Capitolo 7

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"Oh." dissi solamente.

Harry scoppiò a ridere, mentre sentivo le mie guancie pian piano riscaldarsi.

"Oh? Non ci vediamo da tipo una settimana e mi dici oh ?" scosse la testa divertito.

Rimasi colta dalla sorpresa.
Una settimana.
Era davvero passata una settimana?
I giorni passavano come niente a quanto pareva.

"Io...ero impegnata." fu ciò che dissi.

Non ero mai rimasta così a corto di parole.

Lui aggrottò le sopracciglia e mi fissò curioso.

"Impegnata?" chiese.

Una scusa.
Mi serviva una scusa plausibile.

"Ehm...sai, la scuola mi tiene piuttosto impegnata, i professori non ci lasciano neanche un secondo di tempo libero, ho verifiche quasi ogni giorno e le interrogazioni aumentano e...." la mia voce si incrinò piano piano fino a che non riuscii più a formulare una parola e semplicemente mi zittii.
Alzai lo sguardo su di lui.
Aveva ancora quello sguardo curioso su di me, quasi inquisitorio.
Mi sentivo messa al terzo grado, e una sensazione di disagio cominciò ad addentrarsi in me.

Aprì la bocca quasi stesse per dire qualcosa ma poi la richiuse.

"Starbucks." disse poi.

Confusa, lo guardai interrogativa negli occhi.

Sorrise.

"Ti vedo scossa, un frappuccino ti risolleverebbe il morale." disse.

"Ehm....si, magari potrei andarci in settimana." dissi.

Vidi qualcosa accendersi nei suoi occhi.

"E se ci andassi adesso?" esitò. "Con me?" disse infine.

Ridacchiai. "Mi piacerebbe davvero ma non ho soldi al momento, con me." immersi le mani nelle tasche del mio cappotto e le feci scivolare fuori, per dimostrare che non avevo un minimo spicciolo.

"Quello non è un problema. Pago io." disse con un sogghigno.

<< Dio quanto è bello.>> pensai.

Ed era vero.
Harry in quel momento aveva i ricci messi sotto un berretto blu, le mani infilate in una giacca verdognola aperta sul davanti, con sotto un maglione grigio, mentre i jeans blu scuro gli fasciavano le gambe in modo divino.
Era paragonabile ad un dio.
All'istante mi sconcertai per miei pensieri.
Non avevo mai pensato ad un ragazzo in quel modo.
Era meglio se mi davo una calmata.

"Io...penso..." stavo per rifiutare l'invito quando mi bloccai.

Ero percaso pazza?
Perché pensare in quel modo?
Harry era solo un mio amico, o meglio conoscente, visto il periodo di tempo nel quale ci siamo conosciuti.
Per quanto io avrei potuto trovarlo attraente, non sarebbe successo niente.
Uscire con lui, poi, era un modo per conoscerlo meglio.

"Penso che un frappuccino, anche se pagato da te, potrei godermelo." dissi infine.

Lui mi scrutò in viso, ma infine sorrise radiosamente.

" Perfetto. "

**********

Scoppiai a ridere per la centesima volta, mentre sorseggiavo il mio frappuccino.
Ci eravamo seduti in un tavolo appartato,così da poter chiacchierare tranquillamente, uno con sopra l'insegna di Starbucks.
Alla cassa ero veramente indecisa.
Da Starbucks ci ero stata poche volte, ma per due motivi.
Il primo motivo, l'assenza di tempo libero.
Il secondo, era più complicato.
Con il passare degli anni, Starbucks era diventato un successo mondiale.
Chiunque venisse in Inghilterra, aveva tra gli obiettivi, quello di andare a Starbucks, farsi una foto davanti alla famosa insegna o con una delle sue bevande in mano, e poi vantarsi, e magari postare le foto sui social network.
Ciò cominciò addirittura a diventare popolare nella mia scuola, e alla fine, qualunque adolescente andasse da Starbucks, lo faceva solo per moda.
A me Starbucks piaceva, non fraintendetemi.
Ma non mi andava di sentirmi etichettata come un'adolescente superficiale e schiava delle mode.
Alla fine scelsi l'ultima novità: Frappuccino Coffee Caramel Jelly.
[ se l'ho scritto sbagliato perdonate la mia ignoranza. ]
Harry scelse un Frappuccino normale.
Una volta seduti al tavolo cominciammo a parlare.
Al contrario di me, lui era venuto un sacco di volte a Starbucks e da quando era arrivato in città, ogni mattina sorseggiava una bevanda.

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