Parte 2

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Quelli della mia scuola non si frequentavano tanto fra di loro,per cui era molto semplice trovarsi qualcuno in classe del quale non avessi la minima idea di come fosse la personalità,o la vita,o queste cose così.
Di solito nelle classi si creava un gruppo compatto,di gente che già si conosceva e poi vari gruppetti,che si estendevano anche in giro per la scuola. Come tutte le scuole,anche noi avevamo la nostra squadra di calcio, il gruppo dei ragazzi ricchi e popolari,e gli alternativi. Questi ultimi erano nemmeno troppo  amichevolmente definiti schizzati. C'era una totalmente pazza,che in tutto ciò era pure una dei rappresentanti d'istituto, che fumava la pipa,allevava polli e leggeva il Corano. E andava alle assemblee di istituto. Io personalmente non avevo idea di come si chiamasse di nome,e a essere onesti non lo volevo nemmeno sapere,perché mi sembravano pazzi. Lo sembrano a tutti. Era guardando la mia classe che mi rendevo conto di non sapere cosa facesse nella vita uno seduto nella terza fila,e iniziai a riflettere. Onestamente io non mi ero mai interessato troppo della mia classe,perché avevo un gruppo di amici fuori scuola, e no sono nemmeno una persona troppo socievole, e non sentivo nessun particolare bisogno di altri. In ogni caso mi sono reso conto che la gente in questa scuola non si conosce,per strada si evita spesso e volentieri,e non capisco ancora perché.
Nell'intervallo tra le lezioni ho visto due miei compagni di classe "alternativi" guardare delle foto sul telefono di non so chi dei due,e commentare a gran voce che avevano recuperato la fiducia nel genere umano. Io cerco di fare la persona normale, ma adesso voglio vedere davvero cosa fa recuperare a 'sti due che gli fa tutto schifo la fiducia nell'umanità. Mi sono avvicinato e ho chiesto,facendo un sorriso a caso. Mi hanno messo il telefono in mano,e io ho guardato la foto. Era la punk della metropolitana.
"Chi è?" chiesi. Io lo volevo davvero sapere e adesso,a qualche anno di distanza,so che quella domanda mi ha cambiato la vita. Perché la mia vita non sarebbe stata la stessa senza la mia santa Mais delle cause perse. Sicuramente sarebbe stata più tranquilla, meno incasinata e meno caotica, ma non rimpiango i momenti passati con lei.
"A quanto pare una della nostra scuola"
"Sul serio?"
"Così dice Facebook"
Grazie facebook,per rivelarci i segreti più oscuri come la scuola che frequenta una persona in particolare, grazie,grazie,grazie davvero. Sarà anche causa della crisi globale secondo mia madre ma non ho mai amato quel social più di quanto abbia fatto quando ho scoperto che quella ragazza era alla mia stessa scuola.
Perché sarà anche stata strana,ammetto,ma era bellissima,una bellezza di cui solo i tramonti,la pallavolo e il Metal erano capaci, una bellezza che non prenderesti in considerazione quando la vedi la prima volta ma che comunque ti lascia qualcosa dentro. Perché io credo che sapesse farsi strada tra la gente. Non a passarci in mezzo,oddio,quello sono capaci tutti. Passava dentro le persone e vi lasciava un segno dentro.

In ogni caso,la punk della metropolitana aveva un nome proprio,si chiamava Gloria. A quanto pareva,almeno dalla lista degli amici, aveva anche un fratello,Christian,che a giudicare dal profilo era un tipo emo che ascoltava i Pierce The Veil e gli All Time Low,secondo le magliette nelle immagini di profilo. Anche lui stava alla nostra scuola,e mi accorsi che io in realtà a lui già lo avevo notato una volta in corridoio,al terzo piano,quindi poteva benissimo essere che aveva la classe li e che facendoci un minimo di amicizia potessi arrivare a lei. Ma che stronzate. È stato il mio primo pensiero dopo aver pensato di arrivare a lei.
Eppure i loro nomi propri avevano un che di conosciuto. Christian e Gloria...dove lo avevo già sentito?
Stetti a pensarci qualcosa come mezz'ora in classe,ma visto che non riusciva a venirmi niente smisi. Tutto era meglio di stare in classe. Era un ora di grammatica,che rendeva lo stare in classe più noioso di quanto in generale non fosse. Non perché la grammatica non sia interessante,sicuramente è una materia molto intelligente,ma personalmente non fa proprio per me. Non lo so,io mi scoccio. Poi la professoressa che ce la insegna é psicopatica e ci fa fare sempre le stesse cose,ma soprattutto non sembra interessata a come gli alunni prendono la lezione,purché si finisca di interrogare e mettere voti sulla "tavoletta elettronica",come dice lei.
Guardai i due alternativi per perdere tempo,sembravano immersi in una fitta discussione. Erano compagni di banco,stavano con le teste chine e la voce abbassata per non farsi sentire, ma sospettavo qualche discorso sul rovesciare il sistema o roba simile. O meglio,io a essere onesti non sospettavo niente proprio. Perché,qui, la gente viene  etichettata senza troppi problemi e appena sei minimamente diverso,o sei anarchico,o sei satanico o sei depresso, e sei pazzo.
Il guaio è che se non sei uguale a tutti gli altri sei pazzo,devi per forza esserlo secondo gli standard di questo posto. Anche io sono vagamente alternativo,si,ma a essere onesti nessuno lo nota molto, sarà che passo un po' inosservato e poi sono riservato,non si scoprirono molto facilmente i miei interessi,quindi quasi nessuno sa che alla fine mi dispiace dare dei pazzi agli alternativi.  E poi andiamo, nessuno mi caga, quindi come da parte mia non c'è particolare interesse alla socializzazione, anche da parte loro questo non interesse è ricambiato. Parlo con tipo tre persone in classe mia, uno si chiama Paolo e uno si chiama Federico, e sono cugini. Abitano nel mio stesso quartiere e a volte prendiamo la metropolitana insieme per tornare a casa.
In ogni caso,mi decisi a andare al terzo piano dopo le lezioni e vidi chi stavo cercando. Mi ricordavo vagamente di aver visto Christian in giro,e non ricordavo con precisione le fattezze del suo viso,ma lo riconobbi subito. Aveva un andatura quasi stanca,come se non volesse più stare qui,come se fosse triste,e qualcos altro forse. Come se fosse stanco. Stanco di tutto,della vita,della gente che lo prendeva in giro,stanco del mondo che non amava,perché non amava il mondo,si vedeva dal suo sguardo,e probabilmente c'erano altre ragioni che io non conoscevo. Sembrava solo,e anche un po' triste,pensai che un pó di compagnia non gli avrebbe fatto male. Lo lasciai andare un po' avanti, infilandomi tra la gente per non perderlo di vista eppure non sembrare uno stalker. Quando lo raggiunsi,fuori l'edificio,lui stava andando alla fermata del bus. Lo chiamai per nome.
"Christian!" La reazione fu immediata,si girò verso di me, guardandomi con gli occhi parzialmente coperti dai capelli neri che arrivavano quasi alle spalle. Non era un brutto ragazzo oggettivamente, però era davvero emo all'apparenza,e metteva quasi un pò di impressione. 
Era magrissimo e nemmeno troppo alto,ed era vestito di nero,colore che lo smagriva ancora di più.
"Ciao" mi salutó garbatamente,con un sorriso,che ricambiai. Sembrava ricordarsi di me,spero davvero di si.
"Come stai?" Era la domanda più stupida che potessi fare per iniziare discorso,ma in teoria si deve fare e quindi pace così.
"Bene dai,tu?" A guardare l'espressione di Christian,non stava affatto bene,mala gente ha i suoi segreti che gli altri non conoscono quindi non mi sono immischiato nella sua privacy.
"Io sto bene. Che fai di bello oggi?"
Volevo davvero capire se Gloria era la sorella o no.  "Aspetto mia sorella che torni a casa per pranzare,ma oltre questo nulla di interessante. E tu?"
Forse, se non la rovino, ho l'opportunità di sapere qualcosa su questa sorella. "Io nulla di speciale. Non sapevo avessi una sorella a essere onesti". Spero davvero che me la presenti.

Quindi si,Christian ha una sorella.
E questo già lo sapevo. La verità é che non mi aspettavo di veder arrivare Gloria,o la punk della metropolitana,su una moto. Una moto bellissima,se io me ne intendessi di moto,ma non lo faccio,e quindi per me rimane sempre una moto molto interessante,nera con un pó di rosso,con qualcosa scritto sopra. Una Ducati. Già avevo visto il modello,e per quello me lo ricordavo. Christian gemette accanto a me.
Lo guardai e lui mi guardò di rimando, dicendo "mia sorella guida tragicamente male, e la moto non è sua."
Iniziai a ridere.
Non riuscivo a fare altro,mi faceva morire dalle risate che quella li,con tutta la sua alternativitá,con tutta la sua differenza rispetto agli altri,con tutto ciò che faceva per non piacere alla società probabilmente guidasse male una moto. Mi faceva morire dalle risate.
Christian mi guardava come se fossi pazzo,mentre ci avvicinavamo alla 'pazza in moto',come aveva detto Christian. Era proprio lei,Gloria,la ragazza della metropolitana, con i suoi capelli rosso acceso sulle punte,vestita di nero a eccezione di una camicia a scacchi nera e rossa. Cacció la giacca di pelle dal nulla e se la mise,e poi mise il casco,tutto in un paio di secondi. Lanció un casco nero a Christian,che quest'ultimo quasi mancó,ma prese all'ultimo minuto. Christian sussurró "salvami ti prego" ma io ridacchiai. Gli sussurrai solo "buona fortuna" e lo guardai salire sulla moto con aria sconsolata,mentre il mezzo partiva con un rombo,e lei accelerava. Mi riscossi dalle mie riflessioni,e decisi di camminare fino a casa. Appena arrivato trovai mio fratello dentro,seduto al tavolo mentre rivolto a una pentola urlava "Accio pranzo!" brandendo una matita.
Dopo cinque o sei tentativi di prendere il pranzo con la magia si sarà arreso all'idea di essere solo un Babbano e con un sospiro si avviò verso la pentola prendendo due piatti. Io mi avvicinai a lui,posando lo zaino a terra,e gli comunicai la mia interessante novità.
"Ho scoperto come si chiama la punk della metropolitana."
"Davvero?" Mio fratello mi ha guardato sbalordito,probabilmente solo perché non credeva la avessi ancora in mente.
"Si,si chiama Gloria,e ha un fratello che si chiama Christian"
"Come quelli di 21 century breakdown!" Mio fratello era estasiato. Lui ama i Green Day. Ecco dove avevo sentito quei due nomi! Il mistero era svelato. In ogni caso chissà se i nomi erano una coincidenza o anche i loro genitori amavano i Green Day e la buona musica,o è solo una coincidenza.
In ogni caso mi sono seduto al tavolo e ho iniziato a mangiare,mentre mio fratello,che in tutto ció si chiama Federico, guardava il piatto con aria triste. "Fede che è successo?"
"Non sono riuscito ad attirare la pentola a me dicendo Accio pentola. Sono solo un babbano." aveva un'aria da cucciolo bastonato che mi fece ridere,ma nonostante ciò mi alzai e lo andai ad abbracciare facendogli pat pat sulla testa,scherzosamente.
Io so che mio fratello ama Harry Potter,ma secondo me ci deve essere qualcosa di più,perché vedo una lacrima rotolare giù per la sua guancia.
Lo guardo e lui mi guarda.
"Fede non è solo Accio pentola vero?" gli chiedo,cercando di non sembrare stronzo o invasivo,addolcendo un po' il tono di voce.
"No. Erica mi ha lasciato."
Mi scappa una bestemmia  di quelle che fanno scendere metà dei santi, e non solo perchè Erica, la oramai ex ragazza di mio fratello, mi era simatica, ma anche perchè a me dispiace tantissimo vedere mio fratello che sta male. I miei genitori non sono mai stati persone troppo presenti, per cui alla fine la maggioranza del tempo che avrei dovuto passare con loro l'ho passato con lui, ed è sempre stato un riferimento per me. Mi dispiace tanto vederlo stare male. Gli do un colpo sulla spalla.

"Grazie di avermi dato un colpo sulla spalla, ma il pranzo comunque non sta arrivando a me e ho una certa fame" dice lui stirando le labbra in un sorriso. Vado a prendere la pentola, e quello che c'è dentro non ha una faccia troppo commestibile, ma visto che mi sa che per lui oggi è stata abbastanza una giornata di merda, decido di mangiarlo senza fare storie.

"Ma veramente ci pensi ancora alla tipa della metropolitana?" ha detto lui a un certo punto, alzando gli occhi di botto.

la vertigine sul bordo delle coseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora