ESCLUSI

3 1 0
                                    

Io e Quattro partiamo alle tre di mattina. E' ancora buio e fa' freddo. Sto gelando, così Quattro mi da la sua giacca: è molto calda e c' è ancora il suo odore di freschezza e da favola.

Le strade sono poco illuminate e i magazzini degli Esclusi puzzano di marcio. Conosco bene questi posti perché venivo spesso a aiutare gli Esclusi a sfamarli insieme a gli altri Abneganti, così so già come muovermi, ma non si sa cosa potrà accadere.

Peter ci ha già avvertiti. Gli Esclusi hanno approfittato della situazione per rafforzarsi, così io e Quattro rimaniamo qualche ora fuori per decidere la strategia da usare. Infine decidiamo di fingerci degli Abneganti, in fondo , non sarebbe stato difficile per noi, in quanto tutti e due siamo ex Abneganti.

Entriamo come se niente fosse. Quattro è agitato, cosi gli prendo la mano e l'accarezzo dolcemente. Ad un certo punto un uomo mi spara al braccio, è mio padre. Un dolore mi attraversa il corpo, è atroce. Mi giro, cado a terra per la debolezza, ma riesco a gridare "papà" dico. Lui si rende conto che sono io, sua figlia, e mi viene in soccorso. " mi dispiace tesoro, stai tranquilla, ti guariremo" dice balbettando.

Non appena guarisco, mi ritrovo in un letto, con alcune garze sul braccio. C'è mio padre accanto al mio letto e quando mi sveglio, si mette a piangere ed io lo abbraccio. Quattro non c'è .

"Papà, dov'è la mamma?" dico, lui abbassa lo sguardo, mi prende le mani e dice " Beatrice, mamma purtroppo non ha fatto in tempo a scappare ed è scomparsa. Non credo sia ... morta, ma non credo che stia bene, per cui io partirò domani per cercarla", "papà, dove si trova la scatola?".

" si trova nel centro della sala. Dobbiamo riprendercela al più presto o qui si mette male" dice e subito dopo se ne va.

La mattina dopo, mio padre decide di scappare ed io lo aiuto a prendere la scatola. È bello averla fra le mie mani e sapere che ho vinto, in un certo senso.

Un gruppo di persone armate vengono verso di noi. Una donna spara al petto di mio padre.

Lascio cadere la scatola per terra e un uomo la raccoglie e se ne va via.

Mio padre è a terra e non dà segni di vita. Piango e prego. Rimango immobile su di lui a piangere. Mi ricordo ancora quando da piccola volevo giocare sempre e lui, siccome era stanco, si sdraiava sul letto e faceva finta di essere morto, così io gli tiravo un pizzicotto e lui faceva una smorfia. ho provato così, ma sembra che non ci sia più niente da fare.

Più tardi viene Quattro con la scatola tra le mani.

"Ehi Greta, penso che questa sia tua" mi dice e mi bacia. Mi stringo forte al suo petto per confortarmi.

Decidiamo di studiare la scatola insieme a Christina, così gli affiderò la scatola.

È notte. Io e Quattro dormiamo in due stanze diverse.

La notte sogno di essere a casa mia, dagli Abneganti. A terra c'è un uomo e lo riconosco : è mio padre.

Mi sveglio di soprassalto.

Penso alla scatola e la sua importanza. Così importante da causare la morte di un uomo.

Mi alzo e mi avvicino alla scrivania per prenderla. È piccola, dorata e ha l'attacco da collegare ad un computer. Fantastico un po' su cosa ci possa essere dentro, poi apro la porta e mi dirigo verso la camera di Quattro.

Sta dormendo, ma quando apro la porta, il rumore è talmente forte da svegliarlo.

Lui mi fissa per un secondo. "vieni " borbotta, intontito dal sonno, e si fa da parte per lasciarmi spazio nel letto.

"Brutto sogno?" mi chiede. Annuisco e abbasso lo sguardo per farli capire che non voglio parlarne. Poi premo la bocca sulla sua, perché so che baciarlo mi distrarrà da tutto quanto. Lui risponde al bacio. La sua mano scende dalla mia guancia al fianco, poi sulla ita, facendomi rabbrividire. Mi schiaccio contro di lui. La sua bocca si muove contro la mia e con la mano mi accarezza i capelli.

Per un secondo rimaniamo fermi, i nostri respiri pesanti si mescolano fra loro.

" senti Greta, non preoccuparti, troveremo tua madre e tutto si sistemerà per il meglio. Tranquilla" mi dice all'orecchio.

Poi ci addormentiamo, ma questa volta non faccio incubi, anzi faccio un sogno da favola:

mi trovavo nel quartiere degli Eruditi. c'era mio padre, e insieme andavamo a liberare la mamma e a trovare Caleb. Tutti insieme scappiamo in un altro mondo, che nessuno conosceva. Era fatto di zucchero e coniglietti di cioccolato che saltavano da una parte all'altra. Entriamo in una casetta e c'era la scatola dei Divergenti. Io ci metto la mano sopra, si apre un portale e sbucano fuori dei folletti, uno di loro era Quattro, e ci proclamano a me e mio fratello Caleb, Re e Regina di Dolcelandia. Poi Quattro mi porta in un giardino colorato, mi invita ad un ballo e ad un certo punto i nostri vestiti diventano di zucchero.

Poi mi sveglio nella normalità. Niente zucchero, ne coniglietti, ne genitori. Niente di niente.

Quando mi sveglio, Quattro non è più accanto a me. È andato a preparare la scatola, per poi partire e andare da Christina. 

la scatola della libertàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora