Arriviamo alla stazione. Non ho mai avuto l'opportunità di vedere un treno dal vivo. Sono piuttosto emozionato, anche se questo treno mi porta a morire. Saliamo. Katniss non ha detto nulla da quando ha pronunciato il suo nome alla mietitura. Peccato, amo il suono della sua voce. La prima volta che l'ho sentita, indossava un adorabile vestitino rosso, due treccie nere come il carbone le ricadevano sul petto e lei era li, che cantava. Gli uccelli fuori erano rimasti in silenzio, col fiato sospeso, come del resto tutta la classe, ad ascoltare lei. Mi piacerebbe riascoltare, anche se pur per un secondo, quel suono soave ma per oggi ho ascoltato abbastanza. Ho passato undici anni senza sentire nemmeno una nota uscire da quelle morbide labbra, e oggi che ho addirittura avuto il privilegio di averla sentita parlare, capisco che sarebbe stato chiederle troppo. Arriviamo in stazione, scortati dal nostro mentore e da Effie, ovviamente sempre acconpagnati da qualche pacifcatore, saliamo sul treno. Wow. Non ho mai visto nulla del genere. È tutto cosí lussuoso...mi sento fuori posto...anche se la mia famiglia è sempre stata considerata privilegiata (il cibo in tavola non è mai mancato), non ho mai avuto l'opportunità di salire su un treno. Il treno parte e presto prende velocità, mi sento un pò scosso perció mi siedo. Nella poltroncina accanto ci si siede lei e si mette a guardare fuori dal finestrino e io rimango lí a guardarla. Non c'è pericolo che si accorga che la sto guardando. Non ha rivolto lo sguado nemmeno una volta dalla mia parte da quando siamo diventati tributi. Ad un tratto entra Haymitch con il suo solito bicchiere mezzo vuoto in mano, farneticando parole a bocca semichiusa. Riesco a capire poco di quello che dice ma a quanto pare è venuto in questo vagone solo per riempirsi il bicchiere. Straziante. Lui che dovrebbe essere il nostro mentore, lui che ha il potere di separarci dalla vita o dalla morte, è ubriaco e non sa nemmeno quello che va blaterando. Allora mi faccio avanti e gli chiedo quale sarà la nostra strategia e lui inizia a parlare degli sponsor, tutte cose che già so avendo seguito per sedici anni gli Hunger Games. Mentre tenta di formulare frasi di senso compiuto sembra prestare piú attenzione al suo bicchiere che a noi e cosí provo a levarglielo dalla mano, con pessimi risultati. Il liquido nel bicchiere fuoriesce e lo schizza, facendolo irritare e spingendolo a uscire. Sono talmente arrabbiato! So benissimo che non uscirò vivo da questa lurida realtà e quindi la strategia non mi servirà piú raggiunto un certo punto dei giochi, ma voglio che quell'ubriacone ci dica come salvarci, dica a lei come salvarsi, perchè lei piú di me ha la possibilità di uscire viva da questa carneficina e voglio che abbia tutto l'aiuto possibile. Lo seguo fuori dal vagone ma lei mi dice: "No, fermo! Non ne vale la pena" Ma a me non importa, lo seguo lo stesso. Lo trovo due vagoni piú in là a riempirsi di nuovo il bicchiere, e mi metto a urlargli che lui non puó comportarsi in questo modo. Mi osserva impassibile, sorseggiando il suo bicchiere, come se fossi uno dei tanti programmi televisivi in onda. Ci metto una buona mezz'ora a urlargli quello che penso. Dopo essermi sfogato, lui mi guarda senza dire niente e dopo avermi osservato per qualche minuto dice: "Va bene. Prepareremo una strategia. Ma domani, ora rilassati e goditi il viaggio." "Bene. A domani." Rispondo. Esco dalla carrozza e mi dirigo verso il vagone-letto. Qualcosa ho rimediato: domani inizieremo a lavorare sulla strategia. Mi stendo sul letto ancora vestito, e chiudo gli occhi. Sembra passata una settimana da questa mattina quando ho visto Gale entrare in negozio, eppure è successo appena qualche ora fà. Chissà cosa sta facendo lei in questo momento. Starà anche lei guardando il soffitto pensando a questa mattina? Probabilmente le verranno in mente i momenti passati con Gale. Posso scommetterci un chilo di glassa che avranno passato la mattinata insieme nei boschi, magari mangiando anche quelle pagnotte che ha comprato da mio padre. Chissà cosa starà facendo mio padre...magari sarà tornato a preparare l'impasto per il pane di domani. Chi decorerà ora le torte? Quando io saró morto nell'arena, a chi verrà affidato questo compito? Bill non è per niente bravo nella decorazione: una volta ha glassato la torta per il compleanno di mamma e inutile dire che sembrava che fosse esplosa una bomba in pasticceria (la glassa pendeva addirittura dal soffitto!). Tom invece se la cava già meglio ma non gli piace, preferisce impastare. La mamma invece non ha pazienza di decorare una torta. Una volta l'ha fatto ed è rimasta nervosa per una settimana. Forse lo farà papà, lui è molto piú paziente e gli vengono bene le decorazioni. Sono molto stanco, e mi addormento ancora vestito con le mani dietro la testa a guardare il soffitto.
La mattina dopo mi rendo conto di essere ancora vestito. La mia camicia è tutta spiegazzata e i pantaloni altrettanto. Mi cambio mettendomi un paio di jeans e la camicia azzurrina che stava nell'armadio della mia stanza sul treno. Vado a fare colazione, a tavola ci sono già Haymitch e Effie che lo rimprovera per il suo comportamento inadeguato. Mi siedo anche io e mi servo la colazione. Haymitch inizia a parlare su come una strategia sia discretamente importante nell'arena e mi dice le cose base. Vorrei che aspettasse l'arrivo di Katniss ma non glielo voglio dire, altrimenti potrebbe pensare che non mi interessa ascoltarlo. Parliamo di come crearsi un rifugio quando entra lei e ci chiede di cosa stavamo parlando. Io le rispondo che parlavamo sul come crearsi un rifugio, allora lei chiede: "Come possiamo crearci un riparo?" Haymitch di risposta le chiede se gli puó passare la marmellata. Lei lo guarda e ripete la domanda e di nuovo Haymitch le richiede la marmellata. Allora lei ripete la domanda e di nuovo come risposta riceve la stessa richiesta. La rabbia le si legge in volto ed ho paura di quello che potrebbe accadere. Lei prende un coltello e lo lancia al muro colpendo la giuntura tra due lastre di legno. È davvero brava!
Poi ci fa sedere uno affianco all'altra e ci dice che presto saremo a Capitol City e ci prenderanno gli stilisti, noi non dovremmo ribellarci per alcuna ragione a quello che ci faranno. Poi esce dalla cabina, con la sua solita bottiglia di liquido trasparente (non acqua) in mano. Entriamo in una lunga galleria e quando la luce torna a penetrare dai finestrini vedo la gente indicarci da fuori. Sono veramente vestiti in modi stravaganti e pacchiani. Uno affianco all'altro creano un complesso orribile di colori e forme.
Vedo che ci acclamano e ci chiamano cosí vado al finestrino e inizio a fare cenni di saluto con la mano, lei mi guarda storto, come se stessi adulando la folla per vincere, ma in realtà voglio solo attirare sponsor per entrambi.