Capitolo Quarto

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-Ciao Andrea! Questa sera sei davvero bellissima, ma del resto lo sei sempre. Ti posso offrire un daiquiri?-

Lo guardai scioccata, nessuno osa mai rivolgersi a me chiamandomi per nome o parlandomi come fossimo amici. La cosa mi stupì incredibilmente, è stato quasi liberatorio vedere che non tutti sono terrorizzati da me, ma mi chiedo dove sia finito il timido asiatico della portineria. Il problema è che nessuno deve sapere che sono qui, perderei la mia serietà e fermezza e probabilmente anche parte del mio scudo duro che mi protegge dal mondo esterno. lo presi per il colletto della camicia avvicinandolo in modo quasi sexy e gli sussurrai all'orecchio sorridendo:

- Una sola parola con qualcuno e giuro che ti lascio senza lavoro per il resto della tua vita, capito? -

Lo mollai e vidi il suo sguardo quasi pentito e terrorizzato. Annuì frettolosamente abbassando lo sguardo. "Andrea sei una stronza!". il mio cervello decise di bacchettarmi, lo ascoltai.

-Senti non volevo essere rude nè tanto meno dispotica, mi dispiace. Sai che nel mondo del lavoro sono poche le donne ad avere un posto come il mio, basta poco per essere trascinati in basso, la gente inventa notizie e io sono la lady di ghiaccio, non posso essere altrimenti. Ma stasera non sono in servizio. Dimmi come ti chiami!-

-Mi chiamo Noran, mi dispiace se sono stato subito così espansivo, dovevo immaginarlo, ma pensavo che in fondo potesse essere anche lei una donna comune che si diverte, avendone avuto una mezza prova mi sarebbe piaciuto parlarle come faccio solitamente con i miei clienti, non volevo metterla in imbarazzo.-

-Nessun imbarazzo, chiamami Andrea e dammi del tu! - 

gli dissi con un sorriso compiaciuto. lo vidi subito più rilassato.

-Allora questo daiquiri?-

-Sarà il migliore della sua vita, mi creda!-

Iniziò ad armeggiare con bicchieri, bottiglie e cianfrusaglie varie. Nel frattempo mia sorella si era allontanata buttandosi in pista con Jerome. Quella è tutta svampita!

-Uno per te e uno per me, offro io- mi disse Noran brindando alzando il bicchiere verso di me.  Feci lievemente toccare il mio bicchiere col suo e ne bevvi un orso. "Caspita è buonissimo!"

-Noran sei un mito! Davvero fantastico.-

- A quanto pare non sono solo un portinaio asiatico timido e composto-

Disse con aria superiore, lo guardai con aria di sufficienza e scoppiai a ridere. è così bello poter parlare serenamente con qualcuno, sentirsi liberi di divertirsi senza aver paura di apparire poco seria e professionale agli occhi dei pezzi grossi che frequento. 

-Con chi sei venuta? Non è facile sapere dove e quando facciamo queste feste. -

-Mia sorella, è proprio un mito, conosce gente ovunque ed è simpatica e spensierata. Il mio esatto contrario.- Dissi quasi amareggiata e intristita. La invidio così tanto su questo punto di vista. 

-Tutti sono simpatici a modo loro, solo che tu non hai molte occasioni per esserlo.-

"cosa dici Noran, sei così giovane e ingenuo, non mi conosci proprio."

-Seth mi sostituisci tu? mi allontano un attimo"

Dopo un cenno dell'altro barman in pausa ci allontanammo insieme con i nostri cocktail e ci andammo a sedere su dei divanetti bianchi un pò più isolati rispetto agli altri, in modo da parlare tranquillamente senza dover urlare a causa della musica.  Una volta comodi iniziamo a parlare, scopii tanti lati intriganti e curiosi del portinaio asiatico educato che ogni giorno vedo quando arrivo al lavoro. Iniziai così a sentirmi a mio agio e, anche grazie all'effetto del cocktail, cominciai a raccontargli di Morgana e di tutto quello che mi ha combinato per portarmi fin qui. 

Senza nemmeno accorgermene passa mezz'ora e Noran si alza per tornare a lavoro mentre io decido di rimanere lì tranquilla. "dovresti farlo più spesso Andrea".  Dopo un pò decido di andare a cercare mia sorella. Mentre cammino verso la pista la intravedo bere un cocktail con Jer al bancone dove stava lavorando Noran. Sorrido all'asiatico e mia sorella se ne accorge. Si gira a guardare lui e poi guarda me con una faccia furba e allo stesso tempo incuriosita. Lascia solo il suo cavaliere e mi trascina a ballare.

-Chi è quel fusto con gli occhi a mandorla?- mi chiede con fare indagatorio

-Nessuno, perchè?-

-Vi ho visti, non sono mica scema! dai racconta!-

-Si chiama Noran, è il portinaio dello Shard, mi ha riconosciuta e credo che dopo la mia minaccia di farlo rimanere col sedere per strada sia rimasto affascinato a tal punto che abbiamo bevuto un daiquiri insieme ai divanetti lì dietro-

Mentre mi giro per indicarle il posto tiro una gomitata a un tizio, con tanti punti che potevo prendere colpisco proprio la mano che reggeva il suo drink ritrovandomelo tutto sulla schiena. Oltre a quello ritrovai anche due grandi occhi verdi divertiti a guardarmi. Li conosco quegli occhi, riconosco quella carnagione color caramello, quei buffi riccioli neri e quella risata divertita. "merda è quello della metro!".



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