Capitolo primo

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Mi svegliai con un formicolio al braccio e un piede sul comodino. Se quando dormo fossi elegante come quando sono il resto della gionata sarebbe decisamente meno imbarazzante. Erano le 6:15, decisi di approfittarne delle prime luci del mattino per rilassarmi in giardino tra piante e fiori che Jerome, il mio giardiniere senegalese, cura attentamente. La cosa speciale è la piscina che è formata da due cerchi:uno più grande e uno più piccolo con idromassaggio ed entrambi sono in linea con pavimento rustico in pietra levigata. Tutto questo è visibile da un'ampia vetrata che circonda la cucina e il soggiorno, formando un grande open space con caminetto centrale e divani color crema che lo circondano. Il design è moderno e abbastanza minimal, cerco di rendere l'atmosfera meno vuota aggiungendo ovunque dettagli in rosso e fiori sparsi su mobili e tavolinj. Ho poi, oltre alla mia, quattro camere da letto con bagno e cabina armadio, un grande studio al piano superiore con soffitto alto, pareti color mogano e una vetrata che prende tutta l'altezza della stanza. Poi una grande biblioteca, spa, sala da biliardo con home teathre, terrazza con gazebo, cantina dei vini con un piccolo salottino riservato e un tavolo da poker, garage, insomma tutto ciò che si possa desiderare in una casa, ma del resto io le vendo.

Andai in cucina, presi una tazza di tè verde e mi stesi su un lettino a due piazze agganciato ad un palo da quattro funi, e mi rifugiai in quel piccolo paradiso ammirando il sole che sorgeva tra i grattacieli londinesi.

-Signorina Cole? Signorina si svegli, tra un'ora deve essere a lavoro!-

-Agathe! Oh cazzo non ce la farò mai! Preparami quinoa con yogurt magro, banane e fragole, io corro di sopra!-

"Oh Andrea sei così stupida" mi ripetevo mentre saltellavo da una parte all'altra della cabina armadio. Indossai un vestito carta da zucchero, delle Jimmy Choo in cuoio e una borsa dello stesso materiale, appena mi specchiai in bagno vidi una donna nervosa e impacciata, il contrario di quello che apparivo in pubblico. Ero spettinata, senza trucco, con occhiaie enormi e lo sguardo stanco. Un po' di fondotinta e blush e già avevo un aspetto più decente. Passai una linea perfetta di eye liner, mascara e il mio fidato rossetto rosso.

Corsi in cucina inciampando sulle scale, per poco non rompevo un tacco. Erano le 8:33. "Merda merda merda". Agathe mi porse la colazione in una ciotolina color Tiffany e un thermos di caffè.

-Macchiato con latte scremato signorina Cole, il signor Drumon la attende con la macchina in moto.-

-Sei una grande Agathe, per favore chiamami Andrea!-

-Come vuole signorina C... Andrea-

Mi guardò con un sorriso apprensivo, le schioccai un bacio al volo e corsi fuori dalla porta d'ingresso. "Questa maledetta casa è troppo grande, ci vuole troppo per uscire", ripetevo nervosa a me stessa. Appena sotto le scale il mio adorato giardiniere e autista mi attendeva aprendo lo sportello del mio Range Rover bianco.

-Buongiorno Jerome, sai farmi arrivare a lavoro in venti minuti?-

-Allaccia la cintura baby-

Jer è il figlio adottivo di Agathe, un ragazzone di ventitré anni spavaldo e simpatico, mi fa ridere in ogni situazione. Accettavo confidenze solo da loro due, del resto sono con me da oltre sei anni, si prendono cura di me e io di loro.

Ventidue minuti più tardi sto entrando nello Shard. Un grazioso ragazzo asiatico mi apre la porta sognante e mi accompagna all'ascensore chiamandolo per me. Gli sorrido in maniera composta mentre le porte si chiudono e ho un attimo per respirare prima di mettere la mia solita maschera di super cattiva dispotica e apatica che devo indossare ogni giorno per avere un minimo di rispetto in questo mondo, dove una debolezza può farti cadere in rovina e farti precipitare in pochi istanti.

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