CAPITOLO 2

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Si svegliò a causa della luce del sole che penetrava dalla finestra. Assonnata, alzò la testa dal cuscino e controllò l'orario: le 06:15. Aveva dormito poco meno di due ore a causa dell'incontro di lotta. Ovviamente aveva vinto e aveva riportato a casa un cospicua somma di denaro, visto che ormai era diventata una star.

Lentamente si alzò e si avviò nella camera del suo migliore amico; con uno scatto felino si lanciò sul letto, con l'intento di svegliarlo; cominciò a fargli il solletico, sapendo che lui ne soffriva molto. Un Thomas con i capelli scompigliati, ora di colore verde fluo e gli occhi fuori dalle orbite, iniziò ad urlare come una femminuccia. Un incrocio alquanto particolare ed ironico, considerando il suo aspetto.

La ragazza iniziò a ridere, ancora a cavalcioni su di lui e dopo qualche imprecazione Thomas riuscì a liberarsi dalla presa della ragazza ed invertì i ruoli. Le regalò un occhiataccia e con la voce ancora impastata dal sonno disse:"Libera Mclaine" la chiamò con il suo intero nome, come faceva quando era arrabbiato con lei "Tu, essere malvagio e cattivo, hai osato disturbare la quiete del Diablo" era chiamato così da tutti i corridori. Come Libera, anche Thomas doveva portare denaro a casa per mantenersi e pagare le bollette; perciò aveva scelto un "lavoro" non molto diverso dal suo: la corsa clandestina.

Era il migliore in quei giri ed era chiamato 'El Diablo', per la sua macchina rosso fiammeggiante che portava distruzione in ogni pista. Amava l'adrenalina e la velocità, e usarla come modo di guadagnare denaro era ottimo. Libera era al suo fianco in ogni corsa, come Thomas lo era ad ogni suo combattimento.

Bloccò le braccia alla ragazza e cominciò a farle il solletico. Purtroppo anche lei ne soffriva e cominciò a ridere fino a quando le mancò l'aria. Tutti e due con il fiatone iniziarono a ridere. Thomas si scostò dalla sua posizione è si mise accanto alla ragazza.

Si guardarono negli occhi per qualche secondo fino a quando il ragazzo non allungò la mano per toccare la guancia di lei. Sospirò:"Mi hai fatto prendere un colpo quando ti ha colpito. E poi TJ non ha un quarto dell'agilità che hai tu. Perché non l'hai schivato?" domandò.

La ragazza infatti aveva un brutto livido sullo zigomo sinistro. TJ le aveva tirato un pugno e lei si era lasciata colpire senza battere ciglio, ma pensava ad altro. Quegli occhi così neri e profondi non la facevano concentrare. Continuava a pensare al suo odore e a come fosse dannatamente bello. Quel ragazzo le aveva dato alla testa e non sapeva nemmeno il suo nome! Si perse di nuovo tra i suoi pensieri e solo quando Thomas le mosse la mano davanti agli occhi si riscosse dai suoi pensieri:" Ehi, ci sei?" Le domandò lui. "Sì, ci sono. Comunque, non so perché non ho schivato il colpo, ero sovrappensiero".
"L'ho notato. È da ieri in discoteca che sei strana... è tutto ok? Ne vuoi parlare? Mi dirai mai chi era e cosa ti ha detto quello con cui ti sei scontrata? Non mi piace per niente questa faccenda."

Ed ecco arrivare il lato premuroso e preoccupato di Thomas. Era il lato che Libera preferiva di più, quell'atteggiamento da fratello maggiore che lei non aveva ma che avrebbe voluto avere. Non rispose, non aveva voglia di parlarne, e lui non insistette. Era l'unico che la capiva. Lo abbracciò, e rimasero tutti e due distesi sul letto.

Dopo qualche minuto Libera si alzò velocemente dal letto, facendo sobbalzare Thomas che si era assopito; si catapultò in camera sua e prese i suoi pantaloncini sportivi e una canotta bianca precipitandosi in bagno.

Barcollando, ancora intontito, Thomas si appoggiò alla porta del bagno e gridò per farsi sentire:"Ma cosa diavolo ti è preso? Hai per caso cambiato fornitore? Perché se è così ti consiglio di ritornare a quello che avevi prima perché questo ti dà roba troppo forte." Libera, che nel frattempo era entrata nella doccia, si mise a ridere:"Coglione non ho cambiato un bel niente. Se non ricordi oggi devo andare da Mauro e se arrivo in ritardo col cazzo che faccio tutti quei salti con la corda. L'altra volta solo perché ero arrivata con cinque minuti di ritardo mi ha fatto saltare per mezz'ora come un'emerita idiota e non ho intenzione di rifarlo!" Thomas si mise a ridere al ricordo.

libera e ribelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora