Capitolo 2

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Alzai appena lo sguardo e vidi un ragazzo alto, con capelli castani ricci, che gli coronavano la testa.

Vestito completamente di nero, avanzava lungo la strada e sembrava cercare cercare qualcosa con insistenza.

I suoi occhi - da lontano non visibili -  setacciavano ogni bar ed ogni centimetro di marciapiede alla ricerca di qualcosa a me sconosciuto.

Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, il che era assolutamente ridicolo.

Sapevo che c'era il rischio che mi cogliesse in flagrante mentre lo rastrellavo con lo sguardo.

Cominciai a rallentare i miei passi finché non mi fermai del tutto in mezzo alla strada, ed il bello è che continuavo a fissarlo.

Era come se avesse una calamita adosso, ma fortissima.

Aveva una strana aura...quasi misteriosa...e... pericolosa?

Secondo voi almeno questo avrebbe dovuto avvertirmi e farmi distogliere gli occhi, ma no.

"Basta fissarlo. Basta."

Niente da fare.

Il mio cuore sprofondò non appena i suoi occhi si posarono su di me ed un piccolo sorriso si formò sul suo....oh mio dio.

Il suo viso....

Non sono mai stata una che guardava tanto i ragazzi ( quella era Verdienne, ovviamente).

E beh..quella era una eccezione anche perché il viso di quel ragazzo era a dir poco stupendo.

O almeno da ciò che vedevo da lontano.

Ed eccolo che si avvia a passo sicuro verso di me, mentre io non muovo un muscolo, quasi paralizzata.

Quando fu vicino a me, potei vederlo per bene.

I riccioli castani quasi perfetti e ordinati gli coronavano la testa, non come il mio intrico di capelli che dovevo pettinare ogni ora pur di farli sembrare ordinati.

Continuava a sorridermi e notai un particolare che da lontano non avevo proprio visto : aveva le fossette.

Profonde fossette ai lati del suo sorriso.

Dovetti trattenere l'istinto di infilare il dito in una di loro.

I suoi occhi invece...non ne avevo mai visti di simili.

Verdi come un prato d'erba in estate sotto la brillante luce del sole.

Verdi come la speranza, ma la speranza vera.

Così verdi che gli smeraldi più puri e costosi sarebbero stati gelosi davanti a così tanta perfezione.

"Devo aver davvero qualcosa di orribile in faccia, perché a giudicare da come mi fissi, sembra che io sia un alieno."

Mi riscossi.

Aveva parlato.

Come rendere la situazione meno imbarazzante?

Non lo sapevo.

"Io...ehm..scusa non..." balbettai.

Il suo sorriso si allargò ancora di più.

"Non ti preoccupare. Non hai mica ucciso qualcuno." e scoppiò in una risata.

Rimasi interdetta ma subito dopo scoppiai anche io.

"Allora, co-..." venne interrotto da una suoneria.

La mia.

"Oh. Scusa un secondo." frugai nella mia tasca e tirai fuori il cellulare, e guardai il ragazzo per accertarmi che non gli desse fastidio.

Lui annuì sorridendo.

Accettai la chiamata.

Verdienne.

"Margo che fai?" disse .

"Tu invece?" evitai di rispondere.

"Mangio patatine e caramelle gommose, con unicorni che vomitano arcobaleni. Cosa vuoi che faccia?!"

"Mhhhh...."

"Comunque tua mamma oggi non sarà a casa per questioni da lavoro, quindi mi ha chiesto di chiamarti per avvertirti che devi venire da me."

"Ah." accadeva spesso.

"E tanto per dire, non hai risposto alla mia domanda. COSA . STAI . FACENDO ?"

Una macchina passò accanto a me.

"Margo, non sei ancora a casa!?" esclamò.

"Chi è? È tua madre?" domandò il riccio.

E disgraziatamente Ver lo sentì.

"Oh....capisco." potevo sentirla ghignare dall'altra parte del cellulare.

"Verdienne!"

"Vi lascio da soli." ridacchiò lei.

"Ver-" chiuse la chiamata.

Sospirai.

"Tutto bene?" chiese il ragazzo preoccupato.

"Si si...non era mia madre, era una mia amica." riposi il cellulare nella tasca e allungai la mano verso di lui.

"Margo Kane."

Lui guardò la mia mano e alla fine me la strinse.

La sua mano era enorme in confronto alla mia.

"Harry Styles. E se lei vuole le potrei offrire un passaggio ovunque lei stia andando." strizzò l'occhio sinistro.

Sorrisi e annuì.

TO BE CONTINUED...

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