Storia di una ragazza salvata da Justin Bieber. ♥

527 23 1
                                    

CAPITOLO UNO.
Sono Jouliet ,ho 19 anni e vivo con mia madre, nonostante sia maggiorenne lei mi tratta ancora come se avessi 10 anni, per ora sono in camera mia a disegnare sul mio block-notes che ho da più di sei anni, mi è stato regalato da mio fratello prima che..insomma..ci lasciasse..quando morì aveva la mia età, ci assomigliavamo molto tranne per un particolare...lui aveva i capelli marroni mentre io li ho biondi, entrambi fin da bambini siamo sempre stati snelli e slanciati per la nostra età e ci volevamo molto bene. ..senza nemmeno accorgermene avevo il volto rigato dalle lacrime..così andai in bagno per lavarmi il viso, alzando lo sguardo mi ritrovai a fissare il mio riflesso sullo specchio e i miei occhi celesti arrossati a causa delle lacrime, al solo pensiero di Miguel mi sentivo sprofondare, non sapevo nemmeno come fosse morto..ma da quel giorno i miei non hanno voluto lasciarmi uscire di casa..Ad ogni modo ritornai a sedermi sulla sedia e mi rimisi a disegnare, non sono molto brava, ma mi fa sentire in pace con me stessa..D'un tratto il mio iPhone cominciò a squillare così risposi vedendo che era la mia migliore amica Sam.
CHIAMATA:
"Pronto?"
"Ehi Sam! Dimmi!"
"Pensavo che domani potevamo andare a fare shopping insieme, che ne pensi?"
Sapevo che mia madre non avrebbe acconsentito..ma lei è la mia migliore amica e non potevo mandare la mia vita sociale in frantumi- non più di quanto non lo sia ora- ad ogni modo mi ripresi dai miei pensieri..
"Ovvio Sam!Dove e quando?"
"Bhè pensavo verso le tre. .sicura che tua madre sia d'accordo? "
Alle sue parole sentivo che dovevo accettare..non ci vedevamo mai apparte la scuola e mi serviva vederla..ne avevo bisogno.
" Sam, tranquilla! A domani! "
"Ci conto Jouliet! A presto! "
FINE CHIAMATA.
Con il cuore in gola scesi giù nel salotto correndo sulle scale come una bambina, avevo una possibilità di dimostrare a Sam che ero normale...ero stanca delle prese un giro di tutti.
Arrivata al piano di sotto entrai nella cucina dove mia madre era intenta a preparare la cena e poi mi notò, si girò verso di me e mi salutò:
"Ehi! Come va Jouliet? "
Non risposi..ero persa nei miei pensieri .
"Jouliet che succede?"
Decisi senza troppi giri di parole di arrivare dritta al punto
"Mamma, domani voglio andare a fare shopping con Sam!"
Lei si girò di scatto, sgranò gli occhi e alla fine con la calma disse:
"Non puoi."
Mi sentivo malissimo, così con tutta me stessa urlai:
"Ho 19 anni, non puoi tenermi rinchiusa per sempre."
Lei mi ignorò inizialmente..alla fine decise di parlare, mantenendo la sua calma:
"Jouliet Monica Patterson, hai 19 anni ma finché vivi sotto il mio tetto tu non potrai fare niente che io non approvi, intesi?"
Mi sentì ribollire il sangue nelle vene, parlava con calma e questo mi faceva arrabbiare sempre di più...Mi trattava come se fossi una bambina ingenua, così senza pensarci due volte urlai:
"Bene! Allora lasciami andare!"
Lei semplicemente mi guardò e poi rise con noncuranza, alla fine fissandomi negli occhi disse:
"Sai che non puoi, ahahah bello scherzo!"
Presa dall'esasperazione mi scagliai contro di lei:
"Ma perché? Sono maggiorenne! Ne ho tutto il diritto!"
Lei mi ignorò e io allora presi la decisione che se lei non volesse mandarmi sarei andata comunque di nascosto.
Mi chiusi in camera mia e non cenai in senso di sciopero.
La mattina il mio stomaco brontolava così scesi in cucina dove mia madre stava preparando la colazione, mi sedetti sulla sedia fissando le altre due sedie, sembra ieri che mio padre si sedeva lì leggendo il giornale..anche se so che da 3 anni era a lavoro in Francia e ormai da uno avevo perso le speranze di rivederlo, chiamatemi negativa ma mio fratello era morto da 6 anni e lui iniziò ad allontanarsi da mia madre, avevo solo 13 anni ma lo notavo..così tre anni dopo alla prima occasione se ne andò. .
Tornai sul pianeta terra quando udì mia madre chiamarmi:
"Buondì Jouliet"
Non risposi, non ero in vena..Mia madre lo notò e si leggeva nel suo sguardo che la cosa la infastidiva:
"Senti, non hai ragione di fare l'offesa Jouliet! "
A quella frase scoppiai:
"Ohhh. .. Non faccio l'offesa! Io lo sono."
Prima che lei potesse controbattere me ne andai in camera mia.
La giornata passò in fretta e non appena sentì mia madre uscire e andare a lavoro sgattaiolai fuori dalla finestra, quella scelta - anche se allora non lo sapevo- avrebbe cambiato la mia vita, non potevo immaginare che da lì a un paio d'ore non avrei più rivisto mia madre..
Uscita dalla finestra chiamai Sam
CHIAMATA:
"Pronto?"
"Oh pronto Jouliet, sei pronta?"
"Sì, vieni a prendermi a casa mia okay? Sono sul pianerottolo"
"Vabene, a dopo!"
FINE CHIAMATA.
Dopo quelle che sembravano ore, ma in realtà pochi minuti, Sam arrivò con la sua macchina davanti a casa mia, aprì la portiera ed entrai nella sua macchina nero-metallizzato, lei mi guardò e poi mi salutò amichevolmente:
"Ehy Jouliet! "
"Ciao Sam, andiamo?"
"Sì certo!"
Ci dirigemmo verso il centro commerciale più grande della città dove decimo shopping per più di un'ora quando dovendo andare in bagno Sam mi lasciò sola davanti alla porta, e misi un sospiro di stanchezza sapendo che quello che stavo facendo era sbagliato, ma mentre ero presa dai miei pensieri sentì due mani afferrarmi, cercando di divincolarmi vidi il mio ''rapitore'', aveva gli occhi castano-dorato e i capelli marroncini, cercai di parlare ma lui mi tappò la bocca con la sua mano:
"Shh! Vieni con me! Ti porto a casa mia e ti spiego tutto lì. "

Storia di una ragazza salvata da Justin Bieber. ♥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora