È già mattina. Christina sembra di buon' umore e non voglio raccontarle del tradimento di Caleb, o le rovinerei il momento di armonia.
Apprezzo molto quello che Christina e Al stanno facendo per me, ma la scatola è troppa pericolosa. Da un momento all'altro, non si sa quello che potrebbe accadere, per cui devo affrettarmi e pensare una soluzione per mettere i miei amici al sicuro, fuori dall'incubo, dai guai.
Stiamo tutti seduti intorno al tavolo a fare colazione. Nessuno dice niente, non so bene perché.
Più tardi mi viene in mente di scappare, portare con me la scatola e risolvere quello che c'è da risolvere.
Non dirò niente nemmeno a Quattro, perché so che mi fermerebbe e non voglio: per una volta voglio fare l'eroina senza combinare altri problemi. Sono abbastanza matura da riuscirci.
Prendo la scatola, cercando di non fare rumore, esco e mi avvio verso la mia vecchia casa negli Abneganti, per trovare indizi. So' che sarà inutile perché gli Eruditi l'avranno già perquisita, ma ne vale la pena provarci.
Arrivata nel quartiere, c'è un amico fidato dei miei genitori: Eric. È cambiato: ha molte ferite sul viso, la barba, sembra molto sporco e raccoglie cibo dalla spazzatura.
Non avrei mai pensato di vedere gli Abneganti ridotti così, è una cosa orribile.
Eric mi guarda come se avesse tante cose da dirmi, ma non dice niente. Forse perché non gli do tempo di parlare e me ne vado. Stare in questo quartiere, con persone con cui ho vissuto la mia infanzia e poi ho tradito, mi fa stare male. Mi fa stare male anche ricordare che sono sola, senza un padre, senza una fratello che mi vuole bene e senza una madre che mi sta accanto.
Mi pento di aver lasciato Quattro da solo, ma ormai è troppo tardi, non posso tornare indietro.
Entro nella mia vecchia e semplice casa. Ha ancora l'odore di vaniglia: a mia madre piaceva molto la vaniglia. Oltre all'odore, non è rimasto niente di cui ho il ricordo, sembra completamente diversa. È quasi tutta distrutta: è piena di tufo e polvere, le porte sono state tolte, i gradini delle scale sono piene di sangue, non c'è più un tetto e tutto è in disordine. Non ricordavo questa versione della mia casa.
Vado al piano di sopra, alla ricerca della mia camera, se ancora esiste. La mia camera è l'unica che non è distrutta e per prima cosa mi butto sul letto. Nel cuscino del mio letto, c'è una lettera e io la prendo. È una lettera sporca di sangue ed è scritta da mia madre:
Cara Beatrice,
non ho molto da dire. Gli Eruditi stanno arrivando e per noi è la fine, solo pochi riusciranno a salvarsi. Sappiamo entrambi il motivo, per cui ti chiedo di proteggere la scatola. È molto importante. Sappi che io e tuo padre ti vogliamo bene e siamo orgogliosi di te. Ci mancherai.
1995 NATHALIE
Questa lettera spiega tutto: mia madre è morta ed io sono in un mare di lacrime. Voglio morire anch'io. Rileggo la lettera e trovo un indizio : 1995. Sarà un codice d' accesso o qualcosa del genere, devo scoprirlo!
Più tardi, vado a casa di Marcus, c'è Eric. "Ciao Marcus, sono Beatrice, sono venuta per informarti che mio padre durante la missione non ce l'ha fatta e... sono qui per mettere al sicuro la scatola", " tu hai la scatola?" dice barbottando ed io annuisco. Mi guarda senza dire niente e mi porta in una stanza segreta, mi dice di lasciare li la scatola, che sarebbe stata al sicuro e intanto io avrei potuto andare a cercare mio fratello e mia madre.
Non ho altra scelta, devo fidarmi di Marcus.
Più tardi Eric si avvicina verso di me e mi spiega che gli Abneganti si sono alleati per distruggere gli Eruditi, mi dice che non ci sono solo Abneganti, ma anche persone di altre fazioni che sono contro gli Eruditi e mi chiede se voglio unirmi a loro.
Sono sconvolta all'idea che molte persone moriranno e non voglio trovarmi in mezzo a questa situazione. Mi manca la mia dolce famiglia e le nostre allegre giornate da Abneganti.
Ritorno nella mia casa da Abnegante, perché voglio passare un po' di tempo li prima di andarmene... non so dove, ma lontano da qui. Forse me ne andrò a vivere con i miei amici e cambiare completamente la mia identità.
Arrivo a casa e vado in camera di mia madre. Appena apro la porta, per poi entrare, un brivido mi attraversa il corpo, come se qualcuno mi stesse guardando, ma non c'è nessuno. Apro l'armadio in cui metteva le sue cose più segrete, noto una strana collana a forma di gufo d'oro con gli occhi di diamanti. Più tardi ricordo che sulla scatola c'era uno spazio vuoto a forma di gufo e aveva le stesse dimensioni della collana, per cui me la metto al collo e cerco di non perderla prima di trovare altri indizi. Secondo me questa collana, in parte, serve ad aprire la scatola misteriosa.
Mi butto sul letto, sono stanca di tutto ciò e incomincio a piangere. Piangere non significa essere deboli. Piangere significa essere stati forti troppo a lungo.
Ho imparato che bisogna essere forti come una roccia per sopravvivere in questo mondo ed io sono forte.
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la scatola della libertà
AdventureBeatrice è una ragazza che ha un compito molto importante: salvare la sua città. Per riuscire a salvare la città, deve recuperare una scatola che era stata affidata a sua madre e che stata rubata dalle altre fazioni. Con l'aiuto di Quattro, Beatrice...