Capitolo 1

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Il nostro volo partiva all'una,ma papà mi ha svegliata alle 6,accendendo la luce e gridando:
"Su tesoro. Avanti,svegliati. Si va ad AMSTERDAM".

Non ha fatto altro che correre avanti e indietro tutta la mattinata.

"Mmm" dissi mugugnando e strofinandomi gli occhi.

Le valigie erano già pronte ma papà ricontrollò bene tutto,in modo tale da assicurarsi di non aver scordato niente.

Tutto era finalmente pronto.

Andai in bagno a lavarmi e a prepararmi,per poi vestirmi subito dopo.

Scesi al piano inferiore.

Papà insisteva col farmi fare colazione,anche se di fame,proprio non ne avevo.

Aveva preparato qualche uovo con del bacon e dei toast.
Secondo lui era necessario fortificarsi prima di affrontare un viaggio del genere.

Buttai giù un toast,stavo quasi per vomitare.

"Non ho voglia di mangiare più di tanto,papà"

"Va bene Bridget,mangeremo qualcosa in aeroporto,allora."

Finito di mangiare e dopo aver messo tutto in ordine,papà caricó l'auto.

Guardó la nostra vecchia casa per qualche secondo. Sapevo che lasciare quella casa,era difficile per lui anche più di quanto lo fosse per me.

Nonostante l'edificio facesse parte del nostro passato (e noi il passato,avevamo deciso di lasciarcelo alle spalle) papà aveva ugualmente deciso di non metterlo in vendita.

All'interno aveva lasciato tutto ciò che apparteneva alla mamma,così come ella lo aveva lasciato.
Pensavo che forse lo facesse perchè pensava che fosse giusto farlo,nel rispetto della mamma.

Quella era stata la loro unica casa,sin da quando hanno cominciato a convivere ed era stata anche la MIA unica casa,fino a quel momento.

Rappresentava troppo per noi e non potevamo lasciarla nelle mani di qualcun altro.

Nei suoi confronti era più un 'arrivederci' che un 'addio'. Era come se stessimo salutando la mamma prima di partire per un viaggio di poche settimane.

Mentre papà faceva retromarcia per uscire dal vialetto,ho continuato a guardare la nostra,ormai "quasi" vecchia casa.

La fermata successiva sarebbe stata all'aeroporto.
O per meglio dire al parcheggio dell'aeroporto,dove papà ha lasciato la macchina.

Appena entrati in aeroporto,la prima cosa che papà fece fu quella di vedere sugli schermi il numero del desk corrispondente al nostro volo per poi recarvisi per depositare la valigia all'hostess di terra.

Una volta lasciata la valigia,che venne imbarcata nella stiva dell'aereomobile,ci recammo ai controlli di sicurezza e passammo sotto ai metal detector.

Ai controlli,quello strano affare suonó.

"La prego di togliersi giubbotto e accessori" disse severo,un uomo della sicurezza.

Ovviamente a chi poteva capitare? Solo a me.

Comunque,tolto quello che l'omino mi aveva chiesto,ripasso nuovamente sotto al metal detector,che risuona.

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