Capitolo Quinto

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-Signorina non sono fatti miei! che piacere rivederla! 

Lo guardai ammutolita con gli occhi spalancati. "sei una frana, stupida, impacciata, cretina..." i miei pensieri vennero interrotti da una gomitata di mia sorella.

-Il piacere è tutto nostro, io sono Morgana, sua sorella, lei si chiama Andrea. Scusate ma io torno dal mio cavaliere, è stato un piacere signor..?-

-Leonides, Diego Leonides, il piacere è tutto mio.- Le dice mentre le fa il baciamano. "Cavolo ,fa il baciamano! Ma si può sapere chi è questo?". Mia sorella gli da le spalle guardandomi con gli occhi spalancati e un sorrisone. Mi fa cenno con la testa verso di lui e scappa via lasciandomi sola con il vestito bagnato e un gran figo con cui ho fatto più figuracce che altro. 

-Allora è Andrea che ti chiami, peccato, era più carino l'altro nome!- Dice facendomi l'occhiolino

-Bhe è un nome originale, come il tuo baciamano. Da dove vieni, dall'ottocento?- gli dissi ridendo cercando di fare la simpatica per distogliere la sua attenzione dalla mia precedente figuraccia. 

-In Argentina è molto comune invece, e si da il caso che io sia nato esattamente lì. Cosa succede, sei gelosa che non ho ancora baciato la tua? -

In quel momento notai in effetti che aveva un curioso e sensuale accento latino. Quanto ancora deve dimostrare di essere sexy questo qui? aspetta, cosa ha detto?

-La gelosia non è per le signore come me- Gli dico con sufficienza. Lui scoppiò a ridere e mi rispose a tono.

-Le signore come lei non vanno alle feste clandestine! Vieni.-

Mi prese la mano allontanandomi dalla pista. Quel contatto accese un fuoco dentro di me incentrandolo nel mio basso ventre. "Che cavolo Andrea, datti un contegno". Una volta lontani dalla folla mi strattonò dal braccio avvicinandomi a sé. Mi ritrovai con le mie manu sul suo petto muscoloso e le sue sulla mia schiena. Arrossii di colpo, rimanendo praticamente paralizzata da quei magnifici occhi color smeraldo con qualche venatura color cioccolato. Lui continuava a fissarmi negli occhi, io fissavo i suoi completamente impotente. Venni riportata alla realtà dalle sirene della polizia e tutte le persone che iniziavano a correre via dal terrazzo. La musica si interruppe e i ragazzi iniziarono a nascondere e portare via ogni cosa. Riportai la mia attenzione a Diego. Lui non aveva staccato il suo sguardo da me. Con un sorriso iniziò ad avvicinarsi al mio viso. "che cavolo fa? Vado a fuoco! Un estintore, un cubetto di ghiaccio! Ora svengo". Chiusi gli occhi mente lui posò un dolce bacio sulla mia fronte. "Beh? Tutto qui?!"

-Ci vediamo signorina non sono fatti miei-

-Quando?- dissi con la voce sognante come una completa ebete

-Non lo so, è questo il bello-

Mi sorrise e sparì tra la folla.

Mia sorella mi trovò immobile dove lui mi aveva lasciata con uno stupido sorrisetto da tonta. Mi trascinò via e tornammo a casa che erano le quattro del mattino. Non feci altro che pensare a lui per tutto il viaggio. Una volta a casa feci una doccia e andai a letto insieme al mio portatile. Digitai su Google Diego Leonides. Non ci potevo credere, non poteva essere vero! 


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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 10, 2015 ⏰

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