-
-Mh- mugugnai io alzando ancora lo sguardo nei suoi occhi azzurri.
-Perché mi fissi?- chiese lui abbassando lo sguardo arrossendo, per poi guardarsi le unghie con disinteresse.
-Nulla.. guardavo i tuoi occhi.. sono belli.- dissi forse un po' troppo sfacciatamente, ma parve piacere al ragazzo, il quale tornò a fissarmi.
-Tu perché mi fissi?- domandai dopo svariati minuti colpendolo alla sprovvista e facendolo sobbalzare, dato che credeva davvero che non me ne fossi accorto.
-Così.. guardavo i tuoi ricci..- commentò lui sovrappensiero, e prima che capissi le sue intenzioni allungò un braccio per posare le sue dita tra i miei capelli, sfiorandomi i ricci disordinati.
-Oops, scusa!- balbettò imbarazzato, posando il braccio nuovamente sul bancone.
-Come ti chiami, straniero?- chiesi riponendo lo straccio al suo solito posto, accanto al lavello e alla spugna appena utilizzata.
-Per gli amici sono LouLou, ma tu puoi chiamarmi Louiso.-****
Al suono di quel nome, alzai lo sguardo e sgranai gli occhi, stupito e.. sconvolto? Confuso? Forse tutte e tre.
Boccheggiai, mentre lo sconosciuto stava fottutamente sorridendo e notando ogni mia singola azione, ogni mio singolo pensiero. -Che..?- borbottai scuotendo la testa.
-Hai capito, Haz- rispose lui continuando a fissarmi intensamente.
Deglutii, cercai di respirare normalmente ma il mio cuore non era affatto d'accordo; sentivo i miei battiti in gola, e faceva maledettamente caldo lì dentro.
Era lui.
Era davvero lì, in carne ed ossa, quel ragazzo conosciuto da solo tre settimane che mi stava sfacciatamente fissando, ora il labbro inferiore bloccato tra i denti.
-Scusa..- soffiò lui.
-Che.. che ci fai qui?- chiesi, posando il bicchiere che per fortuna non si era rotto tra le mie mani.
-Non rispondevi, quindi..-
Annuii, bloccando le sue parole e cominciando a pensare a quanto gli fosse importato, a quanto avesse sofferto nonostante la causa della sua sofferenza ero proprio io.
-Liam.. è stato Liam a dirti l'indirizzo del locale?- supposi scuotendo leggermente la testa con un semplice sorriso.
-Sì.. senti, non sarei dovuto piombare così, all'improvviso ma..- si bloccò, gli occhi che si posavano nervosamente in qualunque oggetto tranne nei miei occhi. -Ma ero preoccupato.. e mi mancavi... so che può sembrare stupido, ma sono passati quattro giorni dall'ultimo tuo messaggio e..-
-Lou, shh.- gli feci cenno di tacere, così da voltarmi a cercare David con lo sguardo; di lui non c'era traccia, così alzai gli occhi al cielo e indossai la mia giaccia, per poi afferrare il braccio di Louis e portarlo fuori da lì.
-Ma stavi lavorando..- protestò lui, abbassando lo sguardo sulla mia mano che gli abbracciava il polso esile. Mi allontanai di scatto, cercando con lo sguardo una sua reazione positiva.
Nulla.
-Non importa.. stava comunque finendo il turno..- mentii, camminando accanto a Louis.
Era davvero basso, nonostante avesse qualche anno in più di me, ma pareva pur sempre sicuro di sé e lunatico come sempre.
Spostò un ciuffo di capelli dagli occhi, cercando di alzarlo senza però alcun risultato.
Risi lievemente per quel comportamento così impazziato, attirando l'attenzione del ragazzo. -Non ridere di me, scemo.-
Il mio cuore fece una capriola a quel nomigliolo, ma feci finta di nulla e continuammo a camminare sotto la leggera pioggia londinese.
-Sono Louis Tomlinson, comunque..- ruppe il silenzio. -Dato che non ti ho mai detto il mio cognome, mi pareva giusto fartelo sapere.- disse più lentamente, forse in imbarazzo per quello stupido discorso.
-Harry Styles- avrei tanto voluto afferrargli la mano, ma mi bloccai appena in tempo quando il suo cellulare trillò e lui dovette leggere il messaggio.
-Zayn- spiegò lui alzando lo sguardo su di me e osservando le mie fossette comparse grazie ad un sorriso.
-Carine, le fossette..- esclamò allungando come fece prima un braccio e posando il dito in quella conca con la quale avevo convissuto per tutta la mia vita; deglutii di nuovo, come se la sua vicinanza potesse disidratarmi del tutto.
Non ci eravamo nemmeno accorti che eravamo fermi in mezzo al marciapiede, fino a quando una coppia di signore ci passò accanto sussurrando: "Guarda che carini". Io e Louis arrossimmo nello stesso instante, distogliendo lo sguardo dai nostri reciproci occhi e continuando a camminare in silenzio.
Sentivo dentro di me che era tutto vero, tutti quei dubbi che avevo provato erano ora tutti lì di fronte a me, a ridere di me perché, cavolo, era attratto da Louis. Davvero tanto.
-Sei alto- constatò lui scoppiando a ridere e ridendo ancora di più quando lo imitai.
-E chi lo avrebbe mai detto che Louiso.. emh, Louis sarebbe stato così basso- risi io, stringendomi la giaccia con le mani infilate nelle tasche.
-Non sono basso, sei tu che sei troppo alto- sbuffò lui alzando gli occhi al cielo con un atteggiamento sassy che proprio gli si addiceva. -E puoi.. puoi chiamarmi.. "Louiso", se vuoi..- soffiò imitando le virgolette pronunciando quello stupido soprannome che però adoravo usare per stuzzicarlo.
-Davvero ti piace?- domandai seriamente sorpreso, ma quando Louis scosse la testa sospirai con un sorriso.
-Tra un po' è buio.. dove hai parcheggiato la macchina?- domandai, per poi pentirmene subito dopo.
Se lo avessi accompagnato alla macchina, lui sarebbe tornato a casa e chissà quando sarebbe capitata un'altra occasione per rivederci; mi schiaffeggiai mentalmente per la mia sciocca impulsività.
-Qui vicino- disse lui, forse dispiaciuto.
Raggiungemmo la sua auto in pochi minuti, nei quali un silenzio imbarazzato aveva preso il sopravvento evitando forse di dire qualche cavolata.
-Allora..- pronunciammo all'unisono, per poi scoppiare una risata nervosa.
-Ci si vede..- biascicò Louis con un sorriso, osservandomi attentamente, forse per memorizzare ogni mio dettaglio.
-Ci si vede, piccolo Louiso.- lo stuzzicai lasciandogli un buffetto sulla guancia, la quale si colorì subito dopo di un rosso sfumato.
-Scemo..- sussurrò lui aprendo la portiera, e prima che potessi fare qualcosa che avrebbe compromesso la nostra amicizia mi allontanai salutandolo con un cenno del capo.
Iniziai a camminare, aspettando il rumore del motore che si accendeva e la macchina di Louis che partiva per chissà dove, ma quel rumore non lo sentii mai e non vidi per niente la macchina di Louis, anzi.
-Posso restare da te, sta' notte?- sentii chiedere in lontananza, al ché inciampai nei miei passi e per poco non caddi a terra.
Mi voltai lentamente, per poi incrociare gli occhi azzurri di Louis velati da uno strato di incertezza, come se potessi minimamente rifiutare.
-Sai, io.. dato che forse non ci vedremo per un po'..- cercò di giustificarsi lui grattandosi la nuca nervosamente, alzando poi lo sguardo nel mentre lo raggiungevo fino alla macchina.
-Okay, era una proposta stupida.. non so nemmeno perché l'ho detta..- mormorò lui scuotendo la testa e giurai di avergli visto due luccichii negli occhi.
-D'accordo-
Lui mi guardò attentamente, forse per capire se quelle parole erano state davvero dette da me oppure dalla sua immaginazione.
Era così impacciato, era così teneramente impacciato.
-D'accordo- dissi nuovamente, sorridendo. -Pochi minuti e siamo già al mio appartamento-
-Oh-
-Ci hai ripensato?-
Lui sbattè più volte le ciglia, per poi deglutire rumorosamente. -No, no, è solo che.. non me l'aspettavo.- si giustificò lui ridendo, così iniziammo di nuovo a camminare per le strade di Londra, dove la pioggia aveva smesso di scendere e la Luna dava spettacolo tra le nuvole grigie della sera.
Iniziamo a camminare l'uno al fianco dell'altro, le dita che silenziosamente si scontravano senza preavviso; e le scariche elettriche che mi mandava la sua vicinanza, era così indescrivibile quella sensazione.
-Non manca molto.- avvisai dopo un po', attirando l'attenzione del ragazzo perso nei suoi pensieri.
-Haz- mi richiamò alzando lo sguardo sui miei occhi. -Perché.. okay, ora sembrerò patetico ma.. perché non rispondevi ai miei messaggi?- i suoi occhi avevano smesso di fissare i miei mentre pronunciava quelle parole, un tono spezzato verso la fine della frase e gli occhi lucidi non a causa della luce dei lampioni.
-Ho spento il telefono- dissi io forse troppo duramente, perché lui se ne accorse e si distanziò da me di qualche passo. -Ehi, scusa, vieni qui!- gli porsi la mano, la quale ebbe un contatto con la sua pochi secondi dopo.
La strinsi tra le mie dita, non volevo farlo scappare da me.
Un silenzio sovrastò l'ambiente, ma non un silenzio imbarazzato.
Solo silenzio.
-Siamo arrivati- annunciai di fronte al portico del mio umile palazzo di soli tre piani, e ovviamente il mio appartamento al piano più alto.
-Perché non c'è l'ascensore?- si domandò Louis col fiatone, prima di scoppiare a ridere quando un pezzo di cartongesso si staccò dalla parete.
-Il mio appartamento non è così decrepito- mi vantai io, prima di aprire la porta d'ingresso e far passare Louis.
Lui si diede un'occhiata in giro mentre mi passava d'avanti con eleganza, e il mio sguardo ricadde sul suo fondoschiena perfetto.
Chiusi immediatamente la bocca per evitare di sbavare e alzai lo sguardo appena in tempo, poco prima che si girasse e si accorgesse del mio momento di distrazione.
Allora ero davvero diventato gay?
Era così strano da ammettere, non ci avevo mai pensato più di tanto dato che ho sempre legato di più con le ragazze ma ora..
Ora lui è qui, il ragazzo che mi ha confuso così tanto la mente da non farmi più ragionare, da non farmi più vivere serenamente se non dopo un semplice "Buonanotte".
-È carina- annunciò lui avvicinandosi a me con un sorriso timido.
-Carina?- lo presi in giro io alzando le sopracciglia. -È straordinaria! Guarda, laggiù c'è il biliardo e il calcetto, e poi c'è il frigo bar e..-
-Non vantarti troppo, non fa per te.- rise lui, forse un po' impacciato da quella confidenza stranamente normale.
-Siediti pure sul divano, io prendo qualcosa da bere.-
-Un bicchiere d'acqua, grazie.- mi sorrise lui prima di voltarsi e dirigersi verso il divano, notando poi il telecomando e accendendo la tv per spezzare quel silenzio che si stava creando. Io mi diressi in cucina, dove aprii uno sportello e afferrai un bicchiere. Louis era seduto sul bordo del divano, il labbro inferiore tra i denti e il nervosismo chiaro sul volto; non si accorse del ragazzo riccio che lo stava silenziosamente osservando, così continuò a guardarsi intorno fino a quando sulle sue labbra spuntò un sorriso.
Un sorriso che mai potrei dimenticare.
-Ecco a lei, signor Tomlinson- gli porsi il bicchiere.
-Oh, grazie mille signor Styles. È molto cortese.- ridemmo insieme, mentre mi sedevo vicino a lui, forse un po' troppo vicino, e lui beveva in silenzio. Quasi si strozzò da solo quando i suoi occhi puntarono un oggetto accanto alla televisione e vi corse incontro.
-HAI MARIO KART! O MIO DIO!!- strillò lui eccitato, mentre afferrava il dischetto e mi sorrideva contento.
-Mhh, già.- supposi io alzando lo sguardo al cielo, ma lui non si arrese e cominciò a guardarmi con i suoi occhioni dolci. -Ti pregoooo!- mi supplicò facendo labbruccio, e quasi persi il respiro. -Emh.. okay..- biascicai per farlo smettere di mostrarmi il suo labbro roseo, ma quando mi accorsi di aver acconsentito al gioco che odio di più al mondo mi morsi il labbro violentemente.
-Odio Mario Kart- chiarii mentre mi porgeva uno dei due volanti e cliccava sui personaggi.
-Io lo amo- sorrise lui, così da permettermi di fissarlo di sottecchi.
-Scegli il personaggio, Haz- amavo quando mi chiamava Haz, oppure quando mi chiamava scemo, sinceramente non mi importava; bastava che mi nominasse e basta.
Cliccai a caso su un personaggio, ma quando riconobbi quella sottospecie di fungo rosa di nome Toadette arrossii immediatamente. -Oops, ho sbagliato- mormorai cercando di cambiare, ma non ci capivo assolutamente niente di tutti quei pulsanti.
Louis continuava a ridere, così forte da trattenersi la pancia con la mano. Prima che potessi accorgermene, lui cliccò su Toad. -Così ora siamo due funghi- constatò lui lanciandomi un'occhiata apprensiva.
Dio, quanto lo amavo.. ehi, cosa? Cosa ho detto?! Lo fissai, mentre lottavo dentro di me per capire cosa provassi, cosa lui provasse per me. Era così complicato e complesso, come potevo capire una cosa simile? Mi piaceva, sicuro, ma c'era qualcosa di più.. qualcosa di più grande e immenso, tra di noi.
-Posso scegliere io la pista?- mi domandò lui, così annuii a patto che scegliesse una pista semplice.
Pista Arcobaleno.
-Dillo che mi odi.- sbuffai io levando gli occhi al cielo.
-No, il contrario Haz-
Sbarrai gli occhi e lo fissai interdetto, ma i suoi occhi erano ormai puntati sullo schermo del televisore e le sue parole iniziarono a vorticare nella mia testa come una tempesta di domande e dubbi.
-Devi partire, scemo!- mi richiamò lui ridendo, così mi scrollai di dosso quel rossore alle guance e premetti sul tasto dell'acceleratore, volando tra colorati arcobaleni e una miriade di stelle cadenti.----------
Spazio Autrice
Hi =]
Ci ho messo davvero tanto a creare questo capitolo speciale e ne sono davvero fiera.
Spero col cuore che vi sia piaciuto, e dato che per scrivere la continuazione devo ancora iniziare proseguirò con gli Ziam ♥
Mi dispiace per avervi fatto aspettare, ma volevo fosse perfetto e spero di esserci riuscita. ^.^
Okay, allora ditemi cosa ne pensate ♥♥
Liz =]
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Whatsapp || Larry Stylinson [SOSPESA]
Fanfiction● E se l'amore della tua vita si trovasse dall'altra parte dello schermo? ● Louis: Lei era così solare, bella, determinata.. mi chiedo cosa abbia trovato in me per tutto questo tempo.. Harry: Per farla breve, penso sia una cretina totale. Larry / Zi...